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ANFFAS Alto Friuli: ripartire subito “Inclusivamente”

Gruppo di persone dell'ANFFAS Alto Friuli, durante un'escursione organizzata dall'Associazione

Un gruppo di persone dell’ANFFAS Alto Friuli, durante un’escursione organizzata dall’Associazione

«A causa dell’emergenza coronavirus c’è stata la sospensione delle attività dei centri diurni, della scuola, dei tirocini lavorativi e delle attività progettuali educative, ludico-ricreative, riabilitative normalmente assicurate dalla nostra Associazione. Le conseguenze per le famiglie di persone con disabilità intellettive e/o relazionali sono state inimmaginabili: oltre infatti all’immenso carico assistenziale, hanno dovuto far fronte all’interno delle mura domestiche ad alterazioni dei delicati equilibri psicofisici delle persone con disabilità, molte delle quali sono andate in crisi»: viene sintetizzato così, da Elena Beorchia, presidente dell’ANFFAS Alto Friuli (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), il delicato momento che stanno attraversando in particolare le persone più giovani con disabilità intellettiva e relazionale insieme ai loro cari.
Per questo, secondo l’Associazione friulana, «è fondamentale ripartire subito con le nostre attività e su tale strada marcia il progetto Inclusivamente, che svilupperemo nei prossimi mesi e anche durante il 2021, grazie al contributo della Fondazione Friuli.

«Da diversi anni – spiega Beorchia – la Fondazione ci sostiene in questi progetti: in tal senso abbiamo ricevuto da loro un importante contributo nell’ambito del Bando Welfare per il progetto Percorsi per conoscersi e crescere insieme 2, sviluppatosi nel 2019 e all’inizio di quest’anno. Purtroppo, però, non siamo riusciti a portarlo a termine per il lockdown che ci ha impedito in particolare le attività aggregative e sul territorio. Nel progetto Inclusivamente 2020-2021 – dove avevamo anche previsto il coinvolgimento di volontari, ragazzi e giovani studenti che non vivono direttamente la disabilità, oltreché di alcuni anziani ospiti dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona (ASP) della Carnia Luigi Scrosoppi e della comunità del paese di Prato Carnico – sfrutteremo la possibilità di rimodulare le attività previste inizialmente prima del Covid-19: al momento sono ipotizzabili attività sia per i familiari che per le persone con disabilità in piccoli gruppi che garantiscano il distanziamento sociale. L’iniziativa prevede infatti attività di sostegno alla genitorialità per aumentare l’empowerment [crescita dell’autoconsapevolezza, N.d.R.] di genitori, nonni e volontari nell’affiancare le persone con disabilità, un percorso di educazione emotiva, attività assistita con animali, un laboratorio musicale e uno riabilitativo con software. Ovviamente le uscite sul territorio e le attività per stare insieme e divertirsi dovremo senz’altro riformularle».

Non sarà solo Inclusivamente, però: nelle intenzioni dell’ANFFAS Alto Friuli, infatti, vi è la volontà di ripartire anche con tutte le altre iniziative. «Le persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo – sottolinea infatti la presidente Beorchia – hanno la necessità che venga loro garantita una routine, devono essere continuamente stimolate sotto il profilo cognitivo e a fini riabilitativi, hanno bisogno di mantenere relazioni interpersonali coi pari e con le figure di riferimento, hanno spesso necessità del contatto fisico con i loro interlocutori, per cui per molti di loro la modalità della comunicazione a distanza non è utilizzabile. A causa dell’emergenza coronavirus tutto ciò è stato impossibile, e ora, quindi, sarà necessario recuperare questo grave gap con interventi di sostegno anche psicologico, ma non solo, in favore delle persone con disabilità e dei loro familiari per i quali ci stiamo attrezzando». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Barbara Machin (machinpress@gmail.com).

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