Un passo indietro verso l’assistenzialismo fine a se stesso

«La Provincia di Benevento ha deciso di non affidare più alle persone con disabilità e alle Cooperative Sociali di inserimento lavorativo del territorio i servizi di custodia e di pulizia dei siti museali, interrompendo, dopo lo stop per l’emergenza coronavirus, tali affidamenti di lavoro, previsti dalla legge»: a denunciarlo sono Confcooperative Federsolidarietà Campania e la Federazione FISH Campania, per le quali si tratta «di un inaccettabile passo indietro verso l’assistenzialismo»

Logo disabilità con cartello di protesta«È a rischio l’equilibrio di circa cinquanta nuclei familiari tra Benevento e Provincia, a seguito della decisione della Provincia beneventana di non affidare più a persone con disabilità e alle cooperative sociali di inserimento lavorativo del territorio i servizi di custodia e di pulizia dei siti museali»: a denunciarlo in una nota sono Confcooperative Federsolidarietà Campania e la FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che a tal proposito ricordano come «gli affidamenti ai sensi della Legge 381/91 [“disciplina delle Cooperative Sociali”, N.d.R.], che prevede deroghe al codice degli appalti, proprio per tutelare le Cooperative che consentono l’integrazione di uomini e di donne in condizioni di fragilità, siano stati interrotti dopo lo stop per emergenza da Covid-19 e poi non rinnovati, senza una motivazione. Il 27 maggio, infatti, le Cooperative Sociali coinvolte hanno ricevuto una comunicazione dalla Sannio Europa, Agenzia per lo Sviluppo Locale Sostenibile, diretta e coordinata dalla stessa Provincia, che invitava al passaggio di consegne». Per questo la stessa Confcooperative Federsolidarietà Campania e la FISH Regionale chiedono un confronto urgente con la Provincia, per discutere delle conseguenze che la decisione avrà sulle politiche di welfare locale.

«Si tratta certamente di un atto grave – commenta Daniele Romano, presidente della FISH Campania – poiché le persone con disabilità, come tutte le categorie di soggetti in condizioni di fragilità, grazie alle Cooperative Sociali di inserimento lavorativo, da fruitori di assistenza pubblica diventano risorse umane, integrate nella compagine sociale di un’impresa, partecipando in toto alla vita della società e traendone il giusto compenso. La decisione della Provincia di Benevento è un passo indietro, rispetto al quale non possiamo che augurarci che non siano le persone con disabilità a pagare per prime le conseguenze di questa emergenza. Confidiamo pertanto in una soluzione diversa».

«Con questo atto – commenta dal canto suo Giovanpaolo Gaudino, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Campania – la Provincia di Benevento esclude dal mercato del lavoro uomini e donne che la legge italiana tutela perché si trovano in una situazione di fragilità. Le Cooperative Sociali a cui venivano affidati i servizi museali offrono occupazione a queste persone, e quindi indipendenza economica, relazioni, un’identità. Sono società in cui il valore umano convive con i fattori produttivi e che vengono sostenute con procedure giuridiche ad hoc, come affidamenti diretti, clausole sociali negli atti di gara ecc. La Provincia beneventana, invece, ha deciso di rinunciare a questo strumento di welfare. Le Cooperative Sociali di inserimento lavorativo, senza il riconoscimento e il sostegno istituzionale, il che è un paradosso, non possono assolvere alla loro funzione, con ripercussioni sulla collettività che si addossa il costo dell’assistenzialismo fine a se stesso».

Qualche dato su tale questione, prodotto dal Centro Studi Confcooperative.
In Campania gli occupati di cui si parla sono quasi 3.000, corrispondendo a un capitale investito che supera i 100 milioni di euro e con una presenza in tutti gli àmbiti operativi. Il 22% opera nelle pulizie e multiservice, il 14% nella cultura e nel turismo, l’11% nei trasporti e nella logistica, il 5% nel commercio e il 35% nell’insieme degli altri servizi (alle imprese e alle persone). Una quota superiore al 5%, inoltre, è attiva nell’agricoltura, quasi l’8% nell’ambito dell’industria.
Nonostante una forte presenza di Cooperative Sociali nelle aree del Mezzogiorno, la cooperazione sociale di inserimento lavorativo risulta molto più sviluppata nelle aree del Nord del Paese, non a caso le più ricche di servizi. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: federhand.fishcampania@gmail.com.

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