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Osvaldo Licini nel segno dell’inclusività

Osvaldo Licini, "Amalassunta su fondo verde", 1949

Osvaldo Licini, “Amalassunta su fondo verde” (1949). Sarà questa una delle opere oggetto della visita di domani, sabato 20, e dopodomani, 21 ottobre, nell’àmbito del ciclo “Doppio Senso”

Sarà decisamente interessante l’appuntamento in programma nel prossimo fine settimana, per la nuova stagione del ciclo denominato Doppio Senso: percorsi tattili alla Collezione Peggy Guggenheim, progetto seguito sin dagli inizi anche dal nostro giornale, con il quale nell’autunno del 2015 il noto museo di Palazzo Venier dei Leoni a Venezia aveva per la prima volta aperto il proprio patrimonio artistico anche al pubblico con disabilità visive, iniziando un processo di sensibilizzazione alla conoscenza dell’arte attraverso il tatto, grazie a una serie di visite guidate e laboratori per non vedenti, ipovedenti e vedenti, adulti e bambini.
«Questo nostro programma – avevano dichiarato a suo tempo dalla Collezione Guggenheim – si è posto, sin dall’inizio, come tappa di un importante processo di avvio all’accessibilità museale, ma anche come momento di confronto per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della pari dignità e sulla necessità di abbattere ogni tipo di barriera e procedere nella direzione dell’inclusione».
L’iniziativa, vale la pena ricordare, si avvale della collaborazione dell’Istituto dei Ciechi di Milano e dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), oltreché del patrocinio dell’ICOM Italia (il Consiglio Internazionale dei Musei) e del contributo di The Gordon and Llura Gund Foundation, della Fondazione Araldi Guidetti e della Vaduz e Kirsh Foundation.

Domani, dunque, 20 ottobre, e domenica 21, al centro dell’attenzione vi sarà la mostra Osvaldo Licini. Che un vento di follia totale mi sollevi, curata da Luca Massimo Barbero e aperta alla Guggenheim fino al 14 gennaio del nuovo anno.
Per l’occasione verranno proposte più sequenze di lettura di tre opere dell’artista marchigiano, per favorire la ricreazione dell’immagine mentale, attraverso anche una pluralità di rimandi tematici, di testi e riferimenti ad altri artisti suoi contemporanei.
Nel dettaglio, durante la visita tattile – condotta come sempre da Valeria Bottalico, ricercatrice, formatrice in àmbito di accessibilità museale e componente di ICOM Italia – i partecipanti analizzeranno le opere Paesaggio fantastico (Il capro) (1927), Figura T3 (1932–1945) e Amalassunta su fondo verde (1949), che segnano il passaggio dal realismo all’astrattismo nella carriera artistica di Licini, fino a giungere all’Amalassunta, nome che l’artista diede ad una serie di opere tutte dedicate alla luna. Scriverà a tal proposito: «La Luna nostra bella, garantita d’argento per l’eternità, personificata in poche parole, amica di ogni cuore un poco stanco».

Come di consueto, alle visite seguirà il laboratorio con l’artista non vedente Felice Tagliaferri, che aiuterà a consolidare l’immagine mentale formata di uno dei lavori di Albers esaminati e anche questa volta la giornata di domani, sabato 20, sarà dedicata agli adulti (ore 14-18), quella invece di domenica 21 ai bambini dai 6 ai 12 anni (dalle 15).
A precedere il programma, infine, domani, sabato 20 (ore 10-13), Valeria Bottalico incontraerà gli insegnanti per una mattinata di formazione sull’inclusione nella comunità scolastica di studenti con disabilità, iniziativa che rientra nell’ambito del Progetto A scuola di Guggenheim. (S.B.)

Gli incontri di Doppio Senso sono gratuiti (fino a esaurimento posti). Per prenotazioni e informazioni: doppiosenso@guggenheim-venice.it (Maria Rita Cerilli).

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