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Bene quel questionario sui diritti dei minori, meglio però se anche accessibile

Bambino fotografato di spalleLa Commissione Europea sta lavorando su due iniziative molto importanti per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, da una parte la Strategia Europea sui Diritti dei Minori, dall’altra l’iniziativa Child Guarantee [di quest’ultima si legga ampiamente anche sulle nostre pagine, N.d.R.].
La prima ha l’obiettivo dichiarato di stabilire che l’Unione Europea e i Paesi Membri di essa rispettino, proteggano e promuovano i diritti dei bambini e che tutte le politiche dell’Unione con un impatto su bambini e bambini siano progettate in linea con l’interesse superiore degli stessi. La seconda, invece, è partita nel 2015, quando il Parlamento Europeo ha sollecitato la costituzione di un sistema di garanzia per i bambini/e a rischio di povertà o di esclusione sociale affinché ad ognuno di questi minori in Europa venga garantito l’accesso all’assistenza sanitaria gratuita, all’istruzione gratuita, all’educazione e alla cura gratuita della prima infanzia, nonché a un alloggio decente e a un’alimentazione adeguata, per far sì che tutti e tutte abbiano pari opportunità per sviluppare se stessi e raggiungere il loro potenziale.

Nel 2017 il Parlamento Europeo ha chiesto alla Commissione Europea di attuare un’azione preparatoria per la creazione di un possibile sistema di garanzia per i minori. In questo contesto, la Commissione ha commissionato uno Study on the feasibility of a child guarantee for vulnerable children e ora sono in corso alcune consultazioni, una delle quali rivolta ai ragazzi e alle ragazze di tutti i Paesi Europei e di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, in linea con il diritto alla partecipazione e ad essere ascoltati, dichiarato dall’articolo 24 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea («I bambini hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere. Essi possono esprimere liberamente la propria opinione; questa viene presa in considerazione sulle questioni che li riguardano in funzione della loro età e della loro maturità») e dall’articolo 12 della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza («Gli Stati parti garantiscono al fanciullo capace di discernimento il diritto di esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa, le opinioni del fanciullo essendo debitamente prese in considerazione tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità»). Questa consultazione è disponibile nella sua versione italiana a questo link.
Le organizzazioni UNICEF, Save the Children, EuroChild, World Vision International e Child Fund hanno supportato la Commissione nell’adattare il questionario ai ragazzi e tradurlo nelle varie lingue nazionali (venticinque). Per compilarlo (in forma anonima), occorrono circa venti minuti.

Questa egregia iniziativa è stata pubblicizzata dalla rete italiana di Associazioni che si occupa del monitoraggio della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, rete che si chiama Gruppo CRC e che è coordinata da Save the Children Italia.
Dal canto loro, le organizzazioni di persone con disabilità hanno preso sul serio questa iniziativa e hanno iniziato a valutarla per capire come e quanto fosse accessibile agli adolescenti con disabilità alla luce, questa volta, anche della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che all’articolo 7 comma 3 dichiara esplicitamente: «Gli Stati Parti garantiranno che i minori con disabilità abbiano il diritto di esprimere le proprie opinioni liberamente in tutte le questioni che li riguardano, le loro opinioni essendo prese nella dovuta considerazione in rapporto alla loro età e maturità, su base di eguaglianza con gli altri bambini, e che sia fornita adeguata assistenza in relazione alla disabilità e all’età allo scopo di realizzare tale diritto».

Ebbene, si è scoperto a questo punto che il questionario non è accessibile ai minori con disabilità e che quindi la loro opinione non può essere raccolta e soprattutto non può essere presa nella dovuta considerazione.
Il CRABA (Centro Regionale per l’Accessibilità e il Benessere Ambientale) della nostra Federazione [LEDHA-Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, N.d.R.] ha redatto quindi un documento di valutazione sull’accessibilità del questionario (disponibile a questo link) che risulta decisamente carente, in quanto non è stato costruito in chiave inclusiva e accessibile, per mettere nelle condizioni anche i giovani con disabilità intellettiva, sensoriale o con deficit di comunicazione di esprimere il proprio pensiero.

Invitiamo quindi la Commissione Europea a non discriminare i minori con disabilità rivedendo quel questionario, chiedendo ai suoi esperti di renderlo accessibile secondo gli standard richiesti, sollecitando preventivamente un parere competente e professionale agli esperti appartenenti al movimento della disabilità.
In questa occasione, per altro, le realtà più attive nella tutela dell’infanzia hanno dimostrato di considerare il minore con disabilità al di fuori della loro programmazione e area di interesse. Se a fine novembre, infatti, verrà redatto un report per restituire alla Commissione l’opinione dei ragazzi e delle ragazze, esso sarà mancante dell’opinione degli adolescenti e delle adolescenti con disabilità. Con buona pace del “Diritto a partecipare” e del “Diritto ad essere ascoltati” che per quanto riguarda i minori con disabilità sono oggetto di un preciso Commento Generale prodotto dal Comitato ONU che monitora l’applicazione della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (General Comment n. 9, paragrafi 32 e 48).

La LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) è la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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