Così l’accessibilità e la fruibilità diventano chimere!

«Il Consiglio Comunale di Como – denuncia la LEDHA della città lariana – ha bocciato un emendamento che mirava a rendere fruibili a tutti una serie di percorsi in città e alcuni edifici di interesse pubblico, in un’ottica di perfetta accessibilità del territorio e di tutela dei cittadini più deboli. Se quell’emendamento fosse stato approvato, quegli interventi sarebbero stati realizzati nel volgere di un anno. Rimandando invece il tutto alla redazione di un Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, si rischia di dovere attendere parecchi anni in più»

Particolare di persona in carrozzina davanti a un gradino«Il 13 marzo scorso si è verificato qualcosa di inquietante presso il Consiglio Comunale di Como. A seguito infatti di una doppia votazione, è stato bocciato un emendamento al DUP (il Documento Unico di Programmazione), che mirava a rendere fruibili a tutti una serie di percorsi in città e alcuni edifici di interesse pubblico, in un’ottica di perfetta accessibilità del territorio e di tutela dei cittadini più deboli (bambini, anziani, persone con disabilità, genitori con passeggini ecc.). Si tratta di un emendamento che, seppure proposto da un rappresentante della minoranza, attendeva, per logica politica e sensibilità civile, un’approvazione unanime!».
La denuncia proviene dalla LEDHA di Como, che a suo tempo aveva ufficialmente raccolto l’eredità del Coordinamento Interassociativo Rete Comasca Disabilità, diventando il referente, per la città lariana, della Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, la Federazione che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Un organismo, come avevamo riferito lo scorso anno, che aveva già avuto modo di far sentire la propria voce nei confronti delle Istituzioni, a tutela delle persone con problemi di mobilità ridotta.

«Tra lo stupore generale – prosegue la nota della LEDHA comasca – oltre alla bocciatura è arrivata successivamente anche una nota dell’Ufficio Stampa del Comune, in cui si bolla come pretestuoso e inutile l’emendamento proposto, perché «tutti gli interventi [di abbattimento delle barriere architettoniche] saranno oggetto del progetto generale». Stupore perché, se fosse stato approvato l’emendamento al DUP, quegli interventi sarebbero stati realizzati nel volgere di un anno. Così, invece, si dovranno attendere altri anni per la redazione del PEBA, il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (i tempi non sono puntualmente prevedibili, ma non è lecito illudersi!) e per la sua realizzazione pratica».

«A questo punto – dichiara Viviana Tombolillo, presidente della LEDHA di Como – chiediamo un comportamento più sensato al Sindaco, che risulta abbia egli stesso votato contro l’emendamento, e a tutto il Consiglio Comunale. Chiediamo inoltre al Sindaco stesso di riportare in aula consiliare il DUP, corredato dell’emendamento in questione, per un’approvazione, inevitabilmente, unanime. Sarebbe infatti questo l’unico rimedio possibile a una sconfitta politica e umana che non è solo dei cittadini che l’hanno subita, ma anche di chi l’ha decretata». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: info@retecomascadisabilita.it.

La LEDHA di Como
Alle Associazioni “storiche” che avevano costituito nel 2010 il Coordinamento Interassociativo Rete Comasca Disabilità, negli ultimi anni se ne sono aggiunte altre. Oggi, pertanto, sono esattamente questi i membri attivi della LEDHA di Como, vale a dire: l’AISLA Como (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), l’AISM Como (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), l’ANFFAS Como (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), l’ANFFAS Centro Lario e Valli, le Associazioni Albinit, Arcobaleno, Granello Insieme, Talea, So.La.Re. (Social Lario Rete) e Primavera, Comitato Lombardo per la Vita Indipendente/Comodalbasso e la UILDM Como (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).

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