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Famiglie oltre la disabilità

Locandina del seminario "Famiglie oltre la disabilità", Roma, 26 maggio 2018«La presenza di una persona con disabilità comporta per l’intero nucleo familiare diverse difficoltà che, protraendosi nel tempo, portano la famiglia a chiudersi in se stessa. Per riconnettere il contesto familiare al tessuto sociale, è necessario un supporto psicologico professionale, che, tuttavia, non tutti possono permettersi, se non a costi sociali».
Risponde a tali istanze il progetto di sostegno psicologico e psicoterapia denominato L’incontro, promosso dalla Cooperativa Sociale romana Spes contra spem e nell’àmbito di esso è in programma per sabato 26 maggio un seminario a partecipazione gratuita, intitolato appunto Famiglie oltre la disabilità (Cowalink, Zona Talenti, Via Ugo Ojetti, 41, Roma, ore 10.30-12.30), voluto non solo per informare e affrontare le tematiche inerenti la disabilità e le dinamiche che questa comporta all’interno di un nucleo familiare, ma anche e soprattutto per stimolare un confronto tra familiari e operatori sociali che vi parteciperanno.

Il progetto L’incontro è un servizio con sede nel III Municipio di Roma, pensato innanzitutto per i familiari di persone con disabilità, ma anche per tutte quelle persone che vivono in situazioni di fragilità e che necessitano di un percorso di sostegno psicologico insieme a un esperto. Si tratta di uno spazio di ascolto e accoglienza del disagio e della sofferenza, sia individuale che familiare, ma anche della coppia genitoriale, ed è stato pensato per andare incontro alle stesse esigenze economiche dell’individuo e della famiglia.
Attivo il lunedì, giovedì e venerdì (ore 17-21) e il sabato (ore 10-16), è gestito da tre psicologhe e psicoterapeute con esperienza pluriennale in àmbito di disabilità. Una di loro, Chiaralisa Falco, spiega: «Accade che il sistema familiare si chiuda in una solitudine sociale tale da portarle ad affrontare il problema unicamente “dal di dentro”. Il processo che si innesca è quello di un sistema convergente che codifica la maggior parte dei problemi legati alla disabilità come risolvibili soltanto dallo stretto nucleo familiare, facendo convergere la gran parte delle energie personali dei singoli componenti e assottigliando le attitudini individuali nella progettualità familiare. In questo modo la famiglia è portata a vivere disagi differenti e protratti nel tempo. Diventa dunque centrale, all’interno del progetto globale della presa in carico di una persona con disabilità, il benessere dei familiari, attraverso la costruzione di un spazio di ascolto in cui sia possibile accogliere le domande e offrire una risposta agli interrogativi originati dal disagio e dalla sofferenza psichica». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Elisabetta Centonze (elisabetta@spescontraspem.it).

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