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Un 5 Maggio dedicato a chi crede nella libertà e nella dignità umana

Logo della Giornata Europea della Vita Indipendente del 5 maggio

Il logo della Giornata Europea della Vita Indipendente del 5 maggio

Il 5 Maggio sarà la sesta Giornata Europea per il Diritto alla Vita Indipendente, «una ricorrenza – aveva sottolineato un paio di anni fa su queste stesse pagine ComodalBasso, Assemblea locale del Comitato Lombardo per la Vita Indipendente delle Persone con Disabilità – cui le Istituzioni in genere non sembrano tenere molto: è infatti ancora troppo radicata l’idea che, in presenza di disabilità, l’indipendenza personale nel pensiero e nelle scelte di vita – della quotidianità, ma anche della progettualità – sia impraticabile e ci si debba rassegnare a vivere dipendendo dalle scelte altrui. Spesso, però, è proprio l’illusione di non esserne toccati da certi problemi, se non marginalmente, che porta a un pensiero così “ristretto” e ancora più spesso questo pensiero costringe a estenuanti lotte per restare “vivi” e per non ritenersi inferiori e indegni di “volere”».

Si tratta di concetti sostanzialmente ribaditi anche quest’anno dal Comitato Lombardo per la Vita Indipendente, insieme allo stesso ComodalBasso e ai Gruppi Abbatti le Barriere e Disabili Pirata, nel presentare l’iniziativa proposta appunto per il 5 maggio, consistente in un corteo per le vie di Milano, che partirà alle 10 da Via XXV Aprile, accompagnato dalla musica della Banda degli Ottoni a Scoppio, fino a concludersi al Centro Polifunzionale La Stecca di Via De Castilla.
Nel ricordare infatti che «la disabilità è solo una delle tante caratteristiche che contraddistinguono gli uomini e le donne della nostra specie»; che «le diverse disabilità comportano diversi tipi di svantaggi, da superare, secondo la Costituzione Italiana, per il raggiungimento di una pari dignità sociale e del pieno sviluppo della persona umana»; e ancora che «questi obiettivi possono essere conseguiti soltanto assicurando alle persone con disabilità il diritto a una Vita Indipendente, affinché possano autodeterminare la loro esistenza e fare delle scelte come tutte le persone libere e uguali», le organizzazioni lombarde sottolineano che «ancora oggi, purtroppo, le persone con disabilità sono considerate come un “imprevisto”. Di conseguenza le società e i governi non sono preparati ad accoglierle e mettono a disposizione soluzioni organizzative ancora inadeguate o addirittura ostili. I risultati sono: discriminazione, emarginazione, segregazione, umiliazione e sofferenza. Si può essere infatti segregati in casa propria, se non c’è un’assistenza personale o gli ausili giusti per poter uscire di casa quando lo si desidera o quando serve; così come è emarginante essere inseriti in qualche residenza, struttura, comunità, perché non ci sono alternative. Ed è umiliante e discriminante non poter accedere, per la presenza di barriere architettoniche o per la mancanza di assistenti personali che ci accompagnino o rimangano a disposizione per bisogni e necessità, ai luoghi dove vanno tutte le altre persone».

«C’è chi dice – prosegue la nota del Comitato Lombardo per la Vita indipendente, di ComodalBasso, di Abbatti le Barriere e di Disabili Pirata – che è una questione di costi, ma non è così. È una questione di modo di pensare, di cultura. I costi ci sono, devono esserci, perché i lavoratori vanno pagati. Il problema è: per fare cosa? Non certo per confezionare le persone con disabilità come “patetici bambolotti” lavati, vestiti e piazzati davanti a un televisore o “animati” con giochetti di società, ma per permettere loro di essere se stesse, di esercitare la propria capacità di autodeterminazione, come ogni essere umano vorrebbe». «È un sentiero – concludono – che tutte e tutti dobbiamo calcare sia per solidarietà che per investimento sul proprio futuro: per questo attendiamo al corteo del 5 maggio tutte le persone che antepongono la libertà e la dignità umana a qualsiasi altro obiettivo!».

Per l’occasione, dunque, verranno ancora una volta espresse con forza alcune precise richieste, ovvero «finanziamenti sufficienti per assumere assistenti personali e norme che li prevedano; investimenti per abbattere le barriere architettoniche e per impedire che ne vengano costruite di nuove; parità di accesso a scuola, lavoro, casa, trasporti, sanità, servizi urbani e tutto quanto una società civile mette a disposizione di tutti i cittadini e le cittadine». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: vitaindiplombardia@gmail.com.

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