La Sicilia e l’emergenza: i soldi (pochi) servono, ma da soli non bastano

«Ci saremmo aspettati una manovra che avesse una visione – scrive Giuseppe Di Natale, portavoce del Forum del Terzo Settore Sicilia, a proposito dei provvedimenti di contrasto della propria Regione agli effetti economici dell’emergenza coronavirus – e non una manovra che lasciasse tutto come prima, solo con un poco di soldi in più, nel cui testo, tra l’altro, non si rinviene un solo intervento a favore delle persone con disabilità e alle loro famiglie». «I soldi – conclude – sono importanti, ma da soli non sono sufficienti, perché il vero investimento si fa sulle persone»

Foto in bianco e nero di uomo che rifletteEra difficile attendersi cose diverse da un Governo Regionale che in questi giorni di emergenza non ha ritenuto di ascoltare la voce di chi, sul campo, ha lavorato per garantire servizi, relazioni, dando senso, valore e significato alla parola solidarietà. Ma è sempre doloroso scoprire, nel giorno in cui è stata resa pubblica la manovra economica approntata dal Governo Regionale Siciliano, che nulla è stato previsto per il Terzo Settore.

Avevamo chiesto la creazione di un fondo per sostenere il mondo associativo e gli Enti di Terzo Settore ad affrontare il dopo, consapevoli che la coesione sociale, la crescita e lo sviluppo passano dalla valorizzazione del capitale sociale, ma, evidentemente, si è ritenuto che distribuire qualche euro – perché di questo si tratta – non solo sia più facile, ma anche più fruttuoso dal punto dell’immagine e, forse, del ritorno elettorale.
Avevamo chiesto che il capitolo relativo alle assicurazioni dei volontari venisse rifinanziato, ma nemmeno questo è stato fatto.
Non una sola volta, leggendo il testo della manovra, si rinviene un intervento a favore delle persone con disabilità e alle loro famiglie, mai una volta si ritrovano le parole “anziani”, “minori”, “immigrati”, “senza dimora”. Caro Presidente della Regione Nello Musumeci, la società siciliana è anche questa.

Abbiamo più volte ripetuto che questi duri giorni potessero rappresentare l’occasione per ripensare al welfare nella nostra Regione, per costruire un welfare inclusivo e di comunità, ma evidentemente non si è voluto scommettere sul futuro della nostra terra che purtroppo paga, e duole constatarlo, il fio di una classe dirigente non all’altezza della sfida cui è stata chiamata.

Ci saremmo attesi investimenti che puntassero alla qualità e all’offerta dei servizi sanitari, messi a dura prova dall’emergenza. Ci saremmo attesi, insomma, una manovra economica che avesse una visione e non lasciasse tutto come prima, solo con un poco di soldi in più.
Quando questa “nottata” finirà, vi renderete conto che per ricostruire i soldi sono importanti, ma da soli non sono sufficienti, perché il vero investimento si fa sulle persone, sulle loro relazioni, sulle loro emozioni, sulle loro passioni delle quali il Terzo Settore è grande parte. Ed è quello che non avete saputo, non avete voluto fare.

Portavoce del Forum del Terzo Settore Sicilia.

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