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L’Unità Spinale Unipolare dell’Umbria tra passato e futuro

Veduta aerea dell'Ospedale di Perugia

Una veduta aerea dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Perugia, dove ha sede l’Unità Spinale Unipolare dell’Umbria

È decisamente frutto di una buona scelta il titolo dell’evento che domani, 24 maggio, a Perugia celebrerà il ventennale dell’Unità Spinale Unipolare dell’Umbria, situata presso l’Azienda Ospedaliera Santa Maria della Misericordia.
Il progetto tra mito e realtà, infatti, fotografa al meglio ciò che ha significato finora tale struttura per tante persone con lesione midollare e cosa dovrebbe ora diventare, nelle intenzioni delle stesse persone che ne vollero la nascita.

«Il percorso per la realizzazione dell’Unità Spinale Unipolare dell’Umbria – spiega Raffaele Goretti dell’Associazione Paraplegici Umbri, organizzatrice dell’evento insieme all’Azienda Ospedaliera, all’Università e al Comune di Perugia – iniziò dopo il primo Convegno promosso nel 1990 dalla nostra Associazione, giungendo alla sua concreta attuazione nel 1998, dopo essere passato per un periodo organizzativo transitorio (1992-1995), nel quale un gruppo di operatori professionali (medici, terapisti della riabilitazione e infermieri professionali) costruirono sul campo il modello operativo e organizzativo, sotto la guida e con il contributo culturale del professor Massimo Taramelli e con la partecipazione attiva delle persone con lesione al midollo spinale».
«Successivamente – prosegue Goretti – con l’arrivo nel 1999 del nuovo direttore della struttura, la dottoressa Renée Masckhe, primo direttore donna, proveniente dall’Unità Spinale di Heidelberg in Germania, meta in quegli anni di tanti italiani con lesione midollare, si diede pieno avvio al modello organizzativo caratterizzato da un approccio assistenziale globale, frutto di un lavoro d’équipe finalizzato al massimo recupero dell’autonomia e dell’indipendenza della persona con lesione al midollo spinale».

«A vent’anni dall’avvio dell’Unità Spinale di Perugia – dichiara dal canto suo Vincenzo Falabella, presidente della FAIP (Federazione Associazioni Italiane Paratetraplegici), invitato all’incontro di domani – risulta ormai pienamente consolidata l’efficacia di tale modello organizzativo e il valore sociale, oltreché sanitario, del recupero dell’autonomia e dell’indipendenza di tante persone con lesione al midollo spinale che hanno potuto contare su un elevato livello di competenze e di qualità professionale, da parte di tutto il personale che ha operato e opera presso quella struttura. Ora, dunque, è giunto il tempo di avviare un processo che, tutelando e potenziando il bagaglio culturale, professionale, scientifico e umano, possa proiettare il prossimo futuro – attraverso un significativo investimento in ricerca, tecnologia, innovazione scientifica e protocolli strutturati con la complessità della rete territoriale dei servizi dedicati all’autonomia delle persone con lesione al midollo spinale – verso una complessiva e non più rinviabile riorganizzazione che, partendo dalla Struttura Complessa di Alta Specialità Riabilitativa, come appunto è l’Unità Spinale, possa restituire al territorio di riferimento persone in grado di vivere pienamente e con dignità la propria esistenza».

Rimandando i Lettori al programma completo della giornata di Perugia (disponibile a questo link), segnaliamo che al convegno della mattinata, moderato da Renée Maschke e Raffaele Goretti, seguiranno nel pomeriggio varie iniziative, all’insegna dello sport, della musica e della convivialità, oltreché con la proiezione di due video dedicati al passato e al presente dell’Unità Spinale perugina. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: unita.spinale@ospedale.perugia.it; raffaelegoretti@gmail.com.

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