L’impatto della ricerca scientifico-sanitaria sulla vita dei pazienti

Frutto di una collaborazione tra la FISM, la Fondazione che opera a fianco dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) e l’Università Cattolica, una recente indagine ha mostrato come l’impatto sociale della ricerca scientifico-sanitaria sia in via di sviluppo, facendo tuttavia emergere che quello misurato risulta sempre essere di carattere scientifico, mentre sono ancora limitate l’attenzione e la capacità di misurare l’impatto sugli utenti finali della ricerca, ovvero i pazienti e gli operatori sanitari

Immagine in controluce di ricercatore al microscopio, su sfondo verdeLa rivista scientifica «Scientometrics» ha recentemente pubblicato la prima indagine italiana sull’impatto sociale della ricerca scientifico-sanitaria, frutto di una collaborazione tra la FISM, la Fondazione che opera a fianco dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) e ALTIS, l’Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Tale studio mostra come la misurazione dell’impatto sociale in questo àmbito sia in via di sviluppo. Infatti, dall’analisi di 53 pubblicazioni comparse tra il 2000 e il 2016 su riviste scientifiche chiave, emerge un progressivo aumento di articoli pubblicati sull’argomento. E tuttavia, l’indagine stessa evidenzia che l’impatto misurato è sempre di carattere scientifico, mentre risultano limitate l’attenzione e la capacità di misurare l’impatto sugli utenti finali della ricerca: i pazienti e gli operatori sanitari.
Gli autori dello studio affermano quindi che è necessario adottare un nuovo modello di ricerca, definibile come multi-stakeholder – ovvero rivolto a vari portatori d’interesse – e nuove metriche che permettano di allineare l’impegno di tutti gli attori coinvolti e interessati alla ricerca sanitaria e promuovere un reale e concreto impatto della stessa sui pazienti e sulla società.

«Per garantire il successo di questo nuovo modello di ricerca – commenta Mario Alberto Battaglia, presidente della FISM – la nostra Fondazione è già impegnata a livello nazionale e internazionale nella definizione di un’Agenda comune della ricerca, per la creazione di comitati multi-stakeholder, che supervisionino la ricerca e definiscano nuove metriche multidimensionali per valutarne l’impatto».
«Oltre infatti a favorire una raccolta e uno scambio sistematico di informazioni e dati sulle aspettative e sulle priorità di pazienti e operatori sanitari – prosegue Battaglia -, un modello come questo permetterebbe a ricercatori, finanziatori e responsabili delle politiche sanitarie di concentrare i loro sforzi sugli àmbiti della ricerca scientifica che hanno maggiore possibilità di generare un vero impatto della ricerca sulla persona e sulla società. Attualmente la valutazione delle pubblicazioni scientifiche si basa sul valore del cosiddetto impact factor, quindi sull’impatto che la pubblicazione ha sulla sola comunità scientifica di riferimento».
«La vera sfida – aggiunge Paola Zaratin, direttore della Ricerca Scientifica FISM – sarà però quella di sviluppare una nuova disciplina, la Science of Patient Input, che includa cioè nel nuovo modello proposto la voce del paziente. Un argomento complesso che merita attenzione e investimento di risorse adeguate».
«La speranza – conclude Matteo Pedrini, docente di Economia Aziendale all’Università Cattolica di Milano e coordinatore del progetto – è che il nostro studio possa rappresentare il primo passo verso una ridefinizione dei metodi di valutazione delle pubblicazioni scientifiche, perché la ricerca scientifica di eccellenza sia sempre più il motore dello sviluppo reale e quindi capace di incidere sulla vita dei pazienti». (B.E. e S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa AISM (Barbara Erba), barbaraerba@gmail.com.

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