Giornalismo e disabilità: dov’è la notizia?

«In un contesto sociale, sanitario, economico e comunicativo in continua evoluzione, anche il concetto di disabilità ha modificato i propri orizzonti. Alla luce di queste rivoluzioni, il giornalismo non può esimersi dall’adeguare il proprio linguaggio verso una copertura più moderna e innovativa della tematica»: si partirà da questo assunto, l’11 ottobre a Torino, durante il convegno “Giornalismo e disabilità: dov’è la notizia?”, organizzato dall’Associazione Volonwrite, in occasione del decennale dalla propria nascita

Tavolo di lavoro nella redazione dell'Associazione Volonwrite di Torino

Tavolo di lavoro nella redazione dell’Associazione Volonwrite di Torino

Dopo dieci anni di buona comunicazione sociale sulla disabilità – è nata infatti nel 2009, come si può leggere meglio anche nel box in calce -, l’Associazione torinese Volonwrite ha deciso di festeggiare questo anniversario organizzando per la mattinata dell’11 ottobre a Torino (Sala Antico Teatro del Servizio Passepartout della Città di Torino, Corso Unione Sovietica, 220/D – ingresso accessibile da Via San Marino, 22/a) il convegno intitolato Giornalismo e disabilità: dov’è la notizia?.

«In un contesto sociale, sanitario, economico e comunicativo in continua evoluzione – spiegano da Volonwrite -, anche il concetto di disabilità ha modificato i propri orizzonti. Alla luce di queste rivoluzioni, il giornalismo non può esimersi dall’adeguare il proprio linguaggio verso una copertura più moderna e innovativa della tematica».
Di tale argomenti, Marco Berton, vicedirettore di Volonwrite.org, discuterà con autorevoli personalità del mondo dei media, dello sport e del sociale, tra cui i giornalisti Claudio Arrigoni, Simone Fanti e Darwin Pastorin, la blogger e scrittrice Valentina Tomirotti, gli atleti paralimpici Carlotta Gilli e Gregory Leperdi, il fotografo Mauro Ujetto, la docente universitaria Nicoletta Bosco e Silvia Bruno, presidente del CIP Piemonte (Comitato Italiano Paralimpico).
Durante l’incontro, inoltre, è prevista anche un’intervista in collegamento Skype con Iacopo Melio, giornalista, scrittore e attivista per i diritti delle persone con disabilità.

Da parte nostra – come contiamo di fare in occasione di tutti gli incontri dedicati a queste tematiche – riteniamo di poter portare un buon contributo, riprendendo nel box in calce il Decalogo della buona informazione sulla disabilità, redatto nell’ormai lontano 1998 da Franco Bomprezzi, già direttore responsabile di «Superando.it» dal 2004 al 2014, anno della sua scomparsa, un decalogo che ci sembra ancora del tutto valido più di vent’anni dopo.

Da segnalare, in conclusione, che il convegno dell’11 ottobre si avvarrà del patrocinio della Città di Torino, e che è organizzato con il contributo della Fondazione CRT, di Vol.To (Volontariato Torino), del Consiglio Regionale del Piemonte dell’Ordine dei Giornalisti e di Torteria Berlicabarbis. (S.B.)

A questo link è disponibile il programma completo del convegno dell’11 ottobre a Torino. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: associazionevolonwrite@gmail.com.

Volonwrite
È un’Associazione di volontariato nata nell’àmbito del Progetto Prisma – per le Relazioni d’Aiuto all’interno della Redazione Città Aperta del Servizio Passepartout del Comune di Torino. Quest’ultimo è una realtà particolare, viva e di grande integrazione nella quale giovani con disabilità fisico-motoria (vincitori di tirocinio formativo triennale), ragazzi in Servizio Civile e dipendenti del Comune lavorano fianco a fianco nella gestione del sito cittadino InformadisAbile.
«La vicinanza dei redattori esperti – spiegano da Volonwrite – ci ha permesso di maturare esperienza nel settore della comunicazione sociale multimediale. L’amicizia che ci lega e la volontà di continuare ad essere portavoce di noi stessi e non meri oggetti della comunicazione di altri hanno portato poi, nell’anno 2009, a costituire Volonwrite, che oggi svolge un ruolo importante nel quadro della comunicazione sociale multimediale scritta, radio e video».
«Ancora oggi – aggiungono – la Redazione Città Aperta del Servizio Passepartout e i suoi operatori rappresentano un punto di riferimento costante per noi che abbiamo potuto accrescere le nostre competenze, grazie anche alla collaborazione con il Polo Cittadino della Salute, nell’àmbito della manifestazione La Salute in Comune, confermandoci partner nelle numerose iniziative promosse dalla Città».

Decalogo della buona informazione sulla disabilità
(Franco Bomprezzi, 1998)
1)
Considerare nell’informazione la persona con disabilità come fine e non come mezzo.
2) Considerare la disabilità come una situazione “normale” che può capitare a tutti nel corso dell’esistenza.
3) Rispettare la “diversità” di ogni persona con disabilità: non esistono regole standard né situazioni identiche.
4) Scrivere (o parlare) di disabilità solo dopo avere verificato le notizie, attingendo possibilmente alla fonte più documentata e imparziale.
5) Utilizzare le immagini, nuove o di archivio, solo quando sono indispensabili e comunque corredandole di didascalie corrette e non offensive della dignità della persona. Quando la persona oggetto dell’immagine è chiaramente riconoscibile, chiederne il consenso alla pubblicazione.
6) Ricorrere al parere dei genitori o dei familiari solo quando la persona con disabilità non è dichiaratamente ed evidentemente in grado di argomentare in modo autonomo, con i mezzi (anche tecnologici) a sua disposizione.
7) Avvicinare e consultare regolarmente, nell’àmbito del lavoro informativo, le associazioni, le istituzioni e le fonti in grado di fornire notizie certe e documentate sulla disabilità e sulle sue problematiche.
8) Ospitare correttamente e tempestivamente le richieste di precisazione o di chiarimento in merito a notizie e articoli pubblicati o diffusi.
9) Considerare le persone con disabilità anche come possibile soggetto di informazione e non solo come oggetto di comunicazione.
10) Eliminare dal linguaggio giornalistico (e radiotelevisivo) locuzioni stereotipate, luoghi comuni, affermazioni pietistiche, generalizzazioni e banalizzazioni di routine. Concepire titoli che riescano ad essere efficaci e interessanti, senza cadere nella volgarità o nell’ignoranza e rispettando il contenuto della notizia.

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