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Qual è il gioco preferito di suo figlio? Segue l’imbarazzo…

Bimba con disabilità allo Spazio Gioco dell'Associazione L'abilità di Milano

Una bimba con disabilità insieme a un’operatrice dello Spazio Gioco dell’Associazione L’abilità di Milano

«Qual è il gioco preferito di suo figlio? Quali giochi fa a casa?». Segue l’imbarazzo. A volte il silenzio. Mamma e papà si guardano e insieme cercano una risposta. Balbettano qualche parola. Forse per la prima volta si trovano a rispondere a questa domanda. Sono sempre stati interrogati circa le abilità e gli apprendimenti del loro bambino: se e quando ha imparato a camminare, a parlare, a mangiare da solo, a rimanere seduto, se ha raggiunto il controllo sfinterico. Nessuno sembra mai essersi interessato al gioco, al piacere e al divertimento di un bambino con disabilità.

È a partire dalla necessità di trovare una risposta a questa domanda – che da tanti anni poniamo ai genitori durante i momenti di incontro e colloquio – che è nato il servizio educativo Lo Spazio Gioco dell’Associazione L’abilità di Milano.
Una domanda che potrebbe sembrare banale e scontata perché il gioco nasce e si sviluppa spontaneamente nel percorso di sviluppo tipico di un bambino. I bambini, dalla nascita, iniziano a esplorare, toccare e muoversi per conoscere se stessi e il mondo, afferrano, indicano o chiedono ciò che desiderano, amano sfidarsi e sperimentare le loro capacità, cercano gli altri per condividere un’attività, si lasciano accarezzare dal tempo di una solitudine beata per immaginare e fantasticare.
I bambini imparano quindi a giocare in autonomia e i genitori non badano a ciò che succede nei rifugi segreti delle loro camerette.
Quando invece un bambino fatica a fermarsi, concentrarsi e rimanere seduto, non guarda ciò che le sue mani toccano o manipolano, non sembra interessato a ciò che lo circonda, non deambula e fatica ad afferrare gli oggetti, non è in grado di esprimere verbalmente i suoi interessi, allora si pensa che non sia in grado di giocare.
Noi crediamo che non sia così. Ogni bambino, oltre i deficit legati alla sua patologia, custodisce dentro di sé il desiderio di giocare, di stare bene e divertirsi. Ogni bambino ha diritto a vivere l’esperienza conoscitiva e immaginativa del gioco.

Affinché il bambino con disabilità possa partecipare attivamente e da protagonista alle attività di gioco, è necessario strutturare un ambiente che possa sostenerne adeguatamente le possibilità e le difficoltà. Ma ancor prima crediamo che sia fondamentale pensare e istituire un luogo accogliente e abitato dalla bellezza, uno spazio e un tempo dove circola il piacere di imparare.
Per questo, nel nostro Spazio Gioco, le educatrici, oltre ad avere competenze specifiche nell’àmbito della disabilità, accolgono ogni pomeriggio con passione e dedizione i bambini che frequentano il nostro servizio. Giocano con i bambini, li stimolano nella scelta di un gioco libero e propongono attività strutturate, preparano scrupolosamente le stanze entro cui si svolgono le attività, avendo cura che non ci siano troppi stimoli distraenti e che siano illuminate adeguatamente; scandiscono il tempo del gioco nel rispetto delle capacità di attenzione dei bambini e nell’alternanza di momenti di attività e di riposo; costruiscono e adattano i materiali e i giocattoli in modo che risultino a tutti comprensibili e che consentano la partecipazione in autonomia.
Il lavoro dell’équipe non si esaurisce per altro nei momenti di attività con i bambini, ma si amplifica nel costante confronto con le figure sanitarie e educative che hanno in carico il bambino, per condividerne il percorso di vita, gli obiettivi e le modalità educative di intervento.

In conclusione ritorniamo da dove siamo partiti, alla famiglia. Ogni giorno raccontiamo ai genitori le attività che vengono proposte allo Spazio Gioco, condividiamo con loro la scoperta di un nuovo interesse del bambino o l’apprendimento di una nuova attività ludica. Li sosteniamo nella possibilità di ritrovare il piacere del gioco e di sperimentare a casa, con il loro bambino, la relazione trasformatrice che avviene nel cerchio magico del gioco.
Ogni giorno, da vent’anni, lavoriamo e continuiamo a mettere in circolo creatività, passione e professionalità, per restituire al bambino con disabilità e alla sua famiglia il diritto e il piacere del gioco in vista dell’inclusione sociale.
Ogni bambino ha diritto a vivere l’esperienza conoscitiva e immaginativa del gioco.

Pedagogista e coordinatrice dello “Spazio Gioco” dell’Associazione L’abilità di Milano.

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