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Il filo rosso è la libertà delle donne con disabilità

Giovane con disabilità in carrozzina, sul tetto di un palazzo, con le braccia aperteNegli ultimi anni Informare un’H (Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli) ha prodotto, raccolto e pubblicato una grande quantità di testi sul temi legati alla disabilità al femminile. Tutti questi testi sono stati inseriti in un’apposita sezione tematica denominata Donne con disabilità. All’interno di tale sezione sono previste due sottosezioni sugli aspetti ai quali il Centro ha deciso di dedicare particolare attenzione, vale a dire la promozione del Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea e il contrasto alla violenza nei confronti delle donne con disabilità. Tuttavia l’incremento dei testi pubblicati è diventato tale che quella che affettuosamente abbiamo sempre chiamato “la stanza delle donne con disabilità”, comincia a somigliare sempre di più ad un magazzino nel quale è difficile trovare le cose.
E così abbiamo deciso di fare un po’ d’ordine, senza buttar via nulla, per carità!, ma studiando un’organizzazione più amichevole, più usabile, e introducendo qualche novità.
Nuove sottosezioni affiancano ora quelle già esistenti. Trovano uno spazio proprio le Storie di donne con disabilità e i Diritti sessuali e riproduttivi. Viene inoltre valorizzata la trave portante dell’intera “stanza”, ovvero il Quadro teorico di riferimento, che riteniamo un repertorio di testi di notevole interesse. Finiscono invece nella miscellanea i rimanenti testi.

Ma perché spendere tante energie per un tema come “la disabilità femminile”, che i/le più considerano marginale e di nicchia?
Riflettendoci un attimo, appare assai più curioso darsi un gran daffare per contrastare la discriminazione che colpisce le persone con disabilità, o quella nei confronti delle donne, ma non curarsi affatto della discriminazione multipla che colpisce le donne con disabilità, ossia un tipo di discriminazione che, come suggerisce l’aggettivo “multipla”, si rivela molto più pervasiva e penalizzante di quella “semplice”.
Vale la pena ricordare che la tanto richiamata, e da più parti invocata, Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge 18/09, oltre ai molti richiami alle questioni di genere sparsi nei diversi articoli, include «la parità tra uomini e donne» tra i suoi Principi generali (articolo 3). Pertanto, trattare le questioni di genere come una priorità non è affatto una bizzarria, ma l’atteggiamento di chi vuole applicare la Convenzione ONU a partire proprio dai suoi princìpi.

Manca in Italia un movimento delle donne con disabilità, e ce ne sarebbe davvero bisogno. Manca spesso, tra le stesse donne con disabilità, la consapevolezza del maggiore svantaggio derivante dall’essere contemporaneamente donne e persone con disabilità.
È soprattutto a loro che abbiamo pensato nell’arredare questa “stanza”, perché in essa possano trovare informazioni costantemente aggiornate sulle questioni che le riguardano, e anche, perché no?, maturare la convinzione che sia necessario agire in prima persona nella rivendicazione dei propri diritti.

Non si pensi però alla “stanza” come ad uno spazio triste, nel quale si parla solo di problemi. Se esiste infatti un filo rosso che attraversa tutti i testi in modo più o meno esplicito, questo è la libertà delle donne con disabilità. Desiderarla, rivendicarla, inseguirla, lavorare per costruirla non è per niente triste. È triste che, ad oggi, qui in Italia, solo poche persone lo facciano.

Responsabile di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), nel cui sito la presente riflessione è già apparsa, con il titolo “La stanza delle donne con disabilità”. Viene qui ripresa, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

A questo link è disponibile la sezione rinnovata del sito di Informare un’h, dedicata al tema Donne con disabilità. Per approfondire ulteriormente quello stesso tema, si può anche fare riferimento al lungo elenco di testi da noi pubblicati presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite.

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