Va finanziato, quel Fondo per il diritto al lavoro

«Siamo fortemente preoccupati per la mancata previsione di una norma che anche per il prossimo anno garantisca un incremento del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, di cui alla Legge 68/99. L’incremento di quel Fondo, infatti, rappresenta il presupposto imprescindibile attraverso cui realizzare i progetti di inclusione lavorativa per le persone con disabilità, considerando che parliamo di una platea di circa 670.000 iscritti nelle liste di disoccupazione»: lo dichiara Franco Bettoni, presidente di ANMIL e FAND, in riferimento ai contenuti della Legge di Bilancio per il 2018

Operaio al lavoro in carrozzina«Siamo fortemente preoccupati per la mancata previsione di una norma che anche per il prossimo anno garantisca un incremento del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, di cui alla Legge 68/99 [“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, N.d.R.], nella Legge di Bilancio attualmente in esame al Senato».
A dirlo è Franco Bettoni, presidente dell’ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) e della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), in riferimento segnatamente alla Legge di Bilancio per il 2018, presentata dal Governo nei giorni scorsi.

«L’incremento del Fondo – sottolinea Bettoni – rappresenta il presupposto imprescindibile attraverso cui realizzare i progetti di inclusione lavorativa per le persone con disabilità, considerando che parliamo di una platea di circa 670.000 iscritti nelle liste di disoccupazione. E a questo si aggiunga il fatto che da troppo tempo siamo in attesa sia dell’emanazione delle Linee Guida sul funzionamento dei servizi per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, sia dell’attivazione di una banca dati dedicata al collocamento mirato, nonché della pubblicazione dell’Ottava Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della Legge 68/99, visto che l’ultimo aggiornamento risale ormai a cinque anni fa».

«Non incrementare dunque il Fondo per il collocamento delle persone con disabilità – conclude Bettoni – significa escludere e rifiutare potenziali risorse per il mondo del lavoro che oggi, invece, rappresentano solo un peso per l’intera società, e per questo cercheremo di intervenire quanto prima per sollecitare l’adozione di un adeguato ed efficace provvedimento in tale senso». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: resp_ufficiostampa@anmil.it (Marinella De Maffutiis).

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