Scarsissimi dati sulle strutture residenziali (nelle Marche e non solo)

«Ad un anno dallo scoppio della pandemia continuano – per la verità non solo nelle Marche – ad essere scarsissimi i dati riguardanti la situazione all’interno delle strutture residenziali, che tenendo conto delle sole residenze sociosanitarie presenti nella nostra Regione, ospitano circa 12.000 persone (anziani, salute mentale e disabilità), rispetto alle quali la tutela della qualità di vita dev’essere un obiettivo imprescindibile delle Istituzioni»: parte da questa considerazione la proposta di Interrogazione al proprio Consiglio Regionale lanciata nelle Marche dal Gruppo Solidarietà

Uomo con disabilità davanti a una finestra con grata

«Ad un anno dallo scoppio della pandemia continuano – per la verità non solo nelle Marche – ad essere scarsissimi i dati riguardanti la situazione all’interno delle strutture residenziali, che tenendo conto delle solo residenze sociosanitarie ospitano circa 12.000 persone (anziani, salute mentale e disabilità), rispetto alle quali la tutela della qualità di vita dev’essere un obiettivo imprescindibile delle Istituzioni»: parte da questa considerazione la proposta di Interrogazione al proprio Consiglio Regionale (disponibile integralmente a questo link) lanciata nelle Marche dal Gruppo Solidarietà, che a tal proposito ricorda come «sia stata ripetutamente denunciata dai gestori la migrazione di molti operatori (in particolare infermieri) verso il settore pubblico, a seguito dei concorsi banditi dalle Aziende Sanitarie. Alla carenza di personale, inoltre, si aggiunge un fortissimo turnover che ha evidenti ricadute sulla qualità dei servizi, senza contare che agli inadeguati standard di personale (in particolare nelle residenze protette), rispetto alla tipologia di utenza presente, va considerata anche la mancanza del supporto dei familiari e dell’assistenza privata di cui un numero importante di famiglie si avvale».

«In questo quadro – proseguono dal Gruppo Solidarietà -, è dunque importante capire quale sia l’attuale offerta di posti, il numero di persone in lista di attesa, oltre ai dati, ancora  assenti, riguardanti il numero complessivo di contagi e decessi, per capire l’esatta entità del fenomeno. E infine è indispensabile avere chiarezza su un punto, incredibilmente ancora incerto, che impatta fortemente sulla qualità di vita delle persone e sull’offerta delle strutture, ovvero la durata del tempo di isolamento all’ingresso in struttura prima di entrare nella vita comunitaria. A seguito infatti della circolare del Ministero della Salute del 12 ottobre 2020 sembrava che il tempo fosse di dieci giorni, ma una Nota dell’ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale) del 22 dicembre richiamava invece i quattordici (anzi quindici) giorni».

«La proposta di Interrogazione – concludono dall’organizzazione marchigiana – resa necessaria dalla mancanza di riscontro da parte delle principali Istituzioni Regionali, ha pertanto l’obiettivo non solo di aumentare l’attenzione  nei confronti di una popolazione che ha pagato e sta pagando  un tributo altissimo in termini di sofferenza e di vite umane, ma anche di promuovere una riflessione sul tema dell’assistenza residenziale nella Regione Marche». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti. grusol@grusol.it.

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