Per sconfiggere la retinopatia del prematuro in America Latina

Per questo Natale CBM Italia, componente nazionale dell’organizzazione umanitaria nata nel 1908 e impegnata nella cura e nella prevenzione della cecità evitabile nei Paesi del Sud del mondo, ha volto il proprio sguardo all’America Latina, lanciando una campagna che si pone l’obiettivo di sconfiggere la retinopatia del prematuro, malattia della vista che può colpire i neonati con un peso inferiore ai 1.200 grammi, causata dalla prolungata esposizione all’ossigeno dell’incubatrice e che in Centro e Sudamerica colpisce 4 neonati prematuri su 10, rappresentando la prima causa di cecità infantile

Bambino prematuro

Raffigura un bambino prematuro una delle immagini diffuse da CBM Italia, per lanciare la campagna contro la retinopatia del prematuro in America Latina

Per questo Natale CBM Italia, componente nazionale della nota organizzazione umanitaria nata nel 1908 e impegnata nella cura e nella prevenzione della cecità evitabile nei Paesi del Sud del mondo (se ne legga anche nel box in calce), ha volto il proprio sguardo all’America Latina, lanciando una campagna che si pone l’obiettivo di sconfiggere la retinopatia del prematuro (in acronimo ROP), malattia della vista che può colpire i neonati con un peso inferiore ai 1.200 grammi, causata dalla prolungata esposizione all’ossigeno dell’incubatrice e che in Centro e Sudamerica colpisce quattro neonati prematuri su dieci, rappresentando la prima causa di cecità infantile.

«In Colombia – spiega Massimo Maggio, direttore di CBM Italia -, dove lavoriamo da anni, i casi di retinopatia del prematuro sono diminuiti drasticamente. Per questo abbiamo deciso di impegnarci anche in Bolivia, Guatemala e Paraguay, dove siamo pionieri nella lotta a questa patologia. La maggior parte dei neonati che contribuiamo a operare e curare vengono da famiglie molto povere, che senza l’aiuto di CBM, non potrebbero sostenere il costo delle visite e delle cure».
«Ogni giorno – aggiunge Natalia Margonari, oculista retinologa presso la Fundación Visión e l’Ospedale Coronel Oviedo che CBM sostiene in Paraguay – io e le infermiere del Reparto di Neonatologia ci troviamo ad affrontare il dramma di bimbi nati prematuri che rischiano di diventare ciechi a causa della retinopatia. I loro genitori, spaventati e preoccupati, affidano a noi e alla nostra esperienza, i loro fragili figli. Da quel momento è una corsa contro il tempo».

I neonati colpiti da retinopatia, infatti, devono essere operati tempestivamente con laserterapia, per evitare che diventino ciechi per sempre.
L’impegno di CBM, per altro, non si ferma alla cura, ma è rivolto soprattutto alla prevenzione, da una parte sensibilizzando le mamme sull’importanza di sottoporsi ad adeguati controlli e cure prenatali, dall’altra dotando le Unità di Terapia Intensiva Neonatale di tutti gli strumenti necessari per monitorare costantemente i prematuri che si trovano in incubatrice, prevenendo l’insorgenza della malattia e curando tempestivamente coloro che l’hanno sviluppata.
In tal senso, lo scorso anno, tra Colombia e Paraguay, sono stati 2.423 gli screening effettuati e 153 i prematuri trattati con laserterapia. (S.B.)

Per ulteriori approfondimenti e informazioni su come sostenere la campagna promossa da CBM Italia: Ufficio Stampa CBM Italia (Anita Fiaschetti), anita.fiaschetti@cbmitalia.org.

I 110 anni di CBM
CBM è la più grande organizzazione umanitaria internazionale impegnata nella cura e nella prevenzione della cecità e disabilità evitabile nei Paesi del Sud del mondo. Essa è attiva dal 1908 ed è composta da dieci Associazioni Nazionali (Australia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Kenya, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Sudafrica e Svizzera), che insieme sostengono progetti e interventi di tipo medico-sanitario, di sviluppo ed educativo.
Dal 1989 è partner dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nella lotta contro la cecità prevenibile e la sordità.
CBM opera nei Paesi nel Sud del mondo in sinergia con i partner locali in un’ottica di crescita e sviluppo locale. Lo scorso anno ha raggiunto oltre 35 milioni di persone, attraverso 530 progetti in 54 Paesi di tutto il mondo.

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