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Quelle fiabe raccontate dalle persone con disabilità

Illustrazione dedicata alla fiaba di Esopo "Il leone e il topo"

Un’illustrazione dedicata alla fiaba di Esopo “Il leone e il topo”

«Nelle settimane in cui il contatto con l’esterno è stato limitato a causa delle restrizioni previste per l’emergenza coronavirus, i nostri medici e operatori sono stati capaci di reinventare la quotidianità insieme ai nostri ospiti, creando momenti di condivisione in cui ciascuno ha potuto esprimere la propria creatività. Coinvolgendoli infatti nei laboratori occupazionali per la registrazione delle fiabe, abbiamo trovato il modo di fare uscire le loro voci dalla struttura, grazie all’impegno di Valentina Siddi, che dirige la nostra residenza di Inzago, e all’attività di tutti gli educatori e operatori che ogni giorno vi lavorano».
Così Paolo Pigni, direttore generale della Fondazione Sacra Famiglia, commenta gli esiti del progetto denominato Raccontami una storia, che ha visto sette ospiti della residenza per persone con disabilità Simona Sorge di Inzago (Milano) prestare la loro voce per registrare una serie di fiabe per l’infanzia, tra cui, ad esempio Il leone e il topo, La volpe e l’uva, I due amici e La gallina dalle uova d’oro di Esopo.
Al momento sono in totale ventuno le fiabe già registrate, accompagnate da celebri musiche di Vivaldi, Beethoven e Ravel, e molte delle quali sono già disponibili a questo link, mentre altre ancora lo saranno a breve.

La Residenza Simona Sorge di Inzago accoglie persone con sclerosi multipla, SLA (sclerosi laterale amiotrofica) e altre patologie degenerative (corea di Hungtinton, distrofie muscolari ecc.), oltre a persone con esiti di traumi cranici, lesioni cerebrovascolari o tetraparesi spastiche in condizioni di non autosufficienza. Tutte persone che richiedono prestazioni personalizzate di cura, assistenza e riabilitazione di mantenimento.
A ideare, realizzare e coordinare il progetto Raccontami una storia è stato l’educatore Roberto Salvato, supportato dall’équipe educativa formata da Silvia Barzanò e Paolo De Gregorio.
«La scelta di registrare le fiabe solo attraverso l’audio – spiega Salvato -, senza l’utilizzo di un video, è voluta. Oggi, infatti, la tendenza è quella di sviluppare in primo luogo la vista, ma in tal modo rischiamo di non essere più in grado di ascoltare senza perdere l’attenzione. Il solo ascolto, invece, permette a ciascuno, e ancora di più ai bambini e alle bambine che ascolteranno queste fiabe, di dare spazio all’immaginazione e alla fantasia». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Elisa Barzaghi (barzaghi@secrp.com).

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