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Successi scolastici: ma perché da noi no?

Andrew Wyeth, "Up in the Studio", 1965

Andrew Wyeth, “Up in the Studio”, 1965

Sempre più spesso i mezzi di informazione, social network in primis, ci propongono un’immagine delle persone con disabilità diversa rispetto al passato: i ragazzi che hanno successo negli studi, riuscendo persino a conseguire una laurea, non sono più un caso isolato.
La lettura di queste notizie non può che suscitare una riflessione, anche alla luce dell’esperienza della nostra Associazione [ANFFAS di Modica, in provincia di Ragusa, N.d.R.] che da ormai vent’anni è a strettissimo contatto con gli istituti scolastici, le varie amministrazioni, gli studenti e le loro famiglie.

Partiamo da una domanda: perché nel nostro territorio tutto ciò sembra irrealizzabile? Infatti, il problema è che se i nostri studenti con disabilità, nella quasi totalità dei casi, concludono il loro percorso formativo con un semplice attestato di frequenza (e non con un diploma) significa che, di strada, dobbiamo ancora percorrerne tanta.
Dipende forse da una mancanza di informazione delle famiglie? Dal fatto che la scuola, spesso, non padroneggia ancora i vari strumenti a disposizione (pensiamo al PEI-Piano Educativo Individualizzato e alle criticità che talvolta abbiamo riscontrato o ai vari strumenti didattici compensativi)? Oppure da una mancanza di comunicazione tra i diversi livelli di istruzione, ad esempio nel passaggio dalle scuole medie alle scuole superiori?
Del resto, è anche ovvio che certe (positive) notizie colpiscano più di altre, se pensiamo che, quando si parla di scuola e disabilità, veniamo a sapere più o meno questo: prèsidi che invitano i familiari a tenere i figli a casa per mancanza di trasporto e assistenza, ragazzi esclusi dalle prove INVALSI, sostegno nel caos.
Tutte contingenze quotidiane, queste, che, al di là dei contenuti educativi, rendono la sola presenza in classe dell’alunno con disabilità un successo.

Che il sistema abbia bisogno di correttivi lo dimostra anche il nuovo Decreto Legislativo 96/19, che intende migliorare l’impianto del precedente Decreto 66/17, dedicato proprio all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità [del nuovo Decreto si legga ampiamente sulle nostre pagine a questo link, N.d.R.].
L’intento è quello di mettere al centro lo studente e le sue necessità: le ore di sostegno verranno concordate anche con i familiari, il PEI incluso nel progetto individualizzato previsto dalla Legge 328/00 e sono previste metodologie di studio non standardizzate per patologia.
Siamo consapevoli che non sarà certo uno strumento legislativo – ultimo di una lunga serie – a cambiare lo stato dell’inclusione scolastica, ma auspichiamo che, con il giusto coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti e degli strumenti esistenti, si riesca a trovare per ogni alunno con disabilità il giusto percorso, atto a garantirgli il massimo apprendimento possibile.
Lo dobbiamo ai tanti studenti meritevoli del nostro territorio, che di certo non mancano.

Presidente dell’ANFFAS di Modica (Ragusa) (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale).

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