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Uno scrigno di fiori ed essenze rare, da odorare, toccare e anche assaggiare

Aldo Primon

Aldo Primon, vera “anima organizzativa” dell’escursione nel Giardino Botanico Alpino di Asiago, durante la tradizionale consegna della “sgresenda”, ovvero di una scheggia di pietra prelevata dall’Altopiano di Asiago e da Cima Grappa, sulla quale è stata incisa una penna d’Alpino e che poggia su una tavoletta di pino stroncato dalla tempesta Vaia

Questo è il racconto di un’escursione svoltasi in un assolato sabato di settembre al Giardino Botanico Alpino di Asiago (Vicenza), che ha avuto per protagonisti il Gruppo Alpini Guida di Bassano del Grappa, a cui va tutta la personale ammirazione e gratitudine di chi scrive, e il Gruppo Sportivo Non Vedenti di Vicenza.
«Abbiamo voluto questa escursione che ha rappresentato anche un’occasione per scoprire angoli poco noti del nostro Altopiano. Questo, infatti, non è soltanto un orto botanico spalmato su un pendio appena a nord di Asiago, ma uno scrigno di fiori e di essenze rare da odorare, toccare o addirittura assaggiare a più di mille metri di quota». A dirlo è l’alpino Aldo Primon, uno degli organizzatori e, a parere di chi scrive, la vera anima di tutte le iniziative che da circa tre anni a questa parte vedono una sempre più folta partecipazione per un sabato al mese. Importanti, infatti, i numeri della giornata: una novantina di partecipanti, più di 20 mezzi utilizzati, 1.196 chilometri percorsi da guide e accompagnatori, 4 ricognizioni per realizzare l’escursione e 3 visite per sistemare il crescente numero delle presenze, tutto con la ben nota esperienza, maestria e bravura degli Alpini.

Altri protagonisti: la famiglia Cantele, padre e figlia, entrambi botanici e biologi, che ci hanno accompagnato alla scoperta di erbe, frutti e fiori; Luca Baù, assessore nel Comune di Asiago; la Sezione Alpini di Asiago, con il vice presidente Amerigo Baù; Gianni Celi, presidente dell’Associazione Oncologica San Bassiano; le Presidenti dell’UICI di Belluno e di Verona (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), rispettivamente Luciana Dalle Molle e Patrizia Mirandola, Rino Piccoli, presidente dei Veterani dello Sport di Bassano del Grappa e Carlo Rastello, rappresentante dell’UICI di Padova.
A fare gli onori di casa sono stati Loris Bordin, presidente del Gruppo Sportivo Non Vedenti di Vicenza e Alessandro Cavallin, caporedattore del giornale per non vedenti «Sgresende».

Il pranzo, ottimamente preparato dallo chef Paolo della Baita Al Maddarello, ha soddisfatto tutti i convenuti, fatti accomodare su tavoli abbondantemente rispettosi delle regole anti-Covid-19.
Hanno chiuso la giornata il tradizionale “terzo tempo” con intramontabili brani musicali, squisiti dolci e la consegna a chi ci accoglie, come sempre ad ogni fine escursione o incontro, di una “sgresenda”, ovvero di una scheggia di pietra prelevata dall’Altopiano di Asiago e da Cima Grappa su cui abbiamo inciso una penna d’Alpino e che poggia su una tavoletta di pino stroncato dalla tempesta Vaia.
«L’emozione provata nel raccogliere queste pietre che ancora coprono coloro che su questi luoghi hanno combattuto – sottolinea ancora Primon -, ha suggerito dei versi che accompagnano questo dono povero nel materiale, ma ricco di riconoscenza».
«La realtà parte sempre da un sogno – racconta ancora, ricordando gli inizi del progetto – e il nostro Gruppo Alpini Guida è nato da un’intuizione, rispondendo ad un annuncio apparso sul “Giornale di Vicenza” dove si cercavano piloti tandem per ciclisti non vedenti. I primi incontri con l’UICI e con il Gruppo Sportivo Non Vedenti di Vicenza sono stati ricchi di entusiasmo, ma a causa della privacy non è stato facile recuperare i dati per contattare le persone non vedenti cui proporre il progetto Insieme si Può. Per testare la fattibilità dell’idea, abbiamo quindi organizzato un’escursione risalendo le rive del Brenta a Bassano e un percorso sul massiccio del Grappa. Incoraggiati dalla presenza e dalla grande voglia di partecipazione che traspariva, hanno preso la giusta dimensione una serie di proposte per fare aderire una quantità maggiore di persone. E alla fine, per realizzare concretamente il tutto, ecco il coinvolgimento degli amici Alpini e delle loro consorti impegnatisi nel ruolo di guide, con il supporto di un periodo di formazione comportamentale, oltreché dei consigli “sul campo” da parte delle persone non vedenti sul “campo” e da tanta buona volontà».

«Un’organizzazione precisa – conclude Primon salutandomi, con l’auspicio che questo progetto possa diffondersi anche in altre realtà -, le ricognizioni per saggiare i percorsi da proporre, i giusti ritmi da tenere, hanno permesso di camminare su strade, carrarecce e sentieri in assoluta tranquillità. Abbiamo per altro voluto fin da subito dotarci di una sorta di divisa che ci aiutasse nella promozione di questa attività, indossando il cappello alpino, magliette e felpe per tutte le guide, con ricamato sul petto il nostro simbolo di Alpini Guida per Non Vedenti, raffigurante un’aquila dorata con le ali spiegate e gli artigli che sorreggono una penna d’Alpino, in fase di atterraggio su un nastro tricolore».

Ringraziamo sentitamente per la collaborazione Aldo Primon e Alessandro Cavallin.

Persona con disabilità visiva.

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