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Il “Fascino a rotelle” entra anche nelle scuole

Scena della commedia "Fascino a rotelle"

Una scena della commedia “Fascino a rotelle”

«Mi fa molto piacere che dopo i successi in teatro, Fascino a rotelle entri anche in una scuola e spero che sia la prima di tante. Sono convinta infatti che, con entusiasmo e passione, si possa presentare il mondo della disabilità così come realmente è, permettendo ai ragazzi di scoprire che ciascuno di noi è sì diverso dagli altri, ma ugualmente necessario allo sviluppo della comunità. Soltanto in questo modo possono diventare adulti veramente liberi».
È con legittimo orgoglio che Simona Petaccia giornalista con disabilità motoria in carrozzina, presidente dell’Associazione abruzzese Diritti Diretti, e ispiratrice della commedia Fascino a rotelle, commenta l’approdo della stessa in una scuola di Palermo, ciò che accadrà domani, 10 gennaio, al Convitto Nazionale Giovanni Falcone del capoluogo siciliano.

Ci siamo già occupati in più occasioni di questa rappresentazione teatrale scritta e diretta da Dario Scarpati, «che intende passare un colpo di spugna su tutte quelle convenzioni sociali che dipingono le persone con disabilità come “poveretti da compatire” o come “single per scelta di qualcun altro”, sfatando, attraverso il sorriso, uno tra i pregiudizi ancora più diffusi, che vedono tuttora i partner delle persone con disabilità scambiati per badanti».
Al centro della vicenda, lo ricordiamo, c’è Marta, donna con disabilità, alias Simona Petaccia (interpretata da Laura Gestivo), che con astuzia e sex-appeal riesce sempre a ottenere ciò che vuole dal marito Luigi (Dario Scarpati). Al loro fianco Luciano Cucinotta, un bizzarro architetto e Francesca Vaglica, una vicina indiscreta.

Dopo i successi in teatro, dunque, a Palermo, Scicli (Ragusa) e Roma, si arriva in una scuola, con l’auspicio espresso da Petaccia che sia solo la prima tra tante, augurio che anche noi facciamo nostro.
«Reciteremo per gli alunni della scuola secondaria di primo grado – dichiara Scarpati -, una sfida fortemente voluta dalla nostra “Compagnia in Valigia”. Per noi, infatti, è importante entrare in questo tessuto educativo perché, quando ai ragazzi dagli 11 ai 14 anni si stimolano le giuste corde emotive, diventano una grande risorsa per spazzare via tutta una serie di convenzioni sociali. Davanti a una platea gremita di studenti e professori, presenteremo quindi i sotterfugi e i giochi di parole affidati a due sposi assieme a una vicina di casa e a un bizzarro architetto, usando il teatro come un canale comunicativo privilegiato per mostrare che, come succede a tutti, l’affettività delle persone con disabilità ha tante sfaccettature». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@dirittidiretti.it.

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