Incontri online per aiutare chi non vede a orizzontarsi nel mondo digitale

«Senza un’adeguata conoscenza delle nuove tecnologie, oggi si rischia di rimanere tagliati fuori dalla società. Ecco perché riteniamo che queste iniziative siano uno stimolo alla crescita personale e un contributo nel cammino della piena inclusione»: così Giovanni Laiolo, presidente dell’UICI di Torino, commenta il crescente successo degli incontri gratuiti di formazione online, promossi dalla propria Associazione, e dedicati all’utilizzo delle nuove tecnologie da parte delle persone con disabilità visiva

Cieco al computerQuesta volta il passaparola digitale ha superato ogni aspettativa: il 14 gennaio scorso, infatti, sono state più di 150 le persone collegate online da tutta Italia, per il nuovo incontro gratuito di formazione promosso dall’UICI di Torino (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), nell’àmbito di un ciclo centrato sull’utilizzo delle nuove tecnologie.
«C’era chi non aveva mai sentito parlare di firma digitale – spiegano dall’Associazione – e chi, invece, abituato a usarla da tempo, poneva domande molto specifiche. Tutti, comunque, convinti che si trattasse di un’opportunità da conoscere e di uno strumento per diventare più autonomi, perché, se usata con intelligenza, la tecnologia si allea con l’inclusione. Sarà per questo motivo che questi nostri incontri di formazione stanno ottenendo un successo inatteso anche per noi, con un un continuo crescendo di adesioni, che ha dato ragione alla nostra volontà di trasformare le restrizioni imposte dalla pandemia in un’occasione per crescere e raggiungere una più ampia platea di interlocutori».

«Tutto è iniziato nella primavera dello scorso anno – sottolinea Alessio Lenzi, responsabile del Comitato Informatico nell’UICI di Torino -, durante il primo lockdown, quando l’improvviso esplodere dell’emergenza Covid-19 stava stravolgendo le vite di tutti e le persone con disabilità visiva erano quanto mai disorientate. Così abbiamo pensato a un incontro a distanza per offrire qualche spunto utile nel quotidiano. Poiché nessuno poteva uscire di casa, abbiamo descritto alcune piattaforme per acquistare cibi pronti e per fare la spesa online (JustEat, Glovo, Supermercato24). Con i dovuti accorgimenti, queste soluzioni sono pienamente alla portata delle persone con disabilità visiva, ma chi si trova a usarle per la prima volta può avere bisogno di qualche suggerimento pratico. Quel primo esperimento ha dato risultati incoraggianti, tanto che la riunione è stata seguita da diverse decine di persone, a Torino e non solo, con la partecipazione perfino di una signora collegata dal Perù. Inoltre, anche la decisione di usare Zoom, piattaforma facilmente accessibile a chi non vede, si è rivelata efficace. Da allora non ci siamo più fermati».

Durante gli incontri, oltre alla formazione su acquisti online e applicazioni per consegne a domicilio, sono state messe in campo anche proposte nuove. Nel mese di novembre, ad esempio, si è tenuto un incontro sullo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, ormai obbligatorio per accedere a molti servizi della Pubblica Amministrazione. Più recentemente, invece, si è parlato, come detto inizialmente, di firma digitale, equivalente informatico di una firma autografa.
Si tratta di incontri dal taglio molto pratico e particolarmente attenti al tema dell’accessibilità: grazie infatti a simulazioni ed esempi, vi si mostra come accedere ai vari servizi usando le tecnologie specifiche per la disabilità visiva (ad esempio la sintesi vocale o la barra Braille) o come superare problemi e aggirare ostacoli, il tutto dando molto spazio alle domande dei partecipanti.
L’ideazione e la conduzione è cura del citato Alessio Lenzi, cui talvolta si affiancano altri relatori. All’ultimo appuntamento, ad esempio, è intervenuto Franco Lepore, presidente dell’UICI Piemonte e disability manager della Città di Torino, che ha illustrato la valenza legale della firma digitale.

«Senza un’adeguata conoscenza delle nuove tecnologie – commenta Giovanni Laiolo, presidente dell’UICI di Torino -, oggi si rischia di rimanere tagliati fuori dalla società. Ecco perché siamo felici di poter condividere alcune conoscenze specifiche non solo con i nostri soci e amici, ma anche con persone di altre parti d’Italia. Riteniamo infatti che queste iniziative siano uno stimolo alla crescita personale e un contributo nel cammino della piena inclusione». (L.M. e S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@uictorino.it (Lorenzo Montanaro).

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