Con la disabilità non si scherza, si gioca!

È questo uno dei messaggi-chiave proposti dall’Associazione milanese L’abilità, nel proprio Spazio Gioco, frequentato da tanti bambini, ognuno con il proprio percorso di vita, le proprie abilità e disabilità, la propria storia, ma tutti accomunati dallo stesso desiderio di sperimentare il piacere del gioco. Dietro ad ogni bimbo, poi, c’è una famiglia, mamme, papà e talvolta anche nonni, come Susanna, che prima della nascita della sua nipotina non sapeva nulla di disabilità, mentre ora ha imparato, tra le altre cose, a giocare con i bambini con disabilità

Spazio Gioco dell'Associazione L'abilità di Milano

Accade allo Spazio Gioco dell’Associazione L’abilità di Milano

I bambini che frequentano lo Spazio Gioco della nostra Associazione [L’abilità di Milano, N.d.R.] sono tanti, ognuno caratterizzato dal proprio percorso di vita, dalle proprie abilità e disabilità, dalla propria storia. Tutti, però, sono accomunati dallo stesso desiderio di sperimentare il piacere del gioco.
Dietro ogni bambino c’è ovviamente anche una famiglia: mamme e papà che attraverso il gioco riscoprono il rapporto con il proprio bambino. Talvolta anche i nonni diventano protagonisti, come nel caso di G. e Susanna, sua nonna.
«Prima dell’arrivo della mia amatissima nipotina – racconta quest’ultima -, non avevo mai incontrato la disabilità, non sapevo come approcciarmi, non ne sapevo nulla. Mi sono trovata quindi in grande difficoltà e ho iniziato, con tutta la mia famiglia, un percorso che ha permesso, a ciascuno di noi, di tirare fuori il meglio, di esaltare i nostri punti di forza, di crescere… anche grazie allo Spazio Gioco dell’Associazione L’abilità».

Oggi nonna Susanna ha costruito con G. un rapporto speciale, un contatto profondo, una relazione che cresce giorno dopo giorno: «G. non parla, sono sicura che lo farà, prima o poi, ma riesce benissimo a comunicare, a far capire ciò di cui ha bisogno… e comunque parlo io a sufficienza per entrambe!».
Susanna racconta quindi come abbia dovuto imparare a rapportarsi alla nipote, come gli appuntamenti allo Spazio Gioco siano stati indispensabili sessioni di apprendimento per lei, di divertimento per G. «Quando l’accompagnavo – dice – osservavo tutto, per capire come interagire con lei, come giocare. Grazie al gioco G. è migliorata molto, soprattutto negli aspetti che riguardano le relazioni. Oggi la bambina scherza, gioca ed entra in relazione con il prossimo. La prima volta che consapevolmente ha risposto al mio abbraccio ho provato un’emozione indescrivibile».

«Con L’Associazione L’abilità – prosegue Susanna – ho imparato a giocare. Inizialmente non sapevo come fare, anche se l’istinto mi fa sperimentare qualsiasi cosa affinché lei possa giocare, possa interagire, possa crescere. Chiaro che con lei bisogna avere un’attenzione diversa. Ciò che agli altri bambini viene spontaneo, G. lo dove vedere e rivedere per capirlo a fondo, per impararlo, per farlo suo. Bisogna imparare a stare al suo passo, adattandosi alle sue capacità, a quanto può e desidera fare. Frequentando altri nonni presso L’abilità, mi sono resa conto che viviamo sentimenti comuni: abbiamo provato (e talvolta proviamo ancora) ansie, paure, un senso di inadeguatezza e di incapacità che in alcuni casi ci porta a colpevolizzarci. Ma sono convinta che non ce ne sia alcun motivo: noi ci siamo sempre per i nostri nipoti e questo è fondamentale. Ci impegniamo per loro, facciamo di tutto senza mai sostituirci naturalmente ai genitori, i ruoli devono essere ben distinti. Ma noi ci siamo, sempre. Nonostante tutto… e anche per noi non è semplice, perché ci troviamo a vivere una condizione di doppio dolore: soffriamo per i nostri nipoti, soprattutto all’inizio, e allo stesso tempo soffriamo per i nostri figli, che si trovano a vivere una condizione che non sanno come affrontare. È proprio questo il punto: imparare ad affrontare un situazione di fronte alla quale si è completamente impreparati, almeno io lo ero. L’esperienza all’Abilità è servita perché mi ha insegnato, tra le altre cose, come giocare con i bambini con disabilità, io prima non lo sapevo».

Ringraziamo dunque Susanna per avere voluto condividere la sua storia, la ringraziamo per avere voluto giocare con la nostra Associazione e averci regalato il suo sguardo, bello quanto quello della piccola G.
Si può quindi proprio concludere dicendo che «con la disabilità non si scherza, si gioca!».

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@labilita.org (Anna Tipaldi).

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