Inclusione lavorativa: la FISH lancia il Progetto JobLab

Il lavoro è uno straordinario veicolo di inclusione, di autonomia, di indipendenza e di crescita, ma incontra evidenti ostacoli e discriminazione. In questo solco si innesta il progetto JobLab – Laboratori, percorsi e comunità di pratica per l’occupabilità e l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, di cui FISH è proponen

Il tema dell’inclusione lavorativa, in tutti i suoi aspetti, è da sempre centrale nelle azioni e nelle iniziative della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH). Il lavoro è uno straordinario veicolo di inclusione, di autonomia, di indipendenza e di crescita, ma incontra evidenti ostacoli e resistenze nonostante una corposa normativa.

In questo solco si innesta il progetto JobLab – Laboratori, percorsi e comunità di pratica per l’occupabilità e l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, di cui FISH è proponente e che è stato finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali con il Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore.

L’obiettivo del progetto è di affrontare il tema del diritto al lavoro delle persone con disabilità, nella consapevolezza che quello lavorativo è un ambito in cui si configura una delle forme più evidenti di discriminazione basata sulla disabilità e di preclusione alle pari opportunità.

Le cause di tale fenomeno sono ampie e variegate: culturali, politiche, dei servizi, dei sostegni, e richiedono un intervento su altrettanti livelli con il coinvolgimento, oltre che prioritario e ineludibile dei diretti interessati, dei tanti attori che afferiscono al mondo del lavoro: l’imprenditoria, il privato sociale, le organizzazioni sindacali, la cooperazione, le amministrazioni e i servizi pubblici, i policy maker.

Il progetto si propone quindi di aggredire costruttivamente lacune, resistenze, ritardi, favorendo fra tutti gli attori del sistema la condivisione attiva della conoscenza e delle buone prassi, l’elaborazione e la sperimentazione partecipata di modelli e soluzioni efficaci e praticabili, il confronto sulla gestione di casi concreti, la costruzione di accomodamenti ragionevoli, la maturazione della consapevolezza e degli strumenti per il contrasto alla discriminazione.

Per il di quelle finalità, il progetto mette in campo un insieme articolato di azioni di coinvolgimento e di ricerca.
La prima e centrale attività consiste nell’attivazione di una comunità di pratica per la costruzione di saperi e strumenti condivisi

La comunità di pratica favorisce – con strumenti online e in presenza – la circolazione delle conoscenze, la costruzione condivisa di saperi e l’identificazione di soluzioni per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. L’idea di attivare e vitalizzare una comunità di pratica nasce dalla constatazione che i processi di inclusione lavorativa patiscono una serie di criticità, quali: la frammentazione delle conoscenze, le diversità anche semantiche nell’elaborare e affrontare situazioni simili, la contrapposizione fra attori, l’eterogeneità delle strutture organizzative e delle capacità gestionali. L’obiettivo specifico è quindi quello di promuovere, animare, vitalizzare un luogo comune di scambio e di lavoro, in cui sia possibile condividere la conoscenza e l’esperienza, individuare le buone prassi, favorire il mutuo supporto, affrontare i casi tipo, trovare le soluzioni a problemi professionali comuni o specifici, nonché individuare e riconoscere elementi di pregiudizio o discriminazione, e identificare modalità comuni di denuncia.

Per il funzionamento della comunità di pratica ci si avvarrà di strategie e soluzioni organizzative, supportate da strumenti e tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che permetteranno di raccogliere, sviluppare, conservare e rendere accessibile la conoscenza delle persone incluse nella comunità stessa, tramite percorsi di apprendimento collaborativo. Saranno, quindi, adottati strumenti di community per la costituzione della rete, strumenti di scrittura partecipativa e di archiviazione condivisa, momenti di formazione a distanza e in presenza, occasioni di incontro e confronto in streaming, momenti di natura convegnistica e/o di approfondimento a carattere locale.

Ciò permetterà ai partecipanti di costruire e conservare un patrimonio di conoscenze e una cassetta degli attrezzi cui attingere per affrontare i singoli casi di inclusione lavorativa delle persone con disabilità.

La seconda azione prevede l’attivazione di percorsi di formazione per sviluppare e diffondere competenze e capacità nel campo dei servizi per l’impiego. È strettamente connessa all’attivazione della comunità di pratica, consiste nello svolgimento di iniziative di formazione rivolte agli operatori pubblici e privati, ai leader associativi, ai responsabili e coordinatori dei servizi per l’impiego, ai responsabili delle aziende pubbliche e private, allo scopo di diffondere competenze e capacità. L’obiettivo è quello di sviluppare una cultura comune dell’inclusione lavorativa e del collocamento mirato, puntando sulla condivisione di approcci, strumenti operativi e di problem solving, che rendano concreto l’esercizio del diritto al lavoro da parte delle persone con disabilità.

Il progetto prevede la realizzazione di almeno un incontro a livello di ciascuna Regione coinvolta dal percorso formativo (Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto).

Alcuni filoni su cui si intende concentrare le azioni di formazione sono: il riconoscimento della disabilità nella logica bio-psico-sociale; l’individuazione degli elementi più utili in termini di occupabilità e di costruzione del fascicolo personale; il monitoraggio nel tempo; il sistema di governance, i ruoli e le competenze dei servizi, delle istituzioni, dei datori di lavoro, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di tutela dei diritti; la mediazione al lavoro in tutte le sue fasi (ricerca dell’occupazione, contatto con l’azienda, analisi del luogo e dei processi lavorativi, individuazione degli accomodamenti ragionevoli, supporto periodico); gli obblighi e le facilitazioni per le aziende; la figura, il ruolo e le competenze del Disability manager, e le relazioni con altri organismi aziendali; l’autoimprenditorialità delle persone con disabilità.

Ed ancora: la ricerca. Disporre di dati, analisi, approfondimenti consente di agire con maggiore consapevolezza. È prevista una specifica indagine sulle condizioni di lavoro degli occupati con disabilità e prevede la realizzazione di due distinte attività di ricerca.

La prima si sostanzia nella conduzione di un’indagine campionaria finalizzata a conoscere le reali condizioni di lavoro e a rilevare le criticità insite nell’esercizio del diritto all’occupazione, su base di eguaglianza con gli altri, da parte delle persone con disabilità. L’obiettivo specifico dell’indagine è quello di approfondire il rispetto delle pari opportunità nel contesto lavorativo, allo scopo di individuare gli ostacoli e le barriere esistenti, nonché di evidenziare gli elementi di facilitazione introdotti.

La realizzazione dell’indagine prevede innanzitutto la somministrazione di un questionario strutturato rivolto ad un campione di persone con disabilità di 15-64 anni occupate in aziende pubbliche o private distribuite su tutto il territorio nazionale;

In aggiunta è programmata la realizzazione di alcuni focus group e/o interviste in profondità, propedeutiche alla formulazione del questionario, funzionali ad approfondire le aree della discriminazione e ad acquisire informazioni di dettaglio sugli ostacoli e i facilitatori esistenti;

La seconda indagine consiste nella raccolta di storie di vita e si sostanzia nella conduzione di interviste narrative rivolte ad occupati con disabilità, allo scopo di ricostruirne l’esperienza di vita.

L’ultima attività consiste nella realizzazione di una ricerca desk volta all’analisi della letteratura esistente a livello nazionale e internazionale e alla ricognizione delle esperienze concrete di implementazione della figura del Disability manager, allo scopo di raccogliere e sistematizzare le buone pratiche esistenti a livello nazionale. L’obiettivo specifico di tale studio è quello di conoscere e comparare i diversi modelli attivati, al fine di evidenziare i tratti costitutivi e distintivi di questa figura, i punti di forza e le criticità, così da poterne ricostruire un profilo di “buona” applicazione e di replicabilità in altri contesti lavorativi e in altri territori. Il modello elaborato verrà sottoposto a discussione in occasione di una Consensus Conference appositamente organizzata sul tema del Disability manager e sarà oggetto del relativo Manifesto.

Il progetto ha una durata di 18 mesi da novembre 2018 a maggio 2020.

Superando.it, il cui editore è FISH seguirà l’evoluzione per progetto ma soprattutto intensificherà la pubblicazione di articoli ed approfondimenti sul tema dell’inclusione. (09.09.2018)

Articolo pubblicato in conformità al progetto JobLab – laboratori, percorsi e comunità di pratica per l’occupabilità e l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità” (Progetto finanziato ai sensi dell’articolo 72 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117. Annualità 2017.)

Please follow and like us:
Pin Share
Stampa questo articolo