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La delusione delle persone con disabilità di Napoli

Cittadina con disabilità davanti alla sede della 1^ Municipalità della città di Napoli

Una cittadina con disabilità davanti alla sede della 1^ Municipalità della città di Napoli

Com’è noto, il 9 ottobre scorso si sono celebrati i trent’anni della caduta del Muro di Berlino, un muro lungo circa 135 chilometri e alto circa 3 metri e 60. Era la sera del 9 novembre del 1989 e ricordo le immagini televisive di migliaia di persone sul muro che lo prendevano a martellate.
I tedeschi dell’Est dopo più di quarant’anni si liberavano da un oppressivo Stato dittatoriale, da una divisione fisica e politica che li aveva emarginati nello sviluppo democratico e culturale.

Nello stesso anno in Italia si promulgava la Legge 13/89 per l’eliminazione delle barriere architettoniche, per eliminare gli ostacoli fisici e sensoriali che emarginano le persone con disabilità. Nel nostro Paese, però, dopo trent’anni non possiamo ancora festeggiare nessuna caduta dei muri né di tutti quegli ostacoli creati dagli uomini, perché la Legge 13/89 è ancora largamente inapplicata, si continuano ad erigere barriere che emarginano ancora una parte cospicua della popolazione italiana o degli stranieri in transito per la nostra nazione per turismo, studio o lavoro, che per vari fattori fisici o sensoriali abbiano una diversa mobilità.

Laddove vi sono le barriere architettoniche e sensoriali non vi può essere integrazione, e ancora milioni di persone sono tenute fuori dallo sviluppo democratico e attivo alla partecipazione dello Stato Italiano. Fuori dalle scuole, dalle università, dalle sedi di sindacati e di partiti, dai circoli culturali o religiosi, fuori da esercizi commerciali o di ristorazione, fuori dai trasporti pubblici o privati, fuori da ospedali o ambulatori pubblici o privati, fuori dai servizi alle persone, fuori dalla collettività.

La realtà napoletana è forse ancora più complessa, dal momento che negli ultimi anni la situazione è a dir poco peggiorata, tanto da far parlare di un’accessibilità alle strutture pubbliche e private in larga parte degenerata.
Negli ultimi otto anni, da quando cioè è in carica il sindaco De Magistris, non vi è mai stato un confronto formale in questo àmbito con le Associazioni nelle sedi istituzionali. Non ci si è minimamente adoperati per redigere Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (i PEBA, come da Legge 41/86). Infatti, i trasporti pubblici sono off limits per chi ha una mobilità ridotta, i treni della metropolitana, gli autobus e i taxi sono inaccessibili, non vi è un piano parcheggi, né un piano per la mobilità degli “utenti deboli” della strada, i pedoni.
Il Sindaco è la massima autorità e pertanto deve adoperarsi per la tutela della salute e dell’incolumità dei cittadini; a Napoli, invece, si muore investiti dalle auto perché non esistono le strisce pedonali, non si sono mai realizzati gli attraversamenti pedonali rialzati a livello del marciapiede per rallentare il traffico veicolare, le persone rischiano quotidianamente la vita perché costrette a scendere dai marciapiedi in quanto ostruiti da innumerevoli ostacoli, dalle campane dell’ASIA [Società di servizio di gestione dei rifiuti, N.d.R.], da edicole dismesse, buche, auto, scooter, rifiuti ingombranti, tavolini abusivi, occupazioni di suolo abusivi.
Il Sindaco, però, dice che va tutto bene, che è impegnato per diciotto ore di lavoro al giorno, che non ha tempo di camminare a piedi per la città, cosicché tutte queste cose che ci sono in strada non le vede…

In questi otto anni si sono aperti o rimodernati migliaia di esercizi commerciali, di ristorazione e di accoglienza turistica, ma quanti di questi hanno eliminato le barriere architettoniche? Quanti sono gli esercizi commerciali che siano stati multati o chiusi dall’ASL o dalla Polizia Locale per il mancato rispetto delle leggi vigenti? La risposta è sin troppo facile: nessuno!
Il Sindaco parla di “rivoluzione copernicana”, dice di avere «spaccato il vecchio sistema politico», da paladino della trasparenza e della giustizia; un vecchio detto napoletano, però, recita Chiacchiere e tabbacchere ’e ligno, ’o bbanco ’e Napule nun se ’mpegna [“Sulle parole e sui baracchini di legno il banco di Napoli non dà fiducia”, N.d.R.].
De Magistris si potrà giustificare dicendo che ha una squadra di Assessori, ma se questi sono incompetenti o attenti solo alla propria carriera, vanno rimossi subito e non per pseudo beghe politiche.

Durante la campagna elettorale del 2016, chi scrive aveva proposto al Candidato Sindaco un piano intitolato Napoli 2016/2021 zero barriere. Se n’era occupato l’allora vicesindaco Raffaele Del Giudice. Ma a questo punto, visti i risultati, credo di avere trascorso inutilmente un anno di viavai verso gli uffici del Vicesindaco e in generale va detto che le persone con disabilità e i loro familiari sono delusi per gli impegni non mantenuti e per l’incapacità di governare processi di trasformazione urbana.

Presidente dell’Associazione SuperAbile di Napoli (presidente@superabileonlus.org).

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