Tanto si deve fare per migliorare la vita delle persone ipoudenti

«Come altre Associazioni nazionali ed europee – scrive a qualche giorno dalla Giornata Mondiale dell’Udito del 3 marzo Liliana Cardone, presidente di Sulle ALI dell’Udito-Associazione Ligure Ipoudenti – anche la nostra sostiene e promuove la diffusione della tecnologia assistiva in Italia (ausili acustici, impianti cocleari, sottotitoli, impianto ad induzione magnetica, infrarossi e a modulazione di frequenza), capaci di facilitare l’inclusione degli ipoudenti nella società, nella cultura, nel lavoro e nel tempo libero»

Persona ipoudente

Un persona ipoudente

Anche quest’anno il 3 marzo scorso vi è stata la Giornata Mondiale dell’Udito (World Hearing Day), importante iniziativa internazionale voluta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per la quale di volta in volta viene proposto un tema diverso [se ne legga già anche sulle nostre pagine, N.d.R.].
Quello di quest’anno è stato Udire è vita. Non permettere alla perdita di udito di limitarti (Hearing for Life. Dont let hearing loss limit you), voluto allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla maggiore consapevolezza di questo problema. Occorre insomma promuovere azioni in tal senso, fare prevenzione e curare il proprio udito.

I messaggi chiave della Giornata sono stati:
° In tutte le fasi della vita, la comunicazione e la buona salute uditiva ci collegano gli uni agli altri, alle nostre comunità e al mondo.
° Per coloro che soffrono di problemi di udito, interventi adeguati e tempestivi possono facilitarne l’accesso all’istruzione, occupazione e comunicazione.
° A livello globale, manca l’accessibilità ai dispositivi acustici per fronteggiare i problemi di udito.
° Un intervento precoce è essenziale e dovrebbe essere messo a disposizione dal Sistema Sanitario.

Anche in Italia, il 28 e 29 febbraio scorsi a Roma, si sarebbe dovuta svolgere una conferenza dedicata alla Giornata Mondiale dell’Udito, rinviata, purtroppo, a data da destinarsi, a causa dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus.

Secondo una statistica di qualche anno fa, in Italia sono più di 7 milioni e 200.000 le persone che soffrono di perdita uditiva, pari al 12% della popolazione residente (circa 60 milioni di abitanti). Ogni anno, inoltre, nascono più di 2.000 bambini affetti da sordità.
Rispetto al passato, oltre ad aumentare l’ipoacusia tra gli anziani, che sono in continuo aumento, i medici specialisti hanno riscontrato un aumento considerevole del numero dei giovani che iniziano ad avere problemi di udito. Motivo di questo incremento è l’uso inappropriato delle cuffie per ascoltare la musica ad alto volume, la frequenza delle discoteche, l’inquinamento acustico delle città, nei posti di lavoro ecc.

Oggi molte persone con difficoltà uditive potrebbero usufruire di innovativi e sofisticati strumenti che facilitano l’ascolto (protesi acustiche, impianti cocleari, ecc ) e vivere meglio in tutti i contesti sociali, culturali e lavorativi. Invece troppo spesso le persone con problemi di udito ricorrono all’uso di protesi acustiche solo dopo sei o sette anni. Vuoi lo stigma sociale, vuoi che spesso vengono visti come brutti o troppo appariscenti… eppure oggi questa difficoltà potrebbe essere superata, in quanto ci sono molte persone che vanno in giro con auricolari e altri piccoli dispositivi come i Bluetooth, gli Air pods di Apple, gli Earwear con la massima disinvoltura.
C’è inoltre scarsa attenzione da parte dello Stato su questo argomento che coinvolge tutti i ceti sociali. Manca infatti una normativa a favore delle persone sorde e ipoacusiche con un’adeguata informazione sugli strumenti tecnologici assistivi per audiolesi. Manca una Linea Guida per architetti e ingegneri, con le informazioni utili al il superamento delle barriere della comunicazione tuttora esistenti in molti luoghi pubblici, quali sale conferenze, sale di Consiglio Comunali, sportelli pubblici, teatri, luoghi di culto, stazioni ferroviarie e così via.
E ancora, a tutt’oggi i nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) non vengono applicati in molte Regioni italiane, cosicché per molte persone l’acquisto di due protesi acustiche innovative non è a portata di portafoglio. Ci sono fortunatamente dispositivi digitali più economici, ma che spesso non risolvono del tutto il problema della comunicazione. Ad essere maggiormente coinvolta in questo disagio uditivo è segnatamente la persona con una grave sordità, che ha la necessità di avere protesi acustiche più innovative e sofisticati capaci di facilitare la comunicazione in molti contesti sociali.

Nel nostro Paese molte Regioni provvedono allo screening per i neonati. In questo modo i piccoli, se risultano avere un problema di udito, vengono subito protesizzati e solo nei casi più gravi e dopo qualche anno avranno la possibilità di poter usufruire di un impianto cocleare.
Se poi ugualmente vi sono numerose Regioni che provvedono allo screening oncologico, in quanto contemplato nei nuovi LEA per le persone ultracinquantenni, nessun controllo dell’udito è invece previsto per quella fascia di età.
Più in generale va detto che ancora oggi sono pochissimi gli sforzi da parte dello Stato e di molte Regioni per la prevenzione e il controllo dell’udito per gli adulti, azioni, queste, che sono vere e proprie armi con cui anticipare problemi fisici che possono portare alla sordità totale o parziale.

La nostra Associazione [Sulle ALI dell’Udito-Associazione Ligure Ipoudenti, N.d.R.] sostiene ad esempio il controllo dell’udito a tutti i patentati e neopatentati e a tutti i lavoratori e dipendenti pubblici e privati; solo così, infatti, la persona ha la possibilità di curare o prevenire i problemi uditivi e l’isolamento o, nei casi più gravi, la caduta nella depressione.
Ma sono utili gli ausili acustici? Certamente sono molto utili per sentire, per partecipare alle conferenze, per ascoltare un concerto, così come sono utili gli occhiali che servono per vedere meglio, per leggere, per guidare… Nessuno si vergogna di indossare occhiali da vista, optando magari per una scelta di montature strane o molto appariscenti. Gli ausili acustici sono invece più piccoli e spesso non appariscenti. Rispetto a vent’anni fa, inoltre, sono tecnologicamente più avanzati e digitali, con microfoni multidirezionali, capaci di attutire i rumori di fondo e con dei piccoli dispositivi al proprio interno, come la bobina per telefono o il Bluetooth, che offrono la possibilità di connettersi con facilità al telefono, al computer, alla televisione ecc.
Questi piccoli e preziosi dispositivi permettono di essere sempre attivi e di non isolarsi. Non c’è prezzo alla possibilità di fare le stesse cose che facevamo quando sentivamo meglio e cioè andare al cinema, al ristorante, conferenze che ci interessano e molto altro.

Come altre Associazioni nazionali ed europee, anche noi sosteniamo promuoviamo la diffusione della tecnologia assistiva nel nostro Paese (ausili acustici, impianti cocleari, sottotitoli, impianto ad induzione magnetica, infrarossi e a modulazione di frequenza), capaci di facilitare l’inclusione degli ipoudenti nella società, nella cultura, nel lavoro e nel tempo libero.

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