Il Tribunale non ce la fa? Ma non possono certo farne le spese le famiglie!

Il Tribunale di Vicenza, trovandosi in arretrato nell’espletare le verifiche delle rendicontazioni periodiche degli amministratori di sostegno, ha delegato tale funzione all’Ordine dei Commercialisti. Una scelta in sé opportuna, se non fosse che i costi del servizio sono stati addebitati alle famiglie delle persone con disabilità che si servono di questa figura. Ma a quale concetto di giustizia ha fatto riferimento quel Tribunale, quando ha deciso di far fronte a una propria carenza scaricandone i costi sui soggetti più deboli, quelli che, almeno in teoria, dovrebbe tutelare?

Bilancia con il piatto destro in basso e quello sinistro in altoCom’è ben noto, la figura dell’amministrazione di sostegno è stata introdotta in Italia dalla Legge 6/04, superando le assai più rigide forme precedenti dell’inabilitazione e dell’interdizione, allo scopo di prestare assistenza alla persona che, per effetto di una infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica, si trova nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi.
L’amministratore di sostegno viene nominato dal Giudice Tutelare del luogo in cui la persona da assistere ha la residenza o il domicilio, ed è chiamato a riferire periodicamente al Giudice, circa l’attività svolta e le condizioni di vita personale e sociale della stessa.
L’attività di controllo dei rendiconti degli amministratori di sostegno è pertanto di competenza dei Giudici e la periodicità di tele rendicontazione è uno degli elementi che devono essere definiti nel decreto di nomina dell’amministratore di sostegno, anche se frequentemente ha cadenza annuale.

È notizia di questi giorni che il Tribunale di Vicenza, trovandosi in arretrato nell’espletamento di tale funzione, l’abbia delegata all’Ordine dei Commercialisti. Una scelta opportuna e legittima, se non fosse che i costi del servizio sono stati addebitati alle famiglie delle persone con disabilità che si servono di questa figura. Costi che possono variare da un minimo di 100 euro a un massimo di 550 euro, in funzione dell’entità delle entrate e delle uscite dei rendiconti in questione.
Un fenomeno tutt’altro che marginale, se si considera che «nel solo Vicentino interessa quattromila posizioni», come osserva Giuseppe Pietrobelli, che ha riferito l’accaduto nel sito del «Fatto Quotidiano» (Amministrazioni di sostegno, Tribunale di Vicenza smaltisce gli arretrati “privatizzando” controllo rendicontazioni, in «Il Fatto Quotidiano.it», 24 giugno 2018).

La testata riporta diverse testimonianze. Quella ad esempio di Livio Del Santo, amministratore di sostegno della propria figlia e iscritto all’Ordine dei Commercialisti di Vicenza da trentaquattro anni.
Del Santo riferisce che nel 2017 il suo Ordine e il Tribunale hanno sottoscritto una convenzione che ha demandato la verifica dei rendiconti periodici degli amministratori di sostegno ad ausiliari del Giudice Tutelare, poiché il Tribunale non era in grado di smaltire l’elevato numero di pratiche. Essendogli stata recapitata una notula di pagamento di importo pari a 100 euro, Del Santo rivela: «Ho scritto al presidente del mio Ordine chiedendo spiegazioni. Non mi ha nemmeno risposto. Non è per l’entità della somma, in sé modesta, ma perché mi dà fastidio che qualcuno al di fuori degli organi competenti abbia accesso al fascicolo di mia figlia e perché – fatto ancor più grave – si metta a carico della persona debole e incapace il costo di una prestazione non richiesta, e fatta solo per sopperire alle carenze del Tribunale».

Su posizioni analoghe si pone anche Margherita Monti, presidente dei commercialisti vicentini, che ha dichiarato, sempre al «Fatto quotidiano»: «In questo modo passa il principio che il più indifeso deve comunque pagare e stare zitto. Non ci sto e voglio dare voce alle oltre quattromila persone sottoposte a tutela o ad altri istituti. Se il problema esiste davvero, se il Tribunale effettivamente non è in grado di fare i controlli, la soluzione è quella che noi professionisti mettiamo a disposizione gratuitamente un po’ del nostro tempo a favore di tale causa. Solo così si esce dalla logica che tutto abbia un costo».
Sempre Monti rivela anche che con il Tribunale si era convenuto che, dopo un periodo di sperimentazione, i commercialisti svolgessero «gratuitamente il proprio lavoro nei casi in cui il soggetto beneficiario di amministrazione di sostegno avesse un reddito al di sotto di quello previsto per il gratuito patrocinio – attualmente fissato in euro 11.369,24 – andando così incontro alle persone meno abbienti».

La privatizzazione dei controlli ha consentito di smaltire le pratiche arretrate sino al mese di dicembre del 2016, ma se è apprezzabile la buona volontà espressa dall’Ordine dei Commercialisti di non gravare sulle persone meno abbienti, viene comunque da chiedersi a quale concetto di giustizia abbia fatto riferimento il Tribunale di Vicenza quando ha deciso di far fronte a una propria carenza scaricandone i costi sui soggetti più deboli… proprio quelli che, almeno in teoria, dovrebbe tutelare.

Responsabile di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), nel cui sito è già apparsa la presente nota, che viene qui ripresa, per gentile concessione, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore.

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