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Quell’Unità Spinale che non riesce ancora a decollare

Unità Spinale a Valenza Unipolare di Ancona

L’Unità Spinale a Valenza Unipolare di Ancona

Il sorriso e il coraggio di Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore rimasto paraplegico a causa di un colpo di pistola, ci hanno colpito al cuore. Ma quanti Manuel ci sono fra noi che forse fino ad oggi non abbiamo visto? Quanti giovani, per eventi improbabili, quanto improvvisi, vivono il mondo su una carrozzina?
Un’indagine europea non recentissima indicava in 40 il numero di nuovi casi di lesione del midollo spinale ogni milione di abitanti per anno. Un dato, questo, tendenzialmente in crescita, a causa dell’aumento esponenziale di incidenti automobilistici e traumi in generale. Sono prevalentemente maschi, spesso di età inferiore ai 30 anni.

La Regione delle Marche vanta un servizio di eccellenza, unico in tutto il territorio regionale per la cura delle persone con paraplegia o tetraplegia conseguente a una lesione del midollo spinale, dalla fase acuta al ritorno in famiglia: è l’Unità Spinale a Valenza Unipolare presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona.
Avviata nel mese di giugno del 2010, grazie a un progetto nazionale dedicato, che ha elargito un finanziamento di circa 3 milioni di euro, la struttura ha potuto tuttavia ricoverare da allora non più di 178 pazienti, dovendo rifiutare, solo negli ultimi due anni, l’ingresso a più di 20 persone con lesione al midollo spinale, a causa dell’inadeguatezza del numero dei posti letto rispetto al fabbisogno della popolazione marchigiana residente.
Troppe persone con mielolesione, dunque, sono ancora costrette ad emigrare fuori regione per poter ricevere cure adeguate, con conseguente notevole disagio per sé e per i propri familiari, e con un aggravio di spesa per la collettività, dovuto all’aumento della cosiddetta “mobilità passiva extraregionale”.

Nonostante la disponibilità finanziaria ministeriale e la grande professionalità e passione del personale dedicato che ci lavora, l’Unità Spinale non riesce a decollare. Resta infatti un servizio sottodimensionato rispetto ai bisogni e alla degenza media: solo sei i posti letto, un numero di infermieri non appropriato, rinnovi contrattuali incerti.
Il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona, Michele Caporossi, ha assicurato alla nostra Associazione [APM-Associazione Paraplegici delle Marche, N.d.R.] – che è l’organo di tutela degli interessi di salute delle persone con lesione al midollo spinale residenti nel territorio marchigiano – che provvederà ad attuare in modo soddisfacente, entro questo primo trimestre del 2019, l’adeguamento della SOSD (Struttura Operativa Semplice Dipartimentale) Unità Spinale agli effettivi bisogni, avendo già predisposto locali idonei e attrezzature dedicate, che sono tuttavia al momento ancora inutilizzate.
Pur riponendo piena fiducia nell’operato del Direttore Generale, siamo al tempo stesso impegnati a monitorare costantemente l’avanzamento degli interventi per la definitiva e completa realizzazione del Progetto di Unità Spinale delle Marche, riservandoci di assumere tutti i provvedimenti necessari a tal fine. E questo perché mantenere il sorriso sul volto di chi in pochi istanti fatali si trova proiettato in un’altra dimensione di vita, garantire alla persona che ha subito una lesione al midollo spinale il percorso di cura e di riabilitazione adeguati, che la porterà a riappropriarsi del proprio futuro, per rimanere cittadino attivo e non assistito a vita, è un nostro indiscutibile dovere di civiltà.

Presidente dell’APM (Associazione Paraplegici delle Marche) (apmarche@tiscali.it).

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