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Facciamo giocare i bambini tutti insieme e spieghiamo l’inclusione nelle scuole

Marianna, Socia della UILDM di Genova, e la mamma Ornella

Quella di Marianna, giovane Socia della UILDM di Genova, e della mamma Ornella, è l’immagine-simbolo scelta dalla UILDM per il progetto “A scuola di inclusione: giocando si impara”

«È già dal 2017 che sosteniamo il diritto al gioco di tutti i bambini, installando insieme alle Amministrazioni Pubbliche giostre accessibili nelle aree verdi italiane. Questo nuovo bando ci permetterà di continuare a lavorare in quest’ottica, ma inserendo un importante elemento di novità: andremo infatti a collaborare con gli studenti perché la scuola è il luogo primario della formazione di mentalità aperte e inclusive nei cittadini di domani e la prima palestra in cui essi imparano a mettere in pratica che la diversità è ricchezza per la nostra vita. Lavorare con i ragazzi nelle scuole significa costruire relazioni solide e far crescere tutta la comunità».
Così Marco Rasconi, presidente nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), aveva presentato nella primavera scorsa, anche su queste pagine, il progetto A scuola di inclusione: giocando si impara, con il quale la stessa UILDM ha vinto la seconda edizione del “Bando Unico” previsto dalla Riforma del Terzo Settore, emesso nel mese di novembre dello scorso anno e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

L’iniziativa, lo ricordiamo, punta a promuovere e favorire la socializzazione di bambini e ragazzi con disabilità, al fine di ridurre disuguaglianze e discriminazioni, oltre a contribuire a rendere più fruibili e accessibili i luoghi pubblici a tutti, attraverso il coinvolgimento di 17 Amministrazioni Comunali, individuate dalle Sezioni UILDM, e altrettanti istituti scolastici, per un totale di circa 1.200 studenti.
Cinque le fasi previste, per una durata totale di un anno e mezzo, nella prima delle quali, attraverso una serie di seminari, l’iniziativa verrà presentato a livello locale dalle Sezioni UILDM, con il coinvolgimento delle Amministrazioni Comunali e degli istituti comprensivi locali.
La seconda fase prevede quindi la realizzazione di attività di sensibilizzazione sul tema della disabilità negli istituti scolastici che parteciperanno al progetto, mentre successivamente, sempre le Sezioni UILDM, congiuntamente alle Amministrazioni Locali, individueranno 17 aree verdi e parchi da riqualificare con l’installazione di giochi accessibili ai bambini con disabilità.
E ancora, la quarta fase del progetto si strutturerà nell’organizzazione di eventi pubblici che vedranno la partecipazione del noto gruppo musicale dei Ladri di Carrozzelle, composto da persone con diversi tipi di disabilità, sia psichica che fisica, e delle scuole coinvolte nella seconda fase. Questo allo scopo di diffondere una cultura della disabilità più attenta alla persona, integrata nel contesto sociale.
E infine, verrà avviata un’attività di valutazione dell’impatto del progetto sul territorio, elemento, questo, di particolare novità, perché consentirà di orientare sempre più le scelte verso i reali bisogni dei soggetti che hanno interagito con il progetto.

Nei giorni scorsi, dunque, è partita la prima fase, esattamente il 20 ottobre a Salzano (Venezia), ove la UILDM di Venezia, nell’àmbito della “storica” manifestazione ludica e sportiva Scarrossando, nata per promuovere la cultura dell’inclusione e l’abbattimento della barriere architettoniche, ha organizzato una conferenza stampa per presentare alla cittadinanza il progetto.
A seguire, il 9 novembre, in occasione del proprio cinquantennale, la UILDM di Genova terrà un seminario nella propria città, presso la Sala Chierici della Biblioteca Comunale Berio.
Concluderà questa fase la UILDM di Arzano (Napoli), che a fine novembre ha in previsione due appuntamenti in altrettante scuole di Scampia, sempre per presentare il progetto.

«Il tema dell’inclusione delle persone con disabilità – commenta Rasconi è una questione ancora aperta. È importante partire dalle nuove generazioni per lanciare il nostro messaggio di inclusione e costruire insieme un futuro dove c’è spazio per tutti. Il fatto che la disabilità venga vista come una ricchezza e non come un ostacolo può realizzarsi solo se fin da piccoli i nostri bambini vengono abituati a giocare, e quindi costruire relazioni, con altri bambini che hanno una disabilità. In tal modo, da adulti non saranno né stupiti né spaventati nel vedere una persona in carrozzina, farà parte del loro presente, sarà normale». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: irace@secrp.com (Alessandra Irace); uildmcomunicazione@uildm.it (Alessandra Piva).

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