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Sindrome di Down e lavoro: fa bene e conviene! Parola di imprenditori

Cinque giovani lavoratori con sindrome di Down

I testimonial della campagna “#downlavoro 2019” sono cinque giovani lavoratori con sindrome di Down, residenti a Roma, assunti con regolare contratto: Fabrizio (Daiichi Sanyo), Laura (XIV Municipio di Roma), Valerio (Mercato Centrale), Giovanna (Bar Banquetin) e Andrea (Camping Village)

«Fino a non molti anni fa – dichiara Anna Contardi, coordinatrice nazionale dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) – sembrava impossibile parlare di lavoratori con sindrome di Down nel libero mercato. Oggi sappiamo che è possibile e utile, per il lavoratore, per l’azienda e per la società. Ci insegnano ogni giorno che l’attenzione alle piccole cose e alle persone ci fa vivere meglio, tutti, e che questa cosa “ci riguarda”».
Sono concetti, questi, ribaditi in questi giorni dai giovani dell’AIPD, che in occasione della giornata del Primo Maggio, Festa dei Lavoratori, sono tornati a lanciare il proprio hashtag: #DownLavoro, all’insegna di un messaggio chiave, coincidente con una precisa richiesta: «Non aiutarmi a realizzare un sogno: considerami un lavoratore».
Non un sogno, quindi, quello di un loro inserimento lavorativo, ma un obiettivo e anche una realtà, come raccontano nel video Inclusione lavorativa, diffuso in questi giorni dall’Associazione, nove imprenditori europei che hanno scelto di inserire nel proprio staff lavoratori con sindrome di Down. E si dichiarano tutti soddisfatti di tale scelta, ritenendola non solo giusta, ma anche conveniente, in quanto migliora il clima di lavoro e l’affiatamento del gruppo, piace ai clienti ed è produttiva anche dal punto di vista economico.

Quegli imprenditori (l’italiano Fabio Spada, gli ungheresi Benkò Szolt e Kezdì-Schlachta Làszlò, gli spagnoli Neus Guiu, Manuel Gonzales e Miguel Lopez Llena, i portoghesi Simao Sà e Celio Fernandes, il turco Tulay Bourne) aderiscono al marchio Valueable, promosso dall’AIPD per evidenziare l’impegno delle imprese negli inserimenti lavorativi, come abbiamo ampiamente riferito a suo tempo anche sulle nostre pagine. Essi hanno assunto a tal proposito uno o più lavoratori con sindrome di Down, in particolare nel settore della ristorazione e dell’accoglienza alberghiera e le loro testimonianze sono state appunto raccolte nel citato video Inclusione lavorativa, diffuso in questi giorni dall’AIPD.
«I nostri clienti – vi afferma Neus Guiu – apprezzano il fatto che la nostra azienda dia il proprio contributo alla società». «Rober – vi sottolinea Manuel Gonzales – ha lavorato tanto e con molto impegno; a mio parere grazie a lui l’ambiente di lavoro è molto migliorato».
E ancora: «Abbiamo davvero notato – dichiara Simao Sà – un gran miglioramento nel nostro team. Hanno lavorato molto meglio come squadra, abbiamo avuto un buon feedback anche dai nostri clienti. Alcuni sono venuti alla reception e volevano saperne di più sul progetto. Quando ho spiegato loro cosa stava succedendo, alcuni hanno detto: “Tornerò proprio per questo”».
Anche per Benkò Szolt «l’atmosfera è molto più piacevole e serena da quando lei lavora con noi. Le persone sono più tolleranti tra loro», mentre Miguel Lopez Llena dichiara di volere innanzitutto «superare i luoghi comuni, parlando di Guillem come di un lavoratore molto interessato ad imparare e a fare cose diverse. Saremmo lieti se, alla fine del suo stage, potesse continuare con noi un contratto di lavoro, nella forma più conveniente per entrambe le parti».
Infine, Fabio Spada, che ha assunto Niccolò all’interno del proprio locale, dice: «Penso che per tutti, a partire da me, il rapporto con Niccolò abbia cambiato il modo di approcciarsi, sia ai propri colleghi di lavoro sia al lavoro stesso. È un calmante naturale, Niccolò è una persona affidabilissima e assolutamente inseribile in un contesto lavorativo non solo per fare del bene o come forma di assistenza, ma in quanto lavoratore che rende esattamente come gli altri. E se questa è la molla che devo usare con i colleghi ristoratori per convincerli, dirò che è molto conveniente assumere persone come Niccolò».

Impegnata ormai da molto tempo su questo fronte, l’AIPD produce una serie di dati.
Al 31 dicembre 2018, erano 198 le persone con sindrome di Down della rete di questa Associazione che lavoravano con contratto a tempo determinato o indeterminato. In termini percentuali, circa il 16,4% del totale dei maggiorenni presenti nella rete.
Tre quarti di queste persone avevano un contratto a tempo indeterminato e provenivano soprattutto dal Centro (58,1%) e dal Sud Italia (25%), dove la rete AIPD è più presente e più carente il servizio pubblico.
Sempre nel 2018 sono state realizzate 42 nuove assunzioni tramite gli specifici progetti dell’AIPD, dei quali 13 a tempo indeterminato, con l’attivazione di 79 nuovi tirocini extracurriculari a norma di legge e di 14 stage brevi in Italia e all’estero. La maggior parte degli inserimenti è avvenuta in azienda, il resto in Cooperative Sociali di tipo B.
Per quanto poi riguarda le tipologie delle aziende che impiegano questi lavoratori, si tratta, nel dettaglio, di bar, pub, ristoranti, mense, supermercati, gelaterie, fast food, hotel, librerie, enti pubblici, fabbriche, farmacie, parrucchieri, case di riposo, negozi di ottica, aeroporti, negozi di abbigliamento, una banca e una scuola di lingue.
Venendo infine al presente anno 2019, dal 1° gennaio sono stati avviati 17 tirocini locali (a Bari, Bergamo, Brindisi, Castelli Romani, Catanzaro, Cosenza, Latina, Livorno, Pisa, Roma, Termini Imerese e Venezia) e 9 tirocini fuori città di una, due o tre settimane continuative (4 al Quirinale, 2 a Bardolino, uno a Barcellona, uno a Milano e uno ad Amburgo), nell’àmbito dei due progetti Chi trova un lavoro trova un tesoro e Lavoratori con sindrome di Down: da assistiti a contribuenti, finanziati rispettivamente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio e anch’essi presentati a suo tempo dal nostro giornale.

Per dare ulteriore risalto a tutto ciò, nella mattinata del Primo Maggio (ore 11) vi è stato poi, in varie città, il flash mob #DownLavoro, segnatamente allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’inserimento al lavoro delle persone con sindrome di Down.
E tutto ciò mentre il cammino del DownTour (ovvero il camper dell’AIPD contro il pregiudizio, partito da Roma il 21 marzo scorso, come si può leggere a questo link, e che dopo le tappe di Viterbo, Perugia, Grosseto, Livorno, Viareggio, Pisa e Prato, si trova ora a Bergamo) ha tra i principali temi al centro del suo impegno proprio quello del lavoro.
Si tratta, lo ricordiamo, di un’iniziativa voluta per celebrare il 40° anniversario dalla fondazione dell’AIPD, che ha già consentito all’equipaggio del camper – in continuo cambiamento, ma composto sempre da una o due persone con sindrome di Down, insieme a familiari e tutor – di intercettare migliaia di persone. E tra gli argomenti al centro degli incontri e delle attività promosse nelle oltre 35 tappe in programma, c’è appunto anche quello dell’inserimento lavorativo, così come accade nel relativo spot realizzato gratuitamente da Frognroll.net e che ha come testimonial il popolare attore Lino Guanciale. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampaaipd@gmail.com.

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