Storie di coraggio, storie di riscatto al “Cervino CineMountain”

È noto anche come il “Festival del cinema di montagna più alto d’Europa” e quest’anno, durante la sua XXII edizione, il “Cervino CineMountain” di inizio agosto in Valle d’Aosta ha avuto tra i film in concorso almeno quattro pellicole in cui la disabilità la fa da protagonista, tutte opere, per altro, accomunate dalla grande voglia di riscatto dei protagonisti. “Gamba in spalla” – risultato tra le pellicole premiate – “The Weight of Water”, “Dreaming Folk” e “Connected”: questi i titoli dei film che qui presentiamo

Film "Gamba in spalla" (©Romuald Desandré)

Romuald Desandré in una scena di “Gamba in spalla”, film premiato al “XXII Cervino CineMountain” (©Romuald Desandré)

È noto anche come il “Festival del cinema di montagna più alto d’Europa” e quest’anno, durante la sua XXII edizione, il Cervino CineMountain articolatosi dal 3 all’11 agosto su varie proiezioni nelle località valdostane di Cervinia, Valtournenche, Antey, Chamois e Torgnon – ha avuto tra i film in concorso almeno quattro pellicole in cui la disabilità la fa da protagonista, tutte opere, per altro, accomunate dalla grande voglia di riscatto dei protagonisti.

In anteprima mondiale, ad esempio, è arrivato al Festival Gamba in spalla, lungometraggio italiano/francese diretto da Romuald Desandré e vincitore del Premio Film Commissione Vallée d’Aoste/Miglior Film Valdostano (a questo link la presentazione).
Realizzato grazie a una campagna di raccolta fondi nel web e voluto soprattutto per combattere i pregiudizi, Gamba in spalla racconta la storia dello stesso Desandré che, amputato a una gamba a causa di un grave incidente sul lavoro nel 1989, decide di rimettersi in gioco, affrontando niente meno che il Tor des Géants, una delle più faticose gare di resistenza al mondo, 330 chilometri da percorrere sui sentieri delle Alte Vie della Valle d’Aosta.
Desandré, quindi, inizia l’allenamento in montagna, in piscina, in bicicletta, ma il suo sogno si infrange prima ancora di iniziare, a causa della mancanza di una normativa che gli permetta di iscriversi. Ma non si lascia abbattere, e insieme al fratello consegna una petizione con 47.000 firme al Ministro delle Politiche Sociali, cosicché lo scorso anno arriva la svolta e riesce, per incominciare, a partecipare in staffetta al Tot Dret, gara di resistenza di 130 chilometri, con una squadra composta di soli atleti con disabilità.

Altro film in concorso al XXII Cervino Cine Mountain è stato l’americano The Weight of Water (“Il peso dell’acqua”), presentato per la prima volta in Italia proprio in questa occasione (a questo link il trailer).
Il protagonista è Erik Weihenmayer, cieco dalla nascita, e nella pellicola si racconta la sua emozionante avventura di ventuno giorni tra rapide pericolose, scorpioni e campeggi all’aperto, per affrontare uno dei tratti d’acqua più estenuanti del mondo.
Dopo avere scalato l’Everest, infatti, Weihenmayer sfida il terrore dell’apnea, del suono fragoroso delle cascate, della velocità del fiume che si insinua tra le curve del Grand Canyon. Il regista Michael Brown trasmette l’intensità e la paura, la lotta per tenersi a galla, ma anche la bellezza del viaggio e le sfide emozionali del viaggio di Erik.
È la storia della ricerca di una sensazione unica e preziosa, quella di vivere fino in fondo l’istante presente.

È invece Luca il protagonista del terzo film presentato in Valle d’Aosta, Dreaming Folk dell’italiano Alessandro Stevanon (a questo link il trailer).
Persona con disabilità, Luca riesce via via a trovare il suo modo per superare gli ostacoli interposti tra desideri e possibilità e liberandosi da ogni pregiudizio, trasforma i propri limiti in frontiere da oltrepassare.
È una storia di riscatto e di riscoperta della propria identità, con il protagonista che smette di definirsi attraverso le proprie mancanze e inizia a identificarsi con il proprio talento, realizzando così il suo sogno di bambino, fatto di musica e danze, di abiti folkloristici, di canti della sua terra.

Infine, la pellicola polacca Connected di Aleksandra Maciejczyk (a questo link il trailer) che racconta il ritorno sugli sci dopo dieci anni – invero non troppo fortunato – di Krzysztof, non vedente accompagnato dalla moglie e guida Wiola.
Esplicita metafora del loro percorso nella vita, la salita in seggiovia coincide con un netto peggioramento delle condizioni meteorologiche, con la foschia che cala fitta sulle piste dei sci. Raggiunta quindi la cima, montano sui caschi degli apparecchi per tenersi in collegamento e una volta connessi, scendono nel paesaggio invernale ormai avvolto in un’impenetrabile coltre di nebbia. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa Cervino CineMountain (Barbara Mazzocco), barbaramazzoccopress@gmail.com.

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