Non moltiplicare le cose, se non ve n’è necessità!

«Mentre è senz’altro urgente il riconoscimento professionale degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, non ritengo – scrive Salvatore Nocera – che se ne debbano moltiplicare i profili professionali. Il problema, invece, sta nel fatto che i corsi di specializzazione e formazione loro dedicati sono insufficienti, sia per le ore di insegnamento che per i contenuti». E conclude così: «Giustamente i giuristi romani dicevano: “Entia non sunt moltiplicandi sine necessitate”, ovvero “Non si devono moltiplicare le cose, se non ve n’è la necessità”»

Assistente all'autonomia e alla comunicazione con due bimbi

Un’assistente all’autonomia e alla comunicazione insieme a due bimbi

Ho letto qualche giorno fa in «Superando.it» l’approfondimento intitolato Assistenti per l’autonomia e la comunicazione alla ricerca di un riconoscimento.
Mi sarei certamente aspettata la giusta protesta degli attuali diversi tipi di assistenti che attendono da sempre un riconoscimento di un profilo professionale il quale sembrerebbe poter trovare soluzione, se e quando il Ministero deciderà di dare attuazione all’articolo 3 del Decreto Legislativo 66/17, che la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) è riuscita a fare approvare dal precedente Governo. In tale articolo, infatti, è prevista appunto – e finalmente – la formulazione del profilo professionale nazionale delle diverse figure di assistenti per l’autonomia e la comunicazione degli alunni ciechi, sordi segnanti e sordi oralisti, autistici, con disabilità motorie gravi e intellettive.
Non mi sarei invece aspettato di trovarmi di fronte a una richiesta di esperti assistenti per alunni sordi, operanti professionalmente in modo eccellente, che però intendono distinguersi dagli attuali interpreti LIS (Lingua dei Segni Italiana) per i sordi segnanti e comunicatori per i sordi oralisti.

Personalmente sono dell’opinione che queste due figure di assistenti – quella degli interpreti LIS e quella nuova auspicata nel citato approfondimento – debbano concentrarsi in una. Infatti, diversamente da quanto si dice nell’intervista che è al centro di quell’articolo, gli interpreti LIS sono necessari e sufficienti a scuola per gli alunni sordi segnanti; e l’articolo 3 del Decreto Legislativo 66/17 stabilisce la formulazione del profilo professionale degli assistenti alla comunicazione, con l’interprete LIS per i sordi segnanti e l’esperto in tiflologia per i ciechi. Ci sono poi anche alcuni esponenti dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) che stanno sponsorizzando – come chi ha reso questa intervista – la nuova figura del tiflologo, che dovrebbe differenziarsi dall’assistente per l’autonomia dei ciechi attualmente operante.
Chi scrive, invece, non ritiene che si debbano moltiplicare i profili professionali di queste figure. Se si vuole, si arricchisca la formazione degli attuali assistenti per l’autonomia e la comunicazione nella formulazione dei nuovi profili, ma a mio avviso non ha senso raddoppiare le figure degli attuali assistenti per i ciechi e per i sordi segnanti.
La necessità di arricchimento, del resto, è dovuta al fatto che ormai nel campo della sordità l’elettronica e l’informatica, nonché le protesi e gli impianti cocleari, hanno fortemente innovato le conoscenze comunicative dei sordi e le strategie didattiche sia per i sordi segnanti che oralisti; e altrettanto può dirsi nel campo della tiflologia, con ottimi risultati. Però, i nostri docenti per il sostegno e i nostri assistenti per l’autonomia e la comunicazione seguono ancora corsi di specializzazione e formazione troppo insufficienti, sia per le ore di insegnamento che per i contenuti. A ciò si aggiunga la crescente e massiccia presenza di alunni con autismo, praticamente ignota o quasi dai contenuti degli attuali corsi di specializzazione dei docenti per il sostegno e dei corsi di formazione per gli assistenti.

Per quanto riguarda le persone sorde, si legga al proposito la recente pubblicazione di Giuseppe Gitti,  grande direttore del CRO di Firenze (Centro di Rieducazione Ortofonica), intitolata Le sordità. Passato, presente, futuro (Torino, Omega, 2018), «magnifico trattato», come lo ha definito nella postfazione Oskar Schindler.
Si tratta di un ponderoso volume che descrive le problematiche relative alla conoscenza delle persone sorde da parte dei non addetti ai lavori, le nuove tecnologie protesiche e gli impianti cocleari che consentono anche ai sordi profondi, non in grado di sentire con le protesi, di poter sentire e quindi di poter realizzare una buona inclusione scolastica, sociale e lavorativa.
Quanto poi alle persone cieche, i preziosi articoli firmati su queste stesse pagine da Luciano Paschetta e Gianluca Rapisarda offrono indicazioni circa una formazione di maggiore qualità per i docenti per il sostegno e gli assistenti alla comunicazione.

Si sbrighi quindi il Ministero a dare esecuzione all’articolo 3 del Decreto 66/17, favorendo così l’avvio di nuovi corsi di specializzazione per il sostegno e di formazione per gli assistenti all’autonomia ed alla comunicazione di migliore e più moderna qualità.
Giustamente i giuristi romani dicevano: Entia non sunt multiplicanda sine necessitate, ovvero «Non si devono moltiplicare le cose, se non ve n’è la necessità».

Presidente nazionale del Comitato dei Garanti della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), della quale è stato vicepresidente nazionale. Responsabile per l’Area Normativo-Giuridica dell’Osservatorio sull’Integrazione Scolastica dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down).

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