Tutele per gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione

«Assistenti all’autonomia e alla comunicazione ed educatori – scrive Michele Peretti – si sono uniti per chiedere al Governo di adottare le misure più idonee per tutelarli, dopo che il Ministero li ha invitati a recarsi a casa dei loro studenti con disabilità, in modo tale da non perdere lo stipendio. Ma anche i docenti di sostegno si recheranno presso il domicilio dell’alunno con disabilità? E andare a domicilio, considerando i motivi per cui sono state adottate forti misure restrittive a tutela della salute pubblica, significa forse che per alcune categorie l’emergenza sanitaria è finita?»

Assistente all'autonomia e alla comunicazioneGli assistenti ad personam operano con e a supporto del docente di sostegno al fine di favorire l’inclusione scolastica dell’alunno con disabilità. Attraverso il PEI (Piano Educativo Individualizzato), progetto su misura, l’assistente e il docente lavorano per lo sviluppo delle potenzialità dell’alunno con disabilità.

Ora il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha invitato assistenti ed educatori a recarsi a casa dei loro studenti. Così facendo, nessuno perderà lo stipendio dovuto.
Ma anche i docenti di sostegno si recheranno presso il domicilio dell’alunno con disabilità? Andare a domicilio, considerando i motivi per cui sono state adottate forti misure restrittive a tutela della salute pubblica, significa forse che per alcune categorie l’emergenza sanitaria è finita? O forse gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione e gli educatori sono immuni dal coronavirus e non lo sapevano?
Eppure, basta poco per capire che la disabilità comprende situazioni molto diverse tra loro. Alcuni studenti sono già cagionevoli e raggiungerli a casa non gioverebbe loro per varie ragioni. Le stesse per cui i media ci stanno bombardando da giorni.

Assistenti ed educatori si sono uniti per chiedere al Governo di adottare le misure più idonee per tutelarli. Non è giusto che nel 2020 si facciano ancora distinzioni e discriminazioni tra “lavoratori di serie A” e “lavoratori di serie B”. Non dimentichiamoci inoltre che questi professionisti percepiscono pochi euro all’ora e non vengono retribuiti quando gli studenti non vanno a scuola, durante le vacanze di Pasqua e Natale, in presenza di allerta meteo e così via.

Si dice fortemente amareggiata Esther De Gennaro, referente del Movimento Nazionale Noi Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione, che ha dichiarato: «Non abbiamo anche noi il diritto di tutelare la nostra salute e quella dei nostri cari? Non abbiamo forse il diritto di essere retribuiti come tutti gli operatori scolastici che lavorano per il MIUR? Noi non abbiamo nessuna colpa! Lo Stato deve fare la sua parte e assumersi tutte le responsabilità del caso».

Le presenti riflessioni sono già apparse nella testata in web «Vivere Fermo» e vengono qui riprese, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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