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Il “Progetto BAOBAB”, per far sì che la SLA non prenda il sopravvento

Il logo del GIP-SLA (Gruppo Italiano Psicologi SLA)

«In molti nuclei familiari sono presenti dei minori che, come tutte le altre persone della famiglia, sono coinvolti in una malattia come la SLA (sclerosi laterale amiotrofica). Questo loro impatto con il dolore può incidere positivamente nella loro crescita, amplificandone le capacità di resilienza, ma anche avere un impatto psicologico negativo sulla loro crescita sia a livello emozionale che comportamentale. Questa ricerca prevede una prima fase di osservazione e valutazione sugli atteggiamenti dei minori e sulle loro risposte emotive. L’obiettivo finale sarà quello di dare sostegno psicologico ai minori che mostrino delle fragilità ed offrire strategie educative ai loro genitori al fine di sostenere la relazione con questa esperienza di vita».
Viene presentato così il Progetto BAOBAB, iniziativa promossa nell’àmbito dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) dal GIP-SLA, il Gruppo Italiano Psicologi SLA, coordinato da Gabriella Rossi, con il sostegno della Fondazione Mediolanum.

L’idea del nome del progetto – che guarda segnatamente con grande attenzione alle famiglie con SLA, oltreché agli operatori del settore – nasce dal celebre libro di Antoine de Saint-Exupéry Il piccolo Principe, con la figura del Baobab che vuole rappresentare appunto la SLA, malattia che se non viene “curata” in tutti i suoi aspetti, può prendere il sopravvento nella vita delle persone che ne sono coinvolte. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: gipsla@aisla.it.

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