5 miliardi all’anno dalla “caccia ai falsi invalidi”? Parole molto preoccupanti

Secondo quanto dichiarato a un quotidiano da Alberto Brambilla, autorevole esponente della Lega, si potrebbe revisionare la Legge Fornero sulle pensioni «tagliando 50 miliardi in dieci anni, per quell’assistenza che va ai falsi invalidi e a chi non se lo merita». «L’idea di tagliare 5 miliardi all’anno dall’assistenza, con i controlli sui “falsi invalidi” – commenta seccamente Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH – è francamente risibile e insostenibile nei numeri, ed è anche molto preoccupante politicamente e in termini di prospettive per le persone con disabilità»

Persona in carrozzina fotografata di spalle al centro di una strada«Lasciano quanto meno perplessi le dichiarazioni di Alberto Brambilla, autorevole esponente della Lega, raccolte da “la Repubblica” di oggi. Oltre che irricevibili sono francamente contraddittorie e insostenibili».
È senza troppi giri di parole il commento di Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), alle affermazioni di Alberto Brambilla, ex sottosegretario al Lavoro del ministro Roberto Maroni, in uno dei Governi Berlusconi, nonché esperto in materie previdenziali per la Lega.
Nell’intervista odierna cui si fa riferimento, infatti, Brambilla individua tra le risorse necessarie per una revisione della Legge Fornero sulle pensioni «un intervento chirurgico e fattibile: 50 miliardi in dieci anni. Che si coprono tagliando quell’assistenza che va ai falsi invalidi e a chi non se lo merita, perché mente sui requisiti». Lo stesso Brambilla, inoltre, sostiene che in assistenza si spenderebbero 100 miliardi l’anno, «non si sa bene sulla base di quali conteggi», rileva la FISH.

«In campagna elettorale – dichiara Falabella – la Lega, insieme all’intera coalizione di Centrodestra, aveva promesso a gran voce l’aumento delle pensioni di invalidità. Come si coniuga, dunque, questo intento con quelli espressi da Brambilla? Prima ancora della coerenza c’è un elemento di logica e matematica che non torna. Per tacere della “bufala” sui “falsi invalidi” che ancora una volta ritorna in scena».
A tal proposito, la FISH sottolinea che quello dei “falsi invalidi” «è un ritornello caro al Centrodestra e alla Lega in particolare». «Forse non tutti ricorderanno – si sottolinea dalla Federazione – quando il capogruppo della Lega Nord Marco Giovanni Reguzzoni sosteneva alla Camera che “con la caccia ai falsi invalidi si sarebbe recuperato un miliardo di euro” [«Superando.it» se n’era occupato nell’articolo intitolato “Laute pensioni, Onorevole? Ma ci faccia il piacere”, N.d.R.]. Oppure quando un Ministro della Repubblica affermava in prima serata che un Paese con 2,7 milioni di disabili non poteva essere competitivo [il riferimento è all’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti, come scrivemmo su queste pagine nell’articolo “Dunque sono i disabili a «bloccare la competitività»: complimenti Ministro!” e anche nell’articolo “Non ci siamo proprio, Signor Ministro!”, N.d.R.]».
«È grazie a quei pregiudizi – ricorda Falabella -, a quella propaganda, a quello stigma, che in meno di dieci anni è stata condotta in Italia una folle campagna di 1.250.000 controlli. Una sciagurata pianificazione che ha prodotto costi e danni. Ora abbiamo anche i numeri asseverati dall’INPS e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: con 450.000 controlli fra il 2013 ed il 2015 lo Stato ha recuperato 13 milioni e 600.000mila euro (a fronte di una spesa di 17 miliardi)».

Soffermandosi poi sulle cifre espresse dall’esponente dalle Lega, Falabella ritiene «francamente risibile e insostenibile nei numeri, l’idea di tagliare 5 miliardi all’anno dall’assistenza, con i controlli sui “falsi invalidi”, ma è un’idea molto preoccupante politicamente e in termini di prospettive per le persone con disabilità. Appare inoltre ancora più inquietante nel momento in cui, da più parti, si riflette sul contrasto alla povertà, all’esclusione sociale, non dimenticando mai che la disabilità è uno dei primi determinanti dell’impoverimento. Non è quindi sostenibile una riforma previdenziale, anche la migliore possibile, a spese dell’assistenza, sia perché la spesa per quest’ultima è già fin troppo marginale, sia per la disequità che si continuerebbe a subire. Né tale prospettiva è accettabile o diventa compensabile, con l’istituzione di un Ministero per la Disabilità, che per altro mai abbiamo chiesto e su cui abbiamo motivate resistenze. La governance di questi temi, infatti, non si affronta né si risolve con un nuovo organo, ma con una visione politica condivisa e trasversale ai diversi livelli e àmbiti istituzionali».

«Chiunque sia al Governo – conclude il Presidente della FISH – e pianifichi un’ulteriore riduzione delle misure di supporto alle persone con disabilità o anziane incontrerà la nostra ferma opposizione in tutte le sedi e in tutte le piazze. Nel frattempo non guasterebbe un chiarimento da parte del leader della Lega, Matteo Salvini». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficio stampa@fishonlus.it.

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