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L’altro San Valentino delle donne con sclerosi multipla

Donne AISM, card per San Valentino 2021

«Non voglio far pace con una carezza se poi divento sempre un giocattolo rotto. Preferisco il tuo rispetto»: lo si legge in una delle card realizzate per l’altro San Valentino delle donne AISM

No alla discriminazione. No alla Violenza. Sì al rispetto: lo chiedono le donne della Rete RED, un gruppo di cento donne che appartengono all’AISM (Associazione italiana Sclerosi Multipla), formate dall’Associazione stessa all’ascolto e alla comprensione dei disagi di donne con sclerosi multipla. I messaggi del loro San Valentino non sono quelli stereotipati e zuccherosi, sono, semmai, impegno. Impegno a far sì che nessuna donna debba sentirsi minacciata, sottostimata e non rispettata solo perché donna con sclerosi multipla.
«Vogliamo un altro San Valentino: quello che celebra il rispetto e combatte la doppia discriminazione», dice Gaia, una delle donne attiviste del gruppo.

È così che nasce l’altro San Valentino delle donne di AISM: «Con questa iniziativa – ribadisce Silvia, un’altra componente del gruppo – ogni giorno abbiamo voluto postare sui social i nostri Biglietti di San Valentino, frasi che portano l’attenzione sulla discriminazione, ricordando il filo sottile tra la violenza e il rispetto, che sta anche nelle parole, nei comportamenti e negli atteggiamenti delle relazioni più intime».
«Non voglio fare pace con una carezza se poi divento sempre più un giocattolo rotto. Voglio il tuo rispetto»: è una delle cinque card lanciate dalle donne di RED sui social con l’hashtag #sanvalentinoRed, perché essere donne con disabilità implica un maggiore impegno nel vedere riconosciute le discriminazioni, le molestie e le violenze subite, perché spesso la condizione di disabilità oscura il genere. Come scriviamo infatti da sempre anche su queste pagine, le donne con disabilità subiscono una doppia discriminazione, che ne condiziona pesantemente le opportunità di partecipazione, autodeterminazione e scelta in vari ambiti della vita.
La forza di RED è l’essere una squadra di donne che sanno entrare in contatto con le più emarginate, che vengono quotidianamente colpevolizzate perché donne e perché ammalate. «Perché a fronte di richieste di permessi e ferie per fare le cure necessarie alla sclerosi multipla – ricorda Cristina -, vieni guardata con sospetto dai colleghi… fino a diventare oggetto di maltrattamenti verbali, mobbing e pressioni per dimettersi».

Le donne con disabilità, quando sono oggetto di violenza, diventano ombre. Imparano a sopravvivere solo grazie all’invisibilità. Perché vengono annientate più che dai lividi, dalla disperazione dei sensi di colpa (che non dovrebbero avere), dai pregiudizi instillati loro con spietatezza, goccia a goccia, come se fossero una medicina, da chi non le ama e vive incatenato a loro.
È proprio grazie a una serie di incontri con donne con sclerosi multipla, che è nata la Rete RED (Rete Empowerment Donne), fattasi sentire per la prima volta sui social in occasione del 25 novembre scorso, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, con il gesto di scrivere #MaiPiù sulla propria mano e postarlo sui social.
Tra loro, ci sono in prima fila donne che sanno ascoltare, che sanno stendere la mano, che non giudicano ma accolgono. Non usano aggettivi, ma costruiscono valori, credono negli altri, generano futuro. La loro caratteristica fondamentale è combattere con testa, cuore e gambe ciò che non deve accadere “mai più”: nessuna è colpevole di essere donna e di essere disabile!
RED è dunque una rete competente di e per donne con sclerosi multipla. Al momento si tratta di cento donne “antenne” sul territorio nazionale che, grazie al progetto I>DEA,  sosterranno altre donne in specifici percorsi di sostegno ed empowerment [crescita dell’autoiconsapevolezza, N.d.R.] in casi di discriminazione e violenza.

Il progetto I>DEA (acronimo che sta per Inclusione >Donne, Empowerment, Autodeterminazione) è realizzato dall’AISM in partnership con le organizzazioni Differenza Donna, Human Foundation e ASPHI. È dedicato a tutte le donne con sclerosi multipla che subiscono una doppia discriminazione, prima come donne e poi come persone con disabilità. La parità tra uomini e donne in Italia è un obiettivo ancora da raggiungere. Perseguire questa parità è tra l’altro uno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030.
Il fondamento del Progetto I >DEA consiste nel mettere in campo nuovi strumenti concreti (e trasferibili) con e per le ragazze e le donne con sclerosi multipla, perché solo una crescita della consapevolezza e del protagonismo può contribuire a fronteggiare gli impatti delle discriminazioni e a sostenere altre donne nell’uscire da condizioni di invisibilità, violenza, molestie e difficoltà, sia in campo lavorativo, sia in famiglia, sia nell’accesso a servizi socio-sanitari.
L’iniziativa, come detto, ha portato alla creazione della RED, cioè di una donna “sentinella” in ognuna delle 98 Sezioni AISM in Italia, appositamente formata per recepire e segnalare tutti i casi in cui la rete di supporto dell’Associazione può intervenire a sostegno e a creare percorsi specifici di qualificazione per gli operatori e le operatrici che dovranno dare risposte alle ragazze e alle donne con sclerosi multipla.
Il progetto è stato finanziato dal Ministero del Lavoro e Affari Sociali e vi aderiscono le Regioni Lazio e Liguria, la CISL, il Comitato Pari Opportunità del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano e l’Università di Roma Tor Vergata. (S.L.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa e Comunicazione AISM (Barbara Erba), barbaraerba@gmail.com.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa), e viene qui ripreso – con alcuni riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.
Per approfondire il tema Donne e disabilità, oltreché fare riferimento al lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, suggeriamo anche la consultazione delle Sezioni Donne con disabilità e La violenza nei confronti delle donne con disabilità nel sito del Centro Informare un’h.

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