Diario di un bambino con ADHD e dei suoi stremati compagni di viaggio

È questo il sottotitolo di “Non ci sto più dentro!”, libro di Anna Maria Sanders che suscita un particolare interesse, perché in esso a raccontarsi in prima persona è proprio un ragazzo di 11 anni con ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività), che lo fa attraverso gli occhi dei suoi genitori, dei suoi insegnanti e dei compagni di vita. Una nuova presentazione del volume è in programma nel pomeriggio di oggi, 18 febbraio, a Milano

Realizzazione grafica con tante frecce colorate che escono dalla testa di un uomo

Una rappresentazione grafica che ben visualizza la sostanza dell’ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività), un problema di cui chi è affetto da bambino continuerà a soffrirne anche in età adulta

«Sanders mette nero su bianco la quotidianità di suo figlio e delle persone che condividono assieme a lui questa esperienza. Uno scambio di prospettive che permette al Lettore un approccio “dall’interno”, per comprendere le dinamiche, i processi motivazionali, le particolarità cognitive e il modo di reagire agli stimoli esterni dell’ADHD, offrendo una chiave di lettura completa e trasparente anche a chi non conosce questo disturbo. Con un linguaggio fresco e ironico, il protagonista Max descrive gli episodi più veri e divertenti, ma allo stesso tempo profondi, della sua quotidianità».
Questo è stato scritto del libro Non ci sto più dentro! Diario di un bambino con ADHD e dei suoi stremati compagni di viaggio (Erickson, 2019), di cui è protagonista, in prima persona, Max, un ragazzo di 11 anni con ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività), che si racconta attraverso gli occhi dei suoi genitori, dei suoi insegnanti e dei compagni di vita.
L’autrice è Anna Maria Sanders, austriaca, che dopo avere studiato Germanistica all’Università di Salisburgo e Pedagogia all’Università statunitense dello Utah, ha lavorato come insegnante di lingue, ma da dodici anni si occupa intensamente di ADHD e in questo volume ha fatto convergere sia le sue esperienze professionali che quelle personali.

Dopo una prima presentazione nel gennaio scorso a Roma, da noi segnalata a suo tempo, nel pomeriggio di oggi, lunedì 18 febbraio, ne è in programma un’altra alla Feltrinelli di Piazza Piemonte, 2 a Milano (ore 16.30-18), condotta anche questa volta da Gianluca Daffi, formatore e collaboratore del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano, oltreché impegnato anche con lo SPAEE (Servizio di Psicologia dell’Apprendimento in Età Evolutiva) dello stesso Ateneo. Daffi, tra l’altro, progetta e conduce corsi di formazione e aggiornamento professionale per insegnanti e formatori. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Algisa Gargano (Mara Vitali Comunicazione), algisa@mavico.it.

L’ADH e le prevalenze dei disturbi del neurosviluppo
L’ADHD, acronimo inglese che sta per “disturbo da deficit di attenzione e iperattività”, è inserito nel DSM5 [“Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali”, quinta edizione del 2013, N.d.R.] tra i disturbi del neurosviluppo, indicandone una prevalenza di circa il 5% dei bambini e di circa il 2,5% negli adulti.
Esso è caratterizzato da difficoltà di attenzione, di controllo della motricità e da impulsività.
Il disturbo può assumere nelle persone diverse traiettorie evolutive, sia a seconda di eventuali altri disturbi associati, sia principalmente per l’appropriatezza/inappropriatezza della presa in carico terapeutica.
Tra le conseguenze più diffuse di un ADHD non trattato, vi sono l’abbandono degli studi, la perdita del lavoro, separazioni, frequenti incidenti e ritiro della patente, trascurare la propria salute, fino ad arrivare all’uso di sostanze e al commettere reati.
Per favorire un appropriato percorso di diagnosi e cura per i minori e gli adulti con ADHD, l’Associazione AIFA auspica al più presto la predisposizione di una normativa nazionale di riferimento, con linee guida ministeriali e una legge specifica, analogamente a quanto avvenuto per i disturbi dello spettro autistico e per i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).

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