La segregazione delle persone con disabilità ovvero I manicomi nascosti

«Nel nostro Paese, come dimostrato da una ricerca della FISH, vi sono ancora tanti “manicomi nascosti”, dove migliaia di persone con disabilità vivono separate ed escluse dal resto della società. Questo seminario vuole sollecitare l’attenzione e la riflessione su tale problema, da parte della politica, dei responsabili dei servizi, degli operatori e delle famiglie». Viene presentato così il seminario “La segregazione delle persone con disabilità. I manicomi nascosti in Italia”, promosso per il 5 ottobre a Pordenone dall’AAS 5 Friuli Occidentale e dalla FISH Friuli Venezia Giulia

Persona in carrozzina fotografata di spalle davanti a una vetratan«Sono passati quarant’anni da quando, nel 1977, l’Italia decise di chiudere le classi differenziali e di svuotare le scuole speciali, tramite la Legge 517/77. Un anno più tardi il nostro Paese approvò la Legge 180 che portò alla chiusura dei manicomi. Vere e proprie “rivoluzioni” che hanno segnato positivamente l’esistenza delle persone con disabilità, migliorandone la qualità della vita. Rivoluzioni che hanno modificato alla radice l’idea stessa di disabilità diffusa nel nostro Paese. Su quello che è accaduto e sulla situazione attuale di molte persone con disabilità la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha promosso un’importante ricerca da cui emerge come nel nostro Paese vi siano ancora tanti “manicomi nascosti”, dove migliaia di persone con disabilità vivono separate ed escluse dal resto della società e come la segregazione possa avvenire anche in forme sottili e in luoghi e circostanze inattese. Questo seminario vuole presentare i contenuti del lavoro svolto dalla FISH, ma soprattutto sollecitare l’attenzione e la riflessione della politica, dei responsabili dei servizi, degli operatori e delle famiglie».
Viene presentato così il seminario intitolato La segregazione delle persone con disabilità. I manicomi nascosti in Italia, promosso per la mattinata del 5 ottobre a Pordenone (Galleria d’Arte Pizzinato, Via Dante, 33, Parco Galvani) dall’AAS 5 Friuli Occidentale (Azienda per l’Assistenza Sanitaria) e dalla FISH Friuli Venezia Giulia, facendo innanzitutto riferimento al citato progetto di ricerca della FISH Nazionale, denominato Superare le resistenze, partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri delle persone con disabilità, i cui risultati erano stati ampiamente sintetizzati anche in un ampio approfondimento da noi pubblicato.
A quella ricerca era seguita, nell’estate dello scorso anno, la partecipata Conferenza di Consenso intitolata Disabilità: riconoscere la segregazione, che aveva prodotto, potendo contare su un’ampia condivisione, uno specifico Poster contro la segregazione delle persone con disabilità nei servizi per l’abitare. E a seguire era arrivata anche la preziosa pubblicazione La segregazione delle persone con disabilità. I manicomi nascosti in Italia (Maggioli, 2018), curata da Giovanni Merlo, direttore della LEDHA (la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, che costituisce la componente lombarda della stessa FISH) e Ciro Tarantino, docente di Sociologia dei Codici Culturali e di Teoria delle Relazioni Sociali all’Università della Calabria.

Proprio come quel libro, dunque, si chiamerà anche il prossimo seminario di Pordenone, che sarà moderato da Carlo Francescutti, dirigente sociologo dell’AAS 5 Friuli Occidentale. Introdotti poi da Roberto Orlich, dirigente sociosanitario della medesima AAS 5 e da Giampiero Licinio, presidente della FISH Friuli Venezia Giulia, a soffermarsi sulle motivazioni e i risultati del progetto condotto dalla FISH saranno Giovanni Merlo, Marco Bertelli, psichiatra e psicoterapeuta, direttore scientifico del CREA (Centro di Ricerca e Ambulatori), Fondazione San Sebastiano di Firenze e Mario Paolini, pedagogista e formatore.

A seguire, presso la stessa sede del seminario, vi sarà un altro importante momento, vale a dire l’inaugurazione della mostra IMPRONTE_Vita dai colori, promossa dalla Cooperativa Sociale Itaca, che la presenta così: «La vera inclusione è un processo bidirezionale, un dialogo aperto tra parti. Da questa convinzione, il Progetto Autismo di via Canaletto, a Pordenone, muove i suoi passi nella creazione di legami significativi con la comunità. I dipinti esposti diventano quindi un ponte di condivisione tra persone, attraverso una bellezza ricca capace di accogliere le particolarità, di dare vita allo scambio, di farsi vero processo di inclusione».
Sarà presente per l’occasione il pittore Guido Fantuz. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: fishfvg@fishonlus.it.

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