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“Una via possibile”: l’arrampicata come simbolo di inclusione

Un fermo immagine del documentario “Una via possibile”

«Ha saputo affrontare la tematica dell’inclusione e integrazione attraverso la verticabilità di una parete di roccia che diventa così un muro “superabile”, grazie all’amore e alla tenacia dei due protagonisti e delle loro famiglie. L’arrampicata si trasforma in simbolo di realizzazione e di condivisione»: è con questa motivazione che il documentario Una via possibile si è recentemente aggiudicato il premio per la Miglior tematica sociale al prestigioso Festival dello Sport Integrato di Courmayeur (Aosta).
A realizzarlo sono stati Giacomo Piumatti e Marcello Manzino di Bra (Cuneo), accomunati dalla passione per il cinema e per la montagna, oltreché impegnati nel baskin (basket integrato), e per farlo hanno preso spunto dalla videotesi di laurea in Scienze Motorie elaborata da Manzino sul tema Sport e disabilità.
Protagonisti del bel filmato – che ha coinvolto nella realizzazione anche l’Associazione braidese Sportiamo – sono Eleonora, Fabio e Riccardo, impegnati nella scalata di una parete di roccia, tre persone che normalmente non praticano l’arrampicata sportiva, ma che nonostante le rispettive disabilità, dimostrano senz’altro di poterlo fare. (S.B.)

A questo link è disponibile il trailer del documentario Una via possibile. Gli interessati a visionarlo integralmente possono contattare Mirella Garello della Società Sac International (miri@sacinternational.it), che ringraziamo anche per la segnalazione della notizia.

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