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Lavoro e disabilità: trasformare un obbligo in un’opportunità

Uomo con disabilità a un colloquio di lavoro

Una persona con disabilità a un colloquio di lavoro

«Possiamo trasformare la responsabilità sociale dell’impresa da valore etico e quindi come tale frutto di una scelta individuale, a un valore premiante nella collocazione sul territorio e nell’accesso a bonus incentivanti anche in termini economici? Essere presenti e operativi in un progetto territoriale di politiche attive del lavoro (inserimenti lavorativi, formazione professionale mirata e programmata) o non esserlo può fare la differenza»: è ponendo tali quesiti e tali obiettivi, sui quali lavorare congiuntamente, che Giancarlo D’Errico, intervenuto in rappresentanza della FISH Piemonte (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e dell’ANFFAS Piemonte (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), ha concluso il proprio intervento alla tavola rotonda intitolata L’inserimento lavorativo delle persone con disabilità: l’esperienza del Piemonte tra consolidamento dei servizi e nuovi strumenti sull’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, svoltasi nell’ambito della Fiera di Torino IoLavoro.

«Tra i suoi servizi rivolti alle persone con disabilità e alle loro famiglie – ha spiegato D’Errico durante l’incontro – l’ANFFAS gestisce un’agenzia per l’inserimento lavorativo, che è l’ANFFAS Piemonte Lavoro. Nell’àmbito di essa, alcune particolarità caratterizzano la nostra azione: innanzitutto, la presa in carico di una persona con disabilità da inserire nel mondo del lavoro prevede anche un’azione costante verso la famiglia, che è spesso un elemento determinante del successo di un’azione di politica attiva del lavoro. Inoltre, il lavoro e le azioni ad esso collegate non sono, per noi, un fattore di business, ma un elemento fondamentale e integrato nel progetto di vita individualizzato di una persona con disabilità, orientato alla vita indipendente e anche al “Dopo di Noi”. E ancora, ANFFAS Piemonte Lavoro è equiparata alle grandi corporation del lavoro, ma è evidente che per mission e per operatività siamo differenti. Tale peculiarità e la diversa qualità del servizio offerto devono essere considerate da chi gestisce il sistema delle politiche attive del lavoro, per esempio nella distribuzione dei fondi pubblici, che non possono essere correlati solo al numero degli sportelli presenti sul territorio. A tal proposito va detto infatti che la costanza e la certezza delle risorse a disposizione è conditio sine qua non per poter programmare azioni durature nel tempo e per svilupparle nel contesto del progetto di vita individualizzato: il Fondo regionale non ha mai dato certezze a tal proposito, essendo alimentato dalle inadempienze della Legge 68/99 [“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, N.d.R.], ma diamo merito all’Assessorato Regionale al Lavoro del Piemonte di avere finalmente predisposto risorse con un programma triennale valido fino al 2012».

«Fatte queste premesse – ha concluso il Presidente della FISH Piemonte e dell’ANFFAS Piemonte – dovremo lavorare con determinazione e di concerto con tutti i portatori di interesse, per trasformare un obbligo (la Legge 68/99 sull’inserimento lavorativo delle persone iscritte alle cosiddette “categorie protette”) in un’opportunità per tutti, non solo per le persone con disabilità, ma anche e soprattutto per le imprese». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: media@inspirecommunication.it (Daniele Pallante); segreteria@anffas.torino.it.

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