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La Locanda dei Girasoli è un patrimonio da non disperdere

Staff della Locanda dei Girasoli di Roma

Lo staff della Locanda dei Girasoli

«A dicembre abbiamo chiesto alle istituzioni ed ai cittadini di salvare questo progetto aiutandoci a cercare una nuova sede più idonea. La risposta della società civile è stata entusiasmante, abbiamo avuto molte dimostrazioni di solidarietà che ci hanno fatto sentire meno isolati. Non abbiamo invece avuto risposte dalle istituzioni, nonostante gli impegni presi sui media ed in televisione. Per questo chiedo di sottoscrivere la petizione alla sindaca di Roma Virginia Raggi perché, tra i tanti immobili del Comune, trovi una proposta adeguata a dare continuità a questo progetto di lavoro e di autonomia per i nostri ragazzi».
Così Carlo Tagliabue ha lanciato nel web una petizione – che al momento in cui scriviamo ha già raccolto quasi 135.000 adesioni – per dare un futuro alla Locanda dei Girasoli di Roma, nella quale lavorano una dozzina di giovani con la sindrome di Down o con disturbo dello spettro autistico, che vi hanno realizzato il loro sogno di autonomia proprio attraverso il lavoro.

A suo tempo anche il nostro giornale si è già ampiamente occupato di questa esperienza, nata nell’ormai lontano 1999 a Roma, ma conosciuta e apprezzata in tutta Italia quale esempio di imprenditoria sociale, che consente a un bel gruppo di giovani con disabilità di misurarsi nel loro percorso di inserimento lavorativo.
Nel 2013, superando uno dei momenti più difficili della sua storia ormai ventennale, I Girasoli avevano potuto avviare un percorso di rilancio e riorganizzazione dell’omonima Cooperativa, che ha portato ad aumentare sensibilmente l’attività del ristorante, con una crescita di visibilità anche a livello internazionale. Questo, però, non ha corrisposto, purtroppo, a un’analoga crescita delle entrate, ciò che Tagliabue – padre di Anna, una delle persone impegnate nella Locanda – ritiene sia motivato da un grave problema logistico: «Il limite – scrive infatti – è rappresentato dalla collocazione del locale che risulta assolutamente inadeguata, in una zona periferica e residenziale della Capitale, con un’oggettiva difficoltà di accessibilità. Di conseguenza il locale funziona a pieno regime solo nei fine settimana pur garantendo il lavoro per tutti i giorni. Pertanto ci rendiamo conto che nell’attuale struttura non si riusciranno ad ottenere risultati migliori e quindi diventa sempre più urgente trovare una collocazione diversa, in un’area più facilmente raggiungibile e visibile».

Dei Girasoli si era anche parlato recentemente, all’inizio di dicembre, durante la trasmissione di Raiuno Portobello, condotta da Antonella Clerici, alla quale era intervenuta la stessa sindaca di Roma Virginia Raggi, dichiarando il proprio «impegno a trovare una soluzione per quanto possibile», per quello che ha definito in tale occasione come «un progetto serio e degno di supporto». Al momento, però, la situazione è ancora la stessa di allora.
Nel frattempo la petizione lanciata da Tagliabue – alla quale tutti possono aderire (a questo link) – punta ora ad ottenere almeno 150.000 adesioni, per salvare un patrimonio culturale, lavorativo e sociale, che non merita assolutamente di essere disperso. (S.B.)

Ringraziamo Sandro Paramatti per la segnalazione.

Ricordiamo ancora il link della petizione riguardante la Locanda dei Girasoli di Roma.

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