Cara Costanza, voglio che tu cresca in un Paese che non “regala” ma “garantisce”

«Cara Costanza, da quando sei nata ho deciso che saresti cresciuta in un Paese che non “regala”, bensì “garantisce”. A partire dalle scelte. Più scelte possibili. Anche a chi nasce un po’ storto ma col cuore dritto, tipo il tuo fratello, o a chi nasce tutta dritta ma con un fardello sul cuore, tipo te che non devi vivere per me»: lo scrive in una sua lettera alla sorella Iacopo Melio, giovane con disabilità, attivista ormai di lunga data per i diritti delle persone con disabilità, che al debutto in politica ha ottenuto oltre 11.000 preferenze, diventando Consigliere Regionale della Toscana

Costanza e Iacopo Melio

Costanza e Iacopo Melio

Iacopo Melio, classe 1992, studente di Scienze Politiche, persona con disabilità motoria, ottenne già nel 2014 un risalto mediatico internazionale, con la sua campagna di sensibilizzazione per l’abbattimento delle barriere architettoniche denominata #vorreprendereiltreno, che lo portò, l’anno successivo, a fondare l’omonima Associazione, per portare avanti progetti inerenti alla disabilità e non solo.
Il suo impegno lo portò nel 2017 a vincere il Premio del Cittadino Europeo, istituito dal Parlamento Europeo, quindi, nel 2018, il Premio CILD per le libertà civili, promosso dalla CILD (Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili) e riservato a «persone che quotidianamente, nell’àmbito delle proprie attività, contribuiscono alla promozione e alla protezione dei diritti umani nel nostro Paese», fino ad ottenere, alla fine di quello stesso anno, la nomina a Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, «per il suo appassionato contributo alla causa dell’abbattimento delle barriere architettoniche e degli stereotipi culturali».
Ora, al suo debutto in politica, in occasione delle recenti elezioni regionali, ha raccolto in Toscana oltre 11.000 preferenze, diventando Consigliere Regionale.
Dopo averne già ospitato suoi testi nelle nostre pagine, è con piacere che oggi riprendiamo la sua bella Lettera a Costanza, rivolta alla sorella, nella sua pagina Facebook, e scritta poche ore prima della consultazione elettorale dello scorso fine settimana.

Cara Costanza, ho aspettato che ti addormentassi, stanca dalla prima settimana di scuola, per prendermi del tempo e scriverti queste righe. Lo faccio in silenzio, al cellulare, dentro il buio di camera nostra e nella luce dei tuoi sogni.
Ho deciso di raccontarti per la prima volta le mie paure. Ma soprattutto le speranze che sto cercando, da un angolino della tua strada, di seminare anche per te.

Sei nata la sera del 6 gennaio del 2007, però la tua manina l’ho sfiorata il giorno dopo. È in quella carezza, profumata di buono, che ti ho fatto una promessa: per te non sarei mai dovuto essere un peso, perché le àncore giuste tengono al sicuro, ma mai impediscono di volare.
È anche per questo, Costanza, che ho deciso di candidarmi alle elezioni regionali. Per mettermi al fianco, a voce più alta, dei dimenticati della società. Degli ultimi e dei reietti, degli emarginati e i non ascoltati, degli stropicciati e perfino esclusi. Gli invisibili, con strumenti in meno e bisogni di troppo.

Ecco, cara Costanza, mi candido per provare a restituire la fortuna che la vita mi ha dato. Sì, parlo di fortuna, perché quando nasci nella famiglia giusta, nella parte migliore del mondo, non conta quale sia la tua “dotazione di serie”: dobbiamo rimboccarci le maniche e dare tutti il massimo, alzando lo sguardo oltre i nostri confini.
Ecco perché queste mancanze vorrei provare a garantirle. Affinché ogni cittadino della nostra Toscana possa condurre una vita più libera, costruendosi il futuro che ha sempre sperato.

Perché le ho toccate, sai, in questi anni, e le tocco ogni giorno quelle paure che mi levano il sonno.
Maria che non sa a chi lascerà la figlia quando non ci sarà più, Paolo che lavora di notte per pagarsi i libri di giorno, Michele che ha perso il lavoro, ma ha tre bambini, poi c’è Francesca che il lavoro lo vorrebbe dare, Sara che “deve” fare la mamma e Nicolò che chiede solo di essere Nicolò. Luca che viene sfruttato e Martina che prega una cura, mentre Lucrezia le sta accanto e anche quello è “un problema”.
Se c’è una cosa che vorrei lasciarti, sorellina, è un posto di diritti e per i diritti. Con il cuore spalancato alle fragilità e sorridente alle cicatrici. Una terra, la nostra, che rispetti l’altro e l’ambiente intorno, che abbia cura del diverso e ne tragga arricchimento.

Cara Costanza, ho scelto di impegnarmi partendo da Firenze, la città dei nostri sogni. Tu me lo dici sempre che ho la testa dura: ma certe battaglie si conducono affinché cambi davvero qualcosa nella vita dei cittadini. Perché i diritti non vanno solo rivendicati, ma anche riconosciuti attraverso la legge.
Cara Costanza, sei nata la sera del 6 gennaio 2007 e io, da quel giorno, ho deciso che saresti cresciuta in un Paese che non “regala”, bensì “garantisce”. A partire dalle scelte. Più scelte possibili. Anche a chi nasce un po’ storto ma col cuore dritto, tipo il tuo fratello, o a chi nasce tutta dritta ma con un fardello sul cuore, tipo te che non devi vivere per me.

Cara Costanza, anche per questo ho scelto di candidarmi. Per essere la tua àncora che ti rende leggera. Per garantirti il diritto ad uno studio di qualità, un lavoro pagato il giusto e quanto quello dei tuoi colleghi uomini, autobus e treni ecologici per girare il mondo, una sanità che ti accolga perché accoglie chiunque, leggi giuste e uguali per tutti, esperienze all’estero se vorrai partire e fondamenta sicure se sceglierai di restare. Ma sempre libera e indipendente. Sempre al sicuro da sentirti a casa.
Per questo, domenica mattina, ci sveglieremo presto. Mi aiuterai ad abbottonare la camicia come sempre e andremo a mettere una croce, con il babbo e la mamma, con una matita importante. E tu, che sarai con noi, resterai fuori la cabina ma dentro i miei pensieri. Perché il futuro è adesso e tu sei già grande. Non si può più aspettare.
Per questo, cara Costanza, ho scelto di candidarmi.
Ti voglio bene, “più dell’infinito”…
Buonanotte e sogni d’oro.

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