Rossano Bartoli nuovo Presidente della Lega del Filo d’Oro

Storica Associazione impegnata da oltre cinquant’anni a fianco delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, in un processo di sviluppo che la porta ad affrontare nuove sfide senza soluzione di continuità, la Lega del Filo d’Oro ha rinnovato il proprio Consiglio di Amministrazione, eleggendo alla Presidenza Rossano Bartoli, già da molti anni Segretario Generale dell’organizzazione e istituendo la nuova carica di Direttore Generale, ricoperta da Daniele Bonifazi

Rossano Bartoli e Francesco Marchesi

Rossano Bartoli (a sinistra) e Francesco Marchesi, rispettivamente nuovo Presidente e Presidente uscente della Lega del Filo d’Oro

Nei giorni scorsi la Lega del Filo d’Oro – storica Associazione impegnata da oltre cinquant’anni a fianco delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali e delle loro famiglie – ha rinnovato il proprio Consiglio di Amministrazione, eleggendo alla Presidenza Rossano Bartoli e alla Vicepresidenza Luisiana Sebastianelli e Valerio Fedeli. La nuova organizzazione, inoltre, prevede l’istituzione della carica di Direttore Generale, che sarà ricoperta da Daniele Bonifazi, responsabile da quasi vent’anni, all’interno dell’Associazione, del settore Risorse Umane.

«Sono fiero della carica ricoperta – ha dichiarato il presidente uscente Francesco Marchesi – e di rimanere ancora vicino a questa Associazione come Consigliere. Il Consiglio di Amministrazione ha governato e governerà il processo di crescita della Lega del Filo d’Oro con attenzione, decisione e prudenza, curando sempre la coerenza con i valori e lo spirito dell’Associazione e sono onorato di passare il testimone a Rossano Bartoli, che nei suoi quarantatré anni come dipendente alla “Lega” ha operato – e continuerà a farlo come volontario – , con un mix davvero straordinario di competenza, passione e impegno generoso e irripetibile».

Rossano Bartoli ha iniziato la sua opera all’interno della Lega del Filo d’Oro nell’estate del 1968, come volontario. Assistente delle persone sordocieche adulte durante i soggiorni estivi prima, coordinatore e responsabile delle campagne di sensibilizzazione e raccolta fondi fino all’agosto del 1975, è stato quindi assunto come Direttore Amministrativo dell’Ente nello stesso anno e nel luglio del 1988 ne è diventato anche il Segretario Generale. «Voglio innanzitutto ringraziare con stima e calore Francesco Marchesi – ha affermato -, per i suoi sette anni al vertice, durante i quali l’Associazione ha raggiunto risultati importanti. Auguro inoltre un buon lavoro al neodirettore generale Daniele Bonifazi e come Presidente continuerò con ancora più forza e tenacia nel mio impegno al fianco delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali e delle loro famiglie, guardando avanti ai tanti obiettivi che ci attendono».

Dopo più di cinquant’anni anni di attività, la Lega del Filo d’Oro (di cui si legga ampiamente anche nel box in calce) sta vivendo un processo di continuo sviluppo con varie sfide da affrontare, tra cui il completamento del nuovo Centro Nazionale a Osimo (Ancona).
Si tratta di una realtà che crea un effettivo valore sociale, come hanno chiaramente confermato anche i dati recentemente emersi dall’indagine intitolata La valutazione economica degli impatti sociali della Lega del Filo d’Oro: un’analisi SROI. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Marco Simonelli (m.simonelli@inc-comunicazione.it); Chiara Ambrogini (ambrogini.c@legadelfilodoro.it).

Il nuovo Consiglio di Amministrazione della Lega del Filo d’Oro
° Rossano Bartoli,
presidente
° Luisiana Sebastianelli, vicepresidente
° Valerio Fedeli, vicepresidente
° Maria Gabriella Ceravolo, consigliere
° Moreno Clementi, consigliere
° Enrico Mario Ganzetti, consigliere
° Francesco Marchesi, consigliere
° Valerio Marchetti, consigliere
° Raffaella Pagni, consigliere

Un po’ di storia della Lega del Filo d’Oro
Era il 1964 quando Sabina Santilli, una caparbia e lungimirante donna sordocieca, decise di fondare – assieme a un piccolo gruppo di volontari – un’Associazione che potesse rappresentare il «filo aureo della buona amicizia», per aprire al mondo le persone sordocieche e fare in modo che la società si accorgesse di loro. E questo filo prezioso che unisce il sordocieco con il mondo esterno è il concetto che ha ispirato sia il nome che l’attività della Lega del Filo d’Oro, realtà unica in Italia, che da allora fornisce un servizio altamente qualificato alle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.
La mission – di quella che dal 1998 è divenuta una ONLUS – consiste nell’assistenza, nella riabilitazione, nell’educazione e nel reinserimento in famiglia – e in molti casi anche nella società – delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.
La Lega del Filo d’Oro ha da sempre svolto campagne di comunicazione e di sensibilizzazione per diffondere la corretta conoscenza della sordocecità e delle problematiche ad essa correlate presso l’opinione pubblica, i media e le Istituzioni ed è oggi punto di riferimento in Italia per la rappresentanza e l’affermazione dei diritti delle persone sordocieche e delle loro famiglie.
Ad Osimo, in provincia di Ancona, si trova la Sede Nazionale, al cui interno vi sono il Centro Diagnostico, che formula una valutazione globale ed effettua interventi precoci per bambini al di sotto dei 4 anni, i Servizi Educativo-Riabilitativi, il Settore Medico, il Centro di Ricerca e il Centro di Documentazione.
Con circa 600 dipendenti, più di 650 volontari e circa 500.000 sostenitori, la ONLUS è presente oggi in Italia in 8 Regioni con 5 Centri Residenziali, a Osimo, Lesmo (Monza Brianza), Modena, Molfetta (Bari) e Termini Imerese (Palermo) e 3 Sedi Territoriali a Padova, Roma e Napoli.
L’Associazione può contare su un team completo di professionisti, composto da una parte da operatori educativo riabilitativi, fisioterapisti, psicologi e assistenti sociali, dall’altra da medici specializzati, come neurologi, ortopedici, oculisti, pediatri, genetisti, dentisti, logopedisti e fisiatri, oltre a tutto il personale amministrativo e dei servizi generali.
Per ogni ospite della Lega del Filo d’Oro viene elaborata una terapia riabilitativa personalizzata e sistemi adeguati di comunicazione, per permettergli di stabilire relazioni col mondo e recuperare, quanto più possibile, una dimensione fatta di dignità e autonomia.
Le attività svolte vengono attualmente finanziate solo in parte da fondi pubblici, mentre circa il 65% delle entrate arrivano grazie alle risorse donate da privati. La Lega ha anche fondato un proprio Centro di Ricerca e collabora in Italia con numerosi istituti universitari, così come, a livello internazionale, con altri enti e organizzazioni che perseguono i medesimi obiettivi.

Sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale: conoscere per intervenire
Non poter vedere, sentire, parlare. Essere costantemente immersi in un buio silenzioso. È questo ciò che accade a chi è sordocieco, persona che presenta una grave o totale minorazione della vista e dell’udito, cui spesso possono associarsi anche disabilità intellettiva, deficit motori, problemi comportamentali. Per capire cosa significhi in termini pratici, può bastare sapere che la nostra mente riceve il 95% di tutto ciò che apprende attraverso questi due sensi.
Le cause di queste disabilità sono molteplici: infezioni virali contratte nel primo trimestre di gravidanza (ad esempio la rosolia), nascite premature o con complicanze di vario tipo, meningite, malattie genetiche e rare, come la sindrome di Usher (malattia ereditaria che determina un’alternazione del codice genetico, producendo una proteina anomala, che a propria volta influenza lo sviluppo e il corretto funzionamento degli apparati visivo ed uditivo) o la sindrome CHARGE (malattia genetica dovuta ad alterazioni del gene CHD7, sul cromosoma 8. CHARGE è infatti un acronimo composto dalle iniziali delle caratteristiche cliniche principali, vale a dire C=coloboma oculare, H=difetti cardiaci, A=atresia delle coane, R=ritardo di crescita e\o di sviluppo, G=anomalie genitali e\o urinarie, E =anomalie dell’orecchio e sordità).

Mission e “metodo” della Lega del Filo d’Oro
Tutte queste patologie rappresentano dunque le premesse per uno stato di isolamento assoluto, ma alla Lega del Filo d’Oro c’è la forte convinzione che anche per chi si trova in queste condizioni esista uno spazio per entrare in rapporto con gli altri, un linguaggio che va oltre le parole, per poter migliorare le possibilità di comunicazione e, di conseguenza, la qualità della vita delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.
Forte è anche la consapevolezza che non esista un approccio standard a questi tipi di disabilità, ma che esso vada costruito, di volta in volta, a seconda dell’utente che si ha davanti, del grado e della combinazione delle minorazioni, del momento e delle cause della loro insorgenza e anche dell’ambiente socio-familiare.
Così per ognuno – dopo un’approfondita analisi delle abilità residue e delle cause principali di sordocecità e pluriminorazioni psicosensoriali – viene messo a punto un piano di intervento personalizzato, attuato sempre con il coinvolgimento delle famiglie, delle istituzioni e dei territori: solo in questo modo si può infatti realizzare pienamente il reinserimento nella realtà sociale che rappresenta il fine ultimo dell’Associazione.
Questa mission viene perseguita attraverso diverse tappe: la creazione di strutture apposite, la formazione di operatori qualificati, lo svolgimento di attività di ricerca, la diagnosi e le diverse terapie riabilitative.
Nei Centri di Riabilitazione, ai quali si accede dopo un’accurata indagine del Centro Diagnostico, uno staff della Lega del Filo d’Oro – costituito da psicologi, pedagogisti, operatori educativo-riabilitativi e medici specialisti – opera a stretto contatto, conducendo gli interventi riabilitativi con una verifica continua degli obiettivi previsti per ogni singolo assistito. Tutti gli ospiti, infatti, sono divisi in gruppi in base all’età, alle diverse disabilità sensoriali, allo stadio evolutivo e ognuno è seguito da uno o due operatori.
In particolare, va ricordata in conclusione la grande importanza di un intervento precoce sui bambini dai 0 a 4 anni, per agire tempestivamente già nella primissima infanzia e offrire così le migliori garanzie di recupero.

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