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Lavoro delle persone con disabilità: importante Relazione del Parlamento Europeo

Lavoratore con disabilità intellettiva

Un lavoratore con disabilità intellettiva

Costituirà certamente una base di lavoro molto importante, la Relazione sull’applicazione della Direttiva 2000/78/CE del Consiglio dell’Unione Europea che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro alla luce della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, testo approvato in seduta plenaria dal Parlamento Europeo, così come sono particolarmente significative le parole pronunciate nella presentazione del documento dalla relatrice, l’eurodeputata tedesca Katrin Langensiepen.
«Nonostante tutti i nostri valori e trattati concordati di comune accordo – ha dichiarato infatti – le nostre minoranze, comprese le persone con disabilità, continuano a subire una diffusa e sistematica privazione dei loro diritti, a cominciare dall’istruzione fino all’accesso alla giustizia, passando per l’accesso ai diritti in materia di salute sessuale e riproduttiva e al diritto di vivere in modo indipendente e liberi da violenze e abusi, a un livello di vita adeguato e alla protezione sociale, eccetera. È tempo che tutti noi comprendiamo che ognuno di noi ha identità multiple/intersezionali, che l’ottenimento dei diritti umani non è un favore che dovremmo chiedere agli altri, bensì il minimo indispensabile da garantire a ciascuno. La nostra società è diversificata e la diversità è un valore e una forza che ci aiuterà ad affrontare le sfide locali e globali in continua evoluzione. Noi, le persone con disabilità, con tutti i nostri talenti e le nostre competenze, siamo una delle fonti di tale diversità».

Nello specifico, come detto, la Relazione approvata riguarda il lavoro, rispetto al quale Langensiepen ha sottolineato «non essere certamente l’unico settore in cui è diffusa la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità. Però è sicuramente un settore in cui, salvaguardando pari diritti e opportunità, si potrebbero ottenere cambiamenti trasformativi sia per le persone con disabilità interessate che per l’intera società».

Ringraziando quindi le varie organizzazioni che hanno collaborato e si sono fortemente impegnate per l’approvazione della Relazione (EDF-il Forum Europeo sulla Disabilità; Autism-Europe; EBU-l’Unione Europea dei Ciechi; ENIL, la Rete Europea per la Vita Indipendente; l’EUD, l’Unione Europea dei Sordi; Inclusion Europe; l’IF, la Federazione Internazionale per la Spina Bifida e l’Idrocefalo; Mental Health Europe, Salute Mentale Europa; Bundesarbeitsgemeinschaft Inklusionsfirmen, Gruppo di Imprese Tedesche per l’Inclusione), «che hanno condiviso conoscenze ed esperienze in merito alle preoccupazioni e alle sfide più pressanti per le persone con disabilità e alle violazioni dei diritti cui spesso sono soggette, indicando le buone pratiche e le politiche sostenibili e suggerendo i cambiamenti che vorrebbero vedere in relazione alle politiche e alla legislazione dell’Unione Europea», la Parlamentare Europea ha concluso auspicando «che nel prossimo futuro riusciremo a vedere i vantaggi di avere luoghi di lavoro inclusivi e di vivere in una società inclusiva, e che, tutti insieme, renderemo onore al nostro motto ufficiale dell’Unione, che è “Unità nella diversità”».

Rimandando i Lettori a questo link, ove è disponibile l’intero iter (in italiano) che ha portato all’approvazione della Relazione da parte del Parlamento Europeo, riteniamo particolarmente apprezzabile la scelta di renderne disponibile anche la versione in linguaggio Easy to Read, ovvero “facile da leggere e da capire”. (S.B.)

Ringraziamo Rodolfo Cattani per la collaborazione.

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