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La FAIP e quell’intervento su una persona tetraplegica

Intervento chirurgico«Il mondo della ricerca e tutte le sue implicazioni, se da un lato genera un indubbio fascino, dall’altro può suscitare anche perplessità, dubbi, paure e speranze nelle Persone con lesione midollare e nelle loro famiglie, in una realtà scientifica nazionale purtroppo ancora molto “povera” di finanziamenti e spesso vittima di inusitate speculazioni. A tal proposito va rimarcata con forza la necessità di garantire un circuito informativo corretto e non strumentale, utile ad interessi che siano quelli della ricerca seria e validata, disincentivando la sconveniente “fuga in avanti” di molti “attori del sistema”, che diano eccessiva importanza alla ricerca fine a se stessa, senza tenere in debita considerazione il miglioramento sostanziale della qualità della vita delle Persone con lesione al midollo spinale e la condizione delle loro famiglie».
È ritenendo necessaria questa premessa che la FAIP (Federazione Associazioni Italiane Paratetraplegici) commenta la notizia diffusa con grande risonanza nelle scorse settimane, dalla quasi totalità degli organi d’informazione, riguardante un intervento chirurgico su una persona con tetraplegia, presso il Cto di Torino, a cura degli specialisti Bruno Battiston, Diego Garbossa, Paolo Titolo e Andrea Lavorato, riportato così dal quotidiano «La Stampa»: «Per la prima volta in Italia, al Cto di Torino, una nuova tecnica permetterà ad un paziente tetraplegico di recuperare la funzione delle mani, grazie a tecniche chirurgiche che hanno permesso di bypassare il livello della lesione al midollo spinale. A seguito di un incidente automobilistico, sei mesi fa il paziente aveva riportato una lesione midollare completa a livello cervicale che aveva provocato, oltre al deficit completo degli arti inferiori, l’impossibilità di apertura e chiusura delle dita bilateralmente. La procedura chirurgica è durata circa 3 ore e mezza per arto: sono stati collegati nervi ancora funzionanti a nervi deficitari nel tentativo di reinnervare la muscolatura delle mani. Per il recupero della funzione motoria serviranno molti mesi e trattamenti fisioterapici».

«Si è sicuramente trattato di un intervento rivoluzionario – commenta Vincenzo Falabella, presidente della FAIP – ottenuto grazie ad innovative tecniche chirurgiche, che hanno permesso di bypassare il livello della lesione al midollo spinale, trasferendo e ricollegando come fili elettrici nervi sani (sopra la lesione stessa del midollo) a nervi non più funzionanti a valle della lesione stessa, corrispondenti al movimento e all’utilizzo delle mani. Una ricerca di qualità costruita attraverso il coinvolgimento diretto dei Servizi che trattano direttamente le Persone con lesione al midollo spinale».

«È ormai da anni – prosegue Falabella – che la nostra Federazione, con le sue varie organizzazioni territoriali, incoraggia e sostiene la ricerca seria e validata sulle lesioni al midollo spinale, che sempre più procede verso gli importanti indirizzi che si stanno sviluppando in questi ultimi anni. E pur tuttavia dobbiamo procedere con cautela e diligenza, senza troppa enfasi, perché, come accaduto in un passato anche recente, è sempre presente il pericolo di scoop sensazionalistici rilanciati dai media di tutto il mondo, in grado solo di alimentare false speranze nelle persone para-tetraplegiche e nei loro familiari. Al di là di questo, però, e nonostante l’insufficienza dei finanziamenti di cui tuttora possono beneficiare, in Italia non mancano laboratori dove si stanno analizzando dei processi che potrebbero limitare al massimo il danno causato dalle lesione del midollo spinale».

«Guarderemo dunque con particolare attenzione – conclude il Presidente della FAIP – a tutti i dettagli dell’intervento effettuato a Torino e cercheremo anche di confrontarci con gli specialisti che lo hanno eseguito (Bruno Battiston, Diego Garbossa, Paolo Titolo e Andrea Lavorato), monitorando gli sviluppi del recupero della funzione motoria, che richiederà molti mesi, e sarò facilitata dai moderni trattamenti fisioterapici atti a preservare e favorire la motilità dei distretti interessati. Se i risultati saranno positivi, certamente ci troveremo di fronte ad una svolta sensazionale nella ricerca, dove l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle Persone con lesione al midollo spinale si tradurrà nel voler contribuire ad aumentare le nostre conoscenze sul danno midollare e suggerire nuove terapie sperimentali al fine di arginare il deficit funzionale o contrastare le gravi complicanze causate da una lesione». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: presidenza@faiponline.it.

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