Perché penalizzare proprio quelle famiglie che si battono per l’inclusione?

«Nel nostro Paese si devono compiere enormi sforzi per attuare il diritto all’inclusione scolastica. Però, quando si studia un provvedimento per indebolire questi sforzi, la scelta diventa veramente ingiustificabile»: così il Comitato Uniti per l’Autismo si oppone a quanto deciso da una Delibera della Giunta Regionale della Lombardia, che taglia o addirittura nega il bonus riferito al Fondo per le Non Autosufficienze, alle famiglie il cui figlio con disabilità frequenti la scuola, anche per poche ore, o un centro diurno per più di quattordici ore alla settimana

Bimbo che va a scuola, fotografato di spalle«È molto difficile ottenere l’inclusione scolastica, nonostante sia un diritto sancito da più atti legislativi, ma nel nostro Paese si compiono enormi sforzi per attuarlo. Però, quando si studia un provvedimento per indebolire questi sforzi, la scelta diventa veramente ingiustificabile»: a cosa si riferisce la denuncia del Comitato Uniti per l’Autismo, che rappresenta più di quaranta Associazioni della Lombardia, impegnate in questo settore?
A quella recente Delibera della Giunta Regionale della Lombardia n. 1253 (Programma operativo regionale a favore di persone con gravissima disabilità e in condizione di non autosufficienza e grave disabilità di cui al Fondo per le Non Autosufficienze anno 2018), già messa pesantemente in discussione per ragioni diverse, come abbiamo riferito in altra parte del giornale, nella parte in cui si è deciso di tagliare del 40% (da 1.000 a 600 euro) il bonus per le famiglie o addirittura di negarlo, tramite la Misura a favore delle persone in condizione di disabilità gravissima (Misura B1). E questo nel caso che il bambino frequenti la scuola, anche per poche ore, o un centro diurno per più di quattordici ore alla settimana.

«Come possiamo pensare – dichiarano da Uniti per l’Autismo – che un aiuto alla famiglia di 1.000 euro possa essere decurtato a 600 perché il minore frequenta la scuola? Non possiamo pensare che il diritto/dovere all’istruzione, alla frequentazione di luoghi atti a fruire di servizi educativi, possano essere considerati come dei pretesti per non erogare fondi per la non autosufficienza: questa politica, infatti, oscura i diritti o almeno ne disincentiva la fruizione».
«Sono del resto assai gravosi gli oneri – proseguono dal Comitato – che la famiglia di un disabile gravissimo, minore o maggiorenne che sia, deve sopportare per garantirgli dei diritti in un contesto solitamente non ospitale, e in tal senso i contributi derivanti dal Fondo per le Non Autosufficienze sono un aiuto importante nel bilancio familiare. Non dimentichiamo che frequentare la scuola non è fruire di una presa in carico, ma è dare un’occasione unica di inclusione educativa/sociale a tutti, persone con e senza disabilità. Questo provvedimento, invece, va a penalizzare fortemente proprio quelle famiglie che già sostengono oneri considerevoli per favorire l’inclusione socio-educativa dei propri figli».

«La richiesta di quel bonus – concludono da Uniti per l’Autismo – è ancor più necessaria, anche a seguito dell’impossibilità di spendere il previsto voucher da 500 euro, a causa della mancanza di enti erogatori accreditati, in grado di offrire prestazioni e servizi in risposta ad alcuni tipi di fragilità con particolari esigenze, come appunto l’autismo».
È un rilievo, quest’ultimo, che si ricollega segnatamente alla petizione lanciata lo scorso anno dal Comitato stesso, con questo messaggio: «Per le persone con autismo, nella ricca e avanzata Lombardia vi sono ancora servizi carenti e in prevalenza a carico delle loro famiglie. Oggi si stima siano circa 100.000 le famiglie lombarde che si trovano a fare fronte da sole a questo dramma. Negli ultimi anni sono state pubblicate molteplici disposizioni di legge sull’autismo, a partite dalla Linea Guida n. 21 dell’Istituto Superiore di Sanità, per continuare con la Legge Nazionale 134/15 e, per restare alla Lombardia, alla Legge Regionale 15/16; e tuttavia, non sono ancora disponibili le necessarie competenze, le risorse economiche e le reti organizzative, per mettere realmente in pratica queste disposizioni». Una petizione, va detto, che ha già raccolto, fino ad oggi, quasi 242.000 sottoscrizioni.
Ad essa si unisce ora anche l’istanza di non rendere ancora più difficile la situazione di tante famiglie, con la decisione assunta dalla Delibera della Giunta Regionale Lombarda n. 1253/19. (S.B.)

Ringraziamo Raffaella Turatto per la collaborazione.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: unitiperlautismo@gmail.com.

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