Piacerebbero anche agli alunni con disabilità le “Aule Natura” del WWF Italia

Potrebbe decisamente essere una prospettiva favorevole anche per gli alunni e le alunne con disabilità, l’implementazione del progetto sperimentale “Aule Natura”, iniziativa promossa dal WWF Italia, in base alla quale «si chiede di prendere in considerazione gli spazi esterni degli istituti scolastici italiani, da utilizzare come vere e proprie aule all’aperto, in grado di garantire la sicurezza degli studenti oltre che arricchire l’offerta educativa grazie a lezioni a stretto contatto con la natura»

Progetto di "Aula Natura" (©WWF Italia)

Come dovrà essere un'”Aula Natura”, secondo il progetto sperimentale promosso dal WWF Italia (©WWF Italia)

Sono interessanti alcune considerazioni proposte dal WWF Italia, nel presentare il proprio progetto sperimentale denominato Aule Natura, iniziativa che, come viene spiegato, «chiede di prendere in considerazione gli spazi esterni degli istituti scolastici italiani che potrebbero essere utilizzati come vere e proprie aule all’aperto, in grado di garantire la sicurezza degli studenti oltre che arricchire l’offerta educativa grazie a lezioni a stretto contatto con la natura».
In tal senso, Aule Natura prevede «la costruzione di “strutture” verdi di supporto alla didattica in grado di garantire la delimitazione di uno spazio e l’opportuno distanziamento tra gli alunni, oltre alla realizzazione di differenti micro-habitat (stagno, siepi, giardino) in cui osservare direttamente non solo le diverse forme di piante e animali, ma anche scoprire le relazioni che li legano tra di loro, attirando in particolare insetti e uccelli, offrendo luoghi-rifugio alla piccola fauna, allestendo un orto didattico». Il tutto allo scopo «di migliorare la sicurezza e la didattica delle scuole italiane, con la concreta realizzazione in via sperimentale di alcune aule all’aperto all’interno di altrettanti istituti scolastici individuati attraverso un confronto con il Ministero dell’Istruzione, sia in luoghi particolarmente colpiti dal Covid-19, sia in contesti socio-economico-culturali che hanno bisogno di maggiore attenzione».

Sempre nella presentazione dell’iniziativa, WWF Italia scrive anche che «l’adozione di lezioni in ambiente aperto permette di migliorare la qualità dell’apprendimento, superando quello che diversi studiosi hanno definito come “disturbo da deficit di natura”, che comporta disattenzione, svogliatezza, noia, persino ansia e depressione oltre ai tradizionali pericoli legati alla sedentarietà. I ricercatori sono inoltre sempre più convinti che alcune malattie in rapida ascesa tra i giovani, come l’obesità, l’asma, le allergie, la depressione, alcune manifestazioni dell’autismo e persino l’ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) siano in correlazione con le nuove dinamiche sociali per cui i ragazzi passano la quasi totalità del loro tempo seduti, a scuola, in auto o a casa davanti a uno schermo».
Al di là della correlazione tra «nuove dinamiche sociali» e i diversi disturbi di cui si parla, riflessione certamente degna di ulteriori approfondimenti dedicati ad ogni singolo disturbo citato, crediamo di poter dire che l’implementazione di un progetto come questo, in grado di garantire la sicurezza degli studenti oltreché di arricchirne l’offerta educativa, grazie a lezioni a stretto contatto con la natura, sarebbe decisamente una prospettiva favorevole anche per gli alunni e le alunne con disabilità.
E in tal senso facciamo nostro anche il messaggio finale lanciato dal WWF Italia, secondo il quale «proprio nell’anno in cui si festeggiano i 150 anni dalla nascita di Maria Montessori sarebbe un bel segnale recuperare la parte del “metodo” che poneva particolare attenzione agli spazi naturali e ai contesti dell’apprendimento, elementi fondamentali del progetto educativo». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa3@wwf.it.

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