Quando i diritti e il rispetto sembrano diventare valori trascurabili

«Avremmo consigliato ai genitori di questi “mongoloidi” di fare il tri test e l’amniocentesi e magari ripetere l’esame, e poi, visti i miserabili risultati, non farne nulla»: è sostanzialmente questo il triste messaggio apparso di fronte a un locale di Livorno, rimosso dopo un’ondata di proteste. «Offese a dir poco vergognose», secondo Federico Gelli, presidente del Cesvot, che aggiunge: «In un momento in cui i diritti e il rispetto sembrano diventare valori trascurabili, non bisogna trascurare mai il presidio contro chiunque attenti alla dignità delle persone, soprattutto quelle più fragili»

Uomo disperato, con le mani sulla faccia«È difficile trovare parole adeguate per condannare un linguaggio offensivo, discriminatorio ed oltraggioso come quello usato dal ristorante Stuzzicheria di Mare in Venezia di Livorno. Le scuse sono arrivate, debite ma complicate da accettare, perché le offese rivolte alle persone con disabilità e ai loro genitori questa volta sono state davvero vergognose. Come un paradosso, poi, le scuse stesse rivelano, oltre la malvagità e il razzismo, anche la dimensione esatta dell’ignoranza contro la quale dobbiamo combattere ogni giorno e sempre di più».
A cosa si riferisce con queste parole Federico Gelli, presidente del Cesvot (Centro Servizi per il Volontariato Toscana)? Si riferisce a quanto viene raccontato dal «Corriere della Sera – Corriere Fiorentino / Cronaca», rispetto al cartello affisso sulla porta d’ingresso del citato locale Stuzzicheria di Mare in Venezia di Livorno, dopo le critiche da parte di alcune persone – e conseguente esposto – per una pedana esterna secondo loro non a norma.
Quel cartello recitava testualmente: «Secondo alcuni mo…idi autoctoni (che hanno pensato bene di fare un esposto), noi della Stuzzicheria di Mare avremmo fatto costruire una pedana di tale fatta, senza avere preventivamente regolare permesso dal Comune di Livorno (e sicuramente non gratuito). Ora il rammarico che noi abbiamo è questo: purtroppo circa 50-60 anni fa la scienza medica non aveva ancora inventato il Tri Test e l’amniocentesi, altrimenti avremmo volentieri consigliato ai genitori di cui sopra di farla bene e magari ripetere l’esame, e poi visti i miserevoli risultati non farne proprio di nulla». Quasi superfluo precisare che quei puntini di sospensione iniziali altro non volevano che miseramente celare il termine “mongoloidi”.

Dopo le tante critiche, il locale livornese, oltre a rimuovere il cartello,  si è scusato con il seguente testo: «Parlando a nome della Stuzzicheria di Mare, vi porgo le mie più sincere scuse per il post che sta girando sul nostro conto. Non volevamo offendere nessuno con questa lettera, ma volevamo rivolgersi [sic] alle persone in particolare che purtroppo ci stanno mettendo i bastoni fra le ruote sin dal primo giorno in cui abbiamo aperto e che tra segnalazioni ed esposti ci fanno arrivare, quotidianamente, dei controlli che purtroppo per loro sono vani, dato che ogni cosa dentro il nostro locale è stata prima approvata in Comune e poi fatta. Con questo non proviamo a giustificarsi, ma chiedo umilmente scusa a chi, giustamente, si sente preso in causa per le nostre parole. Scusate ancora».
Sono quelle stesse scuse ritenute come «complicate da accettare» dal Presidente del Cesvot, che aggiunge: «Siamo in un momento storico delicato e pericoloso in cui i diritti e il rispetto sembrano essere diventati valori trascurabili. In questo caso, poi, restiamo ancora più sconcertati e sbigottiti, considerando che le offese arrivano da chi ha a che fare con il pubblico tutti i giorni. Teniamo alta l’attenzione e non trascuriamo mai il presidio contro chiunque attenti alla dignità delle persone, soprattutto quelle più fragili». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: comunicazione@cesvot.it (Cristiana Guccinelli).

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