Soste selvagge e coscienze in stand-by

«Ho sempre creduto – scrive Giuseppe Fornaro – che il progresso scientifico e tecnologico avrebbe portato con sé anche nuove coscienze. Certo, sono ormai dimenticati i tempi in cui la disabilità era una macchia da mimetizzare nei colori dell’indifferenza quotidiana e tuttavia ci sono esempi del nostro vivere quotidiano che non lasciano ben sperare, come i superficiali controlli delle soste selvagge, con l’invasione delle aree di parcheggio riservate; eppure i vigili controllano il traffico come hanno sempre fatto. Ecco, forse il problema è proprio lì… come hanno sempre fatto!»

Uomo di profilo che rifletteHo sempre creduto che il progresso scientifico e tecnologico avrebbe portato con sé anche nuove coscienze. In realtà ci credo ancora, sebbene mi aspettassi che alcuni traguardi umani sociali fossero stati già raggiunti da un po’ di tempo. E non si tratta di politica, ma soltanto di semplice aspettativa di “un diverso”!
Certo, sono ormai dimenticati i tempi in cui la disabilità era una macchia da mimetizzare nei colori dell’indifferenza quotidiana, indifferenza alimentata dalla cultura della forma sempre priorizzata alla sostanza.
Un aumento di sensibilità? Forse. Senz’altro un ruolo importante l’ha rivestito l’aumento di opportunità, dei progetti mirati all’inserimento e all’integrazione delle persone con disabilità che pullulano dappertutto. Ci sono poi le normative europee in merito che impongono l’abbattimento delle barriere architettoniche, facendo obbligo ai Comuni di riservare e tutelare le aree di sosta.
Fantastici progetti parzialmente realizzati che vanno controcorrente rispetto agli “effetti collaterali” di una Società sempre più affannata e in corsa, stressata dal ritmo incessante della produttività che la rende meno umana e più distratta nei confronti di chi resta un po’ indietro.

Ecco perché, nonostante gli sforzi delle Autorità Locali per la promozione e la realizzazione di percorsi e opportunità ai disabili, le soluzioni continuano ad essere mera filosofia utopica e politica sterile.
Non ho mai creduto nella mentalità provinciale che stenta a stare al passo con la più avanzata mentalità del centro città, credo invece che le Autorità di provincia assumano un atteggiamento appunto “provinciale”, che va a discapito dei fruitori dei benefìci designati dalle Istituzioni.
Un piccolo esempio agli occhi del nostro vivere quotidiano sono i superficiali controlli delle soste selvagge.
Diventano stressanti e interminabili le ricerche di aree di sosta, con conseguenti invasioni delle aree di parcheggio riservate; eppure i vigili controllano il traffico come hanno sempre fatto. Ecco, forse il problema è proprio lì… come hanno sempre fatto!

Referente nazionale per gli Ausili e le Tecnologie dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), consigliere dell’UICI di Napoli e responsabile del Presidio Zonale UICI della Zona Vesuviana.

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