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“Mettere insieme le abilità”, nello sport e nella vita

Partita di rugby "mixed ability" del maggio 2018

Un’immagine scattata in occasione della partita di rugby “mixed ability”, giocata lo scorso anno tra il Settimo CRON Rugby e gli irlandesi Sunday’s Well Rebels

«Non ha paura del contatto. O di farsi male e sporcarsi. Dicono sia nato per questo sport. Qui si sente di fare parte di un insieme di persone che contano su di lui. Anche affettivamente, ci è molto legato». Le parole sono di Enrico Colzani, educatore e presidente del Chivasso Rugby. La mamma di Gabriele lo sta guardando mentre corre e suda e si scontra e cerca quel pallone ovale: «Enrico è stato la nostra luce in fondo al tunnel».
Gabriele ha una disabilità intellettiva e ha imparato ad amare il rugby grazie a Enrico, uno di quelli che cercano di costruire una società per tutti. Lui a rappresentare un bel gruppo che si impegna perché Gabriele e tanti altri non pensino di essere marginali o ai margini. Ci sono frontiere che vanno superate. Non sempre è facile che accada, ma per farlo occorre ci siano sognatori capaci anche di sporcarsi le mani. Non solo quelle, in questo caso, visto che si parla di rugby.

Il movimento Mixed Ability, con una Federazione Internazionale di riferimento (IMAS), nato in Italia otto anni fa, è giunto a essere il modello di riferimento della Federazione Italiana Rugby per la diffusione delle pratiche inclusive a livello nazionale. Permette ad atleti con e senza disabilità di giocare insieme, facendo dello sport un potentissimo e insostituibile mezzo di inclusione.
Colzani è referente IMAS in Italia: «Le persone con disabilità – dice – devono poter attingere alla conoscenza di sé, garantita appunto equamente nel modello Mixed Ability di sport, così come gli atleti senza disabilità. Giocare assieme garantisce risultati sorprendenti dove, per dirla con Rousseau, “se tutti si danno a tutti, nessuno si dà a nessuno” e la discriminazione non può esistere».
Il Chivasso Rugby festeggia i dieci anni di attività ed è il solo club accreditato da IMAS in Italia: «Il modello Mixed Ability nello sport non adatta i regolamenti alla disabilità – aggiunge Colzani -, credendo che questo equivarrebbe a definire cosa non è possibile riuscire a fare. I risultati ottenuti sono rilevanti, e mostrano che la liberazione del gesto sportivo ha ricadute sulla sfera della crescita personale. Tutti con le stesse regole, per un percorso di educazione permanente e inclusiva».

Il 23 febbraio prossimo il Chivasso Rugby è stato invitato a giocare la sua seconda partita contro La Drola Rugby nella Casa Circondariale Lorusso e Cutugno delle Vallette di Torino, portando il messaggio dell’inclusione ai ragazzi che stanno scontando la pena in carcere.
Il primo test match di Mixed Ability si giocò nel maggio dello scorso anno: il Settimo CRON Rugby, squadra che ha rappresentato l’Italia al primo e al secondo International Mixed Ability Rugby Tournament, ha sfidato gli irlandesi Sunday’s Well Rebels di Cork, campioni ai primi Mondiali inglesi di Bradford nel 2015 e finalisti nel 2017, nella terza Coppa Progetti Medical.
Una partita di assoluto livello, come assicura Martino Corazza, che è anche direttore dell’IMAS, oltre a essere da sempre fra gli amici dell’Associazione Chivasso Rugby, che come detto, è la prima società rugbistica in Italia nata per portare la palla ovale nel mondo del disagio e della disabilità: «Sono due delle squadre che meglio rappresentano questo modo di intendere lo sport – dichiara -, che poi altro non è che celebrare l’unicità di ogni persona e l’essenza stessa dello sport: partecipazione, sostegno, passione e divertimento. Il rugby è all’avanguardia».
«Dimostriamo – sottolinea dal canto suo Luca Tonin, arbitro federale e giocatore del CRON – che l’inclusione è possibile. Il Mixed Ability è uno stile di vita. Se fosse applicato nella vita di tutti i giorni, vivremmo in un mondo migliore!».

Grazie dunque al Progetto Mixar della Federazione Italiana Rugby, il Chivasso Rugby ha potuto giocare partite in Europa e si sta anche preparando per i prossimi Mondiali di Cork, in Irlanda, nel giugno del 2020.

Testo già apparso in “InVisibili“, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Quando il rugby è integrazione. Ecco il Mixed Ability”. Viene qui ripreso – con alcuni riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

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