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Luci e ombre per le raccolte fondi del non profit

Disegno di mani colorate intrecciateSono ambivalenti le tendenze delle raccolte fondi nel non profit, fotografate dalla XVII Indagine condotta dall’IID (Istituto Italiano della Donazione), ricerca realizzata nell’estate scorsa su un campione di 104 organizzazioni non profit, che delinea appunto uno scenario di luci e ombre: se infatti la maggioranza delle organizzazioni afferma di avere aumentato o confermato le proprie raccolte fondi rispetto all’anno precedente, il 38% dichiara di averle migliorate, contro il 25% che le ha diminuite.
Da evidenziare, inoltre, il buon numero di organizzazioni che dichiarano di avere incrementano la raccolta da fondazioni erogative (27% contro il 21% precedente) e, soprattutto, da aziende (33% contro 23%).
Si riscontra, per altro, un marcato ottimismo nello sguardo al prossimo futuro: il 48% degli enti, infatti, prevede di chiudere l’anno con un miglioramento della raccolta fondi rispetto all’esercizio precedente.

Per quanto riguarda gli strumenti, ad affermarsi sono gli eventi pubblici (concerti, spettacoli, cene), che risultano la modalità più utilizzata (22% del campione) e più efficace (20%).
Rilevante, poi, la crescita dei lasciti testamentari: ne fruisce tuttora una minoranza, il 21% degli enti, ma essi iniziano a comparire tra gli strumenti indicati come più efficaci (per il 3% delle organizzazioni). A differenza degli anni precedenti risultano maggioritari i lasciti di taglia media, tra i 100.000 e 1 milione di euro.

Tornando al fronte del sostegno da parte delle aziende, per un’organizzazione non profit su due l’aiuto prevalente non è quello economico e se il 24% di esse si affida in particolare alla fornitura gratuita di prodotti e servizi, il 12% guarda soprattutto al volontariato d’impresa.
Praticato dal 28% di coloro che hanno risposto all’indagine, quest’ultimo è certamente un fenomeno in via di diffusione, se è vero che più della metà delle organizzazioni non profit che ne usufruiscono hanno promosso iniziative negli ultimi diciotto mesi.
Il volontariato aziendale, in sostanza, risulta essere in primo luogo un mezzo per entrare in relazione continuativa con una o più imprese e il vantaggio più evidente è costituito dalla fidelizzazione di nuovi volontari e donatori.

Particolarmente preoccupante, invece, risulta lo scenario per le organizzazioni che si occupano di cooperazione internazionale. Dopo le difficoltà palesate nello scorso anno contestualmente alle campagne mediatiche di discredito sul fronte dell’aiuto in mare ai migranti, le organizzazioni operanti in questo settore capaci di incrementare la propria raccolta fondi sono sempre meno: il dato crolla infatti al 23% dal 31% del 2017 e addirittura dal 43% del 2016, cosicché mentre tre anni fa il settore era perfettamente in linea col mondo non profit nel suo complesso, oggi la forbice è di 12 punti percentuali.
Eppure, in controtendenza, le organizzazioni di cooperazione internazionale sono protagoniste della crescita delle donazioni online: il 34% delle organizzazioni che vedono crescere questo settore della propria raccolta fanno capo infatti a tale àmbito.

Ricordiamo, in conclusione, che nel sito dell’Osservatorio del Dono sono disponibili tutti i dati relativi al secondo rapporto Noi doniamo, nell’ambito dell’Osservatorio stesso e della 17^ edizione dell’indagine sulla raccolta fondi realizzata dall’IID. (O.P. e S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ornella Ponzoni (ornella.ponzoni@istitutoitalianodonazione.it).

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